La specie di fresia più comune e rinvenibile in commercio, nonché in natura allo stato selvatico, è la Freesia refracta. Dotata di fiori che variano dal giallo pallido all’arancio, questa specie è stata introdotta dall’Africa a scopo ornamentale, ma si è acclimatata bene in molte zone del mondo, risultando in alcuni paesi invasiva. I suoi fiori a campana sono tra i più profumati in primavera, richiamando numerosi insetti utili all’impollinazione. La specie, oltre ad essere sempre presente nei vivai, è stata più volte incrociata dando vita ad ibridi e cultivar dai colori variegati. Il più ricercato è l’ibrido denominato "blue skye", con fiori di colore viola o azzurro intenso. La varietà "pink fountain", invece, è dotata di fiori molto più ampi, di colore rosa accesso e con piccole sfumature bianche o giallastre verso il centro. In fine, l’ibrido "white wonder", unico nel genere Freesia, ha fiori totalmente bianchi con nessun tipo di sfumatura, ed è particolarmente usato per addobbare altari e bouquet da matrimonio.
Il genere Freesia è semplice da coltivare al meridione, mentre risulta più ostica nelle regioni settentrionali, ma è possibile con qualche accorgimento scongiurare morie di massa dovute al freddo invernale. Le fresie, infatti, sono native del Sud Africa, ed hanno bisogno di calore e luce diretta del sole. La riproduzione avviene principalmente tramite i bulbi, che si piantano in un terreno ben drenato (terriccio e sabbia di fiume in parti uguali) nei mesi autunnali. Se si abita al nord, è bene piantare i bulbi in un locale asciutto e con temperature superiori ai 15 gradi, oppure coprirli con una serra in materiale plastico che li protegga dalla pioggia e dalle intemperie. Durante tutto l’inverno si innaffieranno due o tre volte alla settimana, evitando di bagnare eccessivamente il terreno. Quando spunteranno le prime foglie (in genere alla fine dell’inverno) si possono spostare in un vaso più grande e aumentare le innaffiature. Prima della fioritura, è bene usare un concime adatto per fresie (in commercio si trovano sia liquidi che in granuli) da applicare regolarmente ogni quindici giorni.
Le fresie non vanno mai potate, ma hanno comunque bisogno di una periodica pulizia del fusto: se i fiori secchi restano a lungo legati alle corolle, c’è il rischio di attacchi fungini o batterici, ragion per cui è bene eliminarli in tempo. Dopo la fioritura la pianta perderà il fusto e le foglie, ed il bulbo entrerà nel suo stato dormiente. In questa fase si sospenderanno le innaffiature e si procederà a dissotterrare il bulbo per metterlo a dimora fino all’autunno, quando verrà di nuovo piantato per ricominciare un nuovo ciclo. Accade spesso che dal bulbo madre si generino piccoli bulbilli ai lati; asportandoli delicatamente si otterranno nuovi esemplari da piantare. Sebbene sia poco comune come pratica, è possibile riprodurre la fresia anche tramite semi, ma risulta difficile soprattutto con gli innumerevoli ibridi presenti in commercio, che risultano sterili e quindi inadatti. Essi vanno piantati in primavera in un terreno morbido, e spesso c’è bisogno di un lungo periodo (anche più di un anno) affinché sviluppino i fusti.
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