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I fiori hanno costituito una fonte di ispirazione per i poeti di tutti i tempi. Fra i poeti anglosassoni, William Wordsworth, vissuto a cavallo tra il Settecento e l'Ottocento, autore di una meravigliosa poesia sui narcisi, o la delicata poetessa ottocentesca Emily Dickinson, che scrive un componimento intitolato "Per te io curo questi fiori", mentre William Blake esalta il girasole, che segue l'andamento del giorno e lo scorrere del tempo. Nell'ambito della poesia italiana non si può non ricordare Giovanni Pascoli, che pone al primo posto la natura in tutte le sue manifestazioni e i fiori, portatori di significati spesso ambigui ed inquietanti, come il gelsomino notturno e la digitale purpurea. Il grandissimo poeta del Novecento Eugenio Montale pure conferisce estrema importanza ad elementi botanici e floreali: anche nella sua produzione poetica appare il girasole, simbolo di vita e di solarità, o il croco, fiore non fra i più conosciuti, ma presente negli antichissimi inni di Omero.
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I fiori hanno spesso esercitato una forte suggestione sull'animo sensibile degli artisti: il loro aspetto delicato e la varietà cromatica li rendono particolarmente adatti a comparire in tele di carattere sacro o profano. Le nature morte, che conoscono grande diffusione soprattutto a partire dal Seicento, sono spesso caratterizzate da ricche e articolate composizioni floreali, in cui spesso si cela un messaggio ammonitore: non bisogna essere troppo legati alla vita terrena perché essa è fragile e peritura, proprio come lo sono i fiori. Nella pittura impressionista dell'Ottocento la raffigurazione dei fiori diventa il pretesto per descrivere gli effetti della luce sugli elementi naturali (straordinaria, da questo punto di vista, la serie delle "Ninfee" di Claude Monet). Alcuni artisti, dalla vita difficile e tormentata, lasciano che i fiori esprimano la soggettività della propria visione: è il caso dei "Girasoli" di Vincent van Gogh, che nei colori vividi ed esasperati trasmettono l'inquieta sensibilità dell'artista.
Fin dall'Ottocento il linguaggio segreto dei fiori è stato trattato in specifiche pubblicazioni. Una delle più antiche, "Abécédaire de flore, ou language des fleurs" risale al 1811 ed è stata edita a Parigi. Nella stessa città, sette anni dopo, fu dato alle stampe "Le Language des Fleurs" di Charlotte de Latour, opera illustrata da pregevoli incisioni e di grande fortuna, come dimostrano le numerose edizioni che ne sono state realizzate: di questo libro esiste anche una traduzione italiana, pubblicata nel 2008, a cura della casa editrice Olschki. Di recente uscita è "Il linguaggio segreto dei fiori" di Vanessa Diffenbaugh, edito da Garzanti nel 2011: è la storia di Vittoria, una giovane donna spaventata dalla vita, che trova rifuglio nel proprio giardino segreto, ricco di fiori a cui è affidato il compito di esprimere i suoi pensieri e sentimenti.
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