A ben guardare, una cura del corpo e del suo benessere attraverso prodotti della natura senza modifiche esisteva già e non è una invenzione dell’uomo contemporaneo (trasformata anche poi in un grande business, ma questo esula dai nostri obiettivi): la medicina, fin a poco più di un secolo fa, era molto più somigliante alla magia ed alla alchimia che alla medicina come la conosciamo noi oggi, anche perché i “medici” di un tempo raccoglievano e custodivano i segreti della cultura popolare nel preparare i giusti composti di fiori, radici eccetera per curare dei malesseri. Oggi tutto ciò si chiama fitoterapia (ovvero “cura con le piante”) e si inquadra del più grande contesto dell’erboristeria, una disciplina che scopre quali sono le piante con le giuste caratteristiche per l’essere umano e capisce come conservarle in modo da lasciare intatte le proprietà. Più che altro recentemente la fitoterapia è la parte più grande della moda “bio/green/natural” che ha invaso la componente societaria più elevata delle nostre culture, ovvero quelle stesse persone che con i loro studi e soprattutto con i loro finanziamenti hanno dato vita alle case farmaceutiche, ma che oggi hanno “scoperto” che la natura può farli star bene.
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Certo è che nessuno di noi umani, pure il più vegetariano (ma qui verrebbe da dire il più erbivoro), potrebbe strappare a morsi una pianta e mangiarne le parti positive tutti i giorni; innanzitutto è una questione di gusto e di gusti, ma poi il nostro apparato digerente è perfettamente costruito per una dieta onnivora, bilanciata e ricca di tutti i cibi che conosciamo. Come facciamo quindi a curarci con le piante senza ritrovarci a brucare? L’erboristeria come disciplina a tutto tondo, atta quindi anche a controllare le regole positive per un mercato miliardario ed in espansione, ha trovato anche il modo di permettere questo assecondando comunque i gusti ed il piacere di mangiare di quasi tutte le persone. Uno dei mezzi principali è la tisana: questo nome attualmente evoca una bevanda, generalmente calda (o meglio, è questo quel che rende la parola nell’immaginario comune), composta da acqua e prodotti naturali disciolti con l’obiettivo di migliorare alcuni aspetti del funzionamento del nostro organismo. E’ una buona definizione, che si accompagna alle tecniche per produrla: solitamente la tisana si fa come la camomilla, ovvero un filtrino con parti di pianta essiccate che scaricano le sostanze positive se poste in acqua bollente.
Tra le tante famosissime tisane del panorama erboristico mondiale (che poi, ci sono anche le mode nelle mode, con tisane più simili a cocktail che si susseguono in cima alla lista dei desideri dei seguaci della dieta erboristica di tutto il mondo, soprattutto se lanciate da star hollywoodiane salutiste), la tisana alla menta è una delle più apprezzate per le grandi qualità della pianta in questione. Innanzitutto un punto a favore di questa soluzione è la parte sensoriale: la menta ha un profumo fresco, naturale e del tutto apprezzato nel mondo, ma soprattutto ha un gusto osannato, tanto da essere parte di moltissimi gelati, cibi, liquori che mirano all’essenza della menta stessa. Da un punto di vista maggiormente fitoterapico la menta presenta qualità rilassanti, calmanti e decongestionanti, ovvero una volta assunta contribuisce a rilassare le tensioni del corpo e ciò può aiutare sia nell’aspetto psicologico e sia in quello fisico, perché questa azione (simile a quella della camomilla) può far ottenere dei benefici contro le tensioni addominali causate dal mal di pancia (un classico caso in cui si usa la camomilla). La menta ha dalla sua un gusto più apprezzabile ed apprezzato, e la possibilità di berla anche fresca, il che ottimo quando ci si trova d’estate, ovvero in un periodo in cui bevande calde non sono adattissime diciamo.
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