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Il Cipresso è stato introdotto nel nostro paese molto anticamente, probabilmente dai fenici, a partire da esemplari dell’isola di Cipro. Attualmente è naturalizzato in gran parte della penisola con l’eccezione di Valle d’Aosta, Piemonte, Liguria, Veneto, Trentino, Marche Puglia e Calabria. Il suo areale di distribuzione va da 0 a 800 metri sul livello del mare. Termofilo, è molto resistente all’aridità, in estate entra in uno stato di dormienza per contrastare le condizioni climatiche avverse. Non resiste bene ai geli prolungati. Adattabile a terreni di vario genere, sia compatti che sciolti, in qualunque condizione di pH. Sui suoli sassosi e in pendenza può agire come consolidatore di versanti. Prospera su terreni profondi, torbosi o argillosi ma molto ben drenati. Richiede assolutamente il pieno sole.
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La propagazione del Cipresso avviene per seme alla fine dell’inverno, dopo circa tre settimane di vernalizzazione. La semente deve essere appena coperta. A 20°C la germinazione richiede circa 1 o 2 mesi. I semenzali sono sensibili ai marciumi, quindi vanno innaffiati con criterio e mantenuti in ambiente areato. In seguito appena possibile va effettuato il ripicchettamento. L’impianto definitivo deve avvenire dopo il primo inverno, che le piantine avranno trascorso al riparo in serra fredda, nella tarda primavera o all’inizio dell’estate a seconda di quando cessa il rischio di gelate tardive. In alternativa si può procedere per propagazione vegetativa, cosa che avviene normalmente con i cloni e le varietà orticole, con talee legnose in settembre da far radicare assolutamente al riparo del gelo, oppure in aprile-maggio. L’accrescimento è abbastanza veloce in giovane età e tende a rallentare in seguito, quando l’albero ha raggiunto i 15 m circa. E’ una pianta estremamente longeva. In Umbria e Toscana è una delle essenza tipiche del paesaggio, così come nei cimiteri. La forma fastigiata è adatta a giardini formali, moderni o all’italiana, vicino a bossi topiari, panchine o siepi ben potate, lungo viali, come esemplare isolato o sul fondo di bordure. Inserito in insiemi di più essenze serve a dare slancio verso l’alto all’insieme. Le forme espanse invece sono più adatte a giardini informali e a vocazione naturalistica, magari affiancati ad altre essenze mediterranee come rosmarini e ginestre.
Tra le malattie del Cipresso ricordiamo l’infezione fungina causata dal Seiridium cardinale, detta cancro del cipresso, che si manifesta con l’ingiallimento e infine il disseccamento dei rami, con copiosa fuoriuscita di resina. Inoltre ricordiamo i marciumi radicali causati da Armillaria e l’infezione fungina da parte di Phomopsis occulta. Tra i parassiti segnaliamo l’afide del cipresso e lo scotilide Phloeosinus aubei.
Il legno di Cipresso non contiene canali resiniferi, è duro e compatto, resistente all’acqua. Si utilizza per costruire imbarcazioni, mobili e infissi. Non viene attaccato dai tarli.
Tra le varietà di Cipresso ricordiamo la “Pyramidais” detta anche “Stricta” che è quella a portamento colonnare e appuntito, e quella “Horizontalis” più espansa, con il tronco maggiormente esposto. Horizontalis è più rustica e veloce nell’accrescimento, con legno di migliore qualità. Tra i cloni resistenti al Seiridium ricordiamo “Florentia” e “Bolgheri” che hanno portamento eretto, utilizzati come ornamentali, e “Agrimed” ed “Etruria” che invece hanno habitus espanso e sono utilizzati per produrre legname e nei rimboschimenti. Tra le cultivar ornamentali ricordiamo “Swane's Golden” colonnare a fogliame giallo brillante, “Tiny Tower” che come dice il nome ha portamento fastigiato molto stretto, e cresce molto lentamente, e “Totem” con caratteristiche simili. Esistono anche cultivar variegate.
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