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Il giardinaggio, ovvero il metodo di cura e coltivazione delle piante, si può praticare su spazi aperti privati, come la terrazza o il balcone, su spazi verdi esterni attigui all’abitazione e notoriamente conosciuti come giardini, in ambienti chiusi, oppure nei vivai, dove si organizzano appositi corsi di giardinaggio. La coltivazione e la manutenzione delle piante possono essere svolte per hobby e per lavoro. In tal caso si potrà praticare il giardinaggio per conto terzi ( aziende, privati, enti pubblici) ricoprendo la qualifica di giardiniere. Se la coltivazione delle piante viene effettuata su campi coltivabili e su larga scala, per fini produttivi, allora si parla di agricoltura vera e propria. Relegare il giardinaggio nell’ambito delle mere tecniche colturali ci sembra però fortemente riduttivo, perché questa “pratica” è fatta essenzialmente di amore e di passione che si intrecciano con il gusto, l’estetica e il design. Non a caso la realizzazione e la progettazione di un giardino vengono spesso affidati a progettisti specializzati che si occuperanno di integrare le piante coltivate in un ambiente appositamente creato ad hoc, in cui elementi fissi e mobili ( arredi, fontane, piscine) si fondono perfettamente con i colori e le forme delle piante e degli arbusti coltivati.
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Come già detto, il giardinaggio si può praticare nel giardino vero e proprio, in appartamento, sul balcone o su un terrazzo più o meno ampio. Ognuno di questi spazi è adatto alla coltivazione di specifiche specie di piante. Quelle erbacee, ad esempio, sono adatte alla realizzazione del prato o del manto erboso del giardino, mentre le piante a fiore possono servire a colorare delle aiuole oppure a creare delle splendide collezioni floreali in vaso, su terrazza e balconi. Gli spazi piccoli, come quelli appena indicati, possono servire anche ad ospitare piante aromatiche, che con il loro profumo e la colorazione verde intensa delle foglie contribuiscono notevolmente ad esprimere quella “cultura del verde” tipica del giardinaggio. Negli spazi interni, invece, è preferibile coltivare piante che resistono agli ambienti chiusi. Tra le specie a fiore, le rose rappresentano sicuramente le “regine” del giardino e del giardinaggio. Presenti in natura sia in maniera spontanea che ibrida, le rose si adattano alla creazione di splendidi rosai capaci di regalare un tocco di classe anche al giardino più semplice e innocente che esista. Le specie rampicanti ( e non solo rose) possono servire a decorare balconi, muri e recinzioni, per ottenere non solo un gradevole effetto estetico, ma anche copertura per motivi di privacy e riparo dal calore e dalla luce solare. Il giardinaggio contempla anche la coltivazione e la cura degli alberi da frutto, specie preferibilmente coltivate in giardino per puri scopi ornamentali. Nei giardini, anche piccoli, non manca mai qualche albero da frutto. La scelta della specie da coltivare dipenderà dall’area geografica in cui sorge il giardino. Nei giardini del Sud Italia ad esempio, non manca mai l’albero di limoni, un arbusto che rappresenta la massima espressione del giardinaggio meridionale. Nei giardini del Nord si possono, invece, trovare alberi di Pesco. Insomma, ogni pianta coltivata rappresenta un chiaro segno distintivo della zona e della cultura in cui viene curata e custodita. Se il clima e lo spazio lo permettono, alcune specie vegetali possono arricchire ulteriormente la resa estetica di un giardino. Stiamo parlando delle piante acquatiche, che come tutte le altre, hanno caratteristiche che vanno adeguatamente comprese per attuare le tecniche di coltivazione e cura più adatte per queste particolari varietà.
Come tutte le arti umane, anche il giardinaggio ha una sua storia che risale all’epoca preistorica. I primi segni della nascita di giardini monumentali si hanno dalle pitture murali dell’antico Egitto, risalenti al 1500 a.C. In queste immagini si raffigurano giardini con laghetti e piante acquatiche, circondati da palme e da alberi di acacia. L’arte del giardinaggio viene riconosciuta ed apprezzata anche dagli antichi Persiani e in Babilonia, dove si diffusero i giardini pensili. L’importanza dei giardini monumentali era notevole nell’antichità, tanto che questi spazi verdi venivano definiti “ i giardini del paradiso” o “le sette meraviglie del mondo”. In Grecia, intorno al 350 a.C, si diffuse l’abitudine di creare dei giardini all’interno delle residenze private dei notabili del tempo. Testimonianze iconografiche danno traccia di magnifici giardini anche a Pompei e nell’antica Roma. I segni di questi giardini si possono apprezzare ancora oggi. Uno di questi si può ammirare a Villa Adriana, a Tivoli. Il giardinaggio non è solo una prerogativa del mondo occidentale e delle antiche civiltà europee o africane. Intorno al VI secolo d.C. infatti, si sviluppò una tradizione parallela a quella europea, che ebbe origine in Cina e si diffuse in Giappone. In questi Paesi nacque la cultura del giardino Zen. Il giardino orientale rivoluziona completamente il concetto di giardinaggio unendolo a quello di armonia e di riappacificazione con la natura, in contrasto con l’ordine e la perfezione artificiosa espressa dai giardini dell’Occidente. Il giardinaggio, come espressione di fasto e di potere, si impone in piena epoca rinascimentale e prosegue fino al XIX secolo, con famosi giardini che fanno capo alle grandi capitali di Francia, Italia e Gran Bretagna. Da queste nazioni partirà lo stile del giardino all’inglese o all’italiana. Il XX e il XXI secolo segnano, invece, la nascita del giardinaggio integrato all’urbanistica, in cui ogni progetto verde viene contestualizzato con la vita delle città nell’ottica di uno stile di vita sano ed ecosostenibile. In questo quadro si potrebbe dire che il giardinaggio moderno è un po’ più minimalista rispetto a quello dell’antichità. In un certo senso è così, anche se il concetto di stile ed estetica non vengono quasi mai trascurati.
Il giardinaggio è arte e passione, ma ciò non toglie che abbia le sue regole. Anche se nella realizzazione di un giardino, nella scelta delle piante e nella loro disposizione, ognuno può dare sfogo alla propria creatività, nella messa a dimora delle specie da coltivare, nella loro cura e nella prevenzione delle malattie e delle avversità, bisogna seguire delle regole e delle tecniche ben precise. Queste regole riguardano le modalità ed i tempi di coltivazione delle piante, le loro necessità di irrigazione, le epoche della raccolta o del rinvaso, i metodi di prevenzione delle malattie (tagli e potatura), le tecniche di propagazione ( semina, talea, innesto), il loro nutrimento ( concimazione). Ogni singola pratica colturale va effettuata conoscendo le specifiche necessità della pianta coltivata e il suo ciclo vegetativo. Commettere degli errori, in ognuna di queste pratiche colturali, può provocare gravi danni alle piante, con il rischio di farle avvizzire, morire e di compromettere irrimediabilmente la resa estetica dello spazio verde. La messa a dimora delle piante va effettuata in periodi diversi, in base alla specie scelta e al clima della zona in cui viene coltivata. In pianura Padana, ad esempio, le piante si mettono a dimora tra ottobre e marzo, ovvero in autunno, appena cadono le foglie e prima della ripresa vegetativa. Alcune specie, come le latifoglie sempreverdi, vanno piantate in primavera. Altre specie, come le conifere, si piantano a fine agosto. Le regole del buon giardinaggio impongono però di non mettere le piante a dimora in piena estate o a primavera inoltrata, perché questa operazione causerebbe traumi alla pianta e costringerebbe a praticare frequenti irrigazioni.
Il giardinaggio si impara con la pratica, ma anche con la conoscenza. I vivai organizzano tantissimi corsi di giardinaggio, dove si impara a mettere a dimora le piantine, a rinvasarle ed a concimarle. Molto utili, per apprendere tecniche e metodi di coltivazione delle piante, sono anche le riviste di giardinaggio, sia cartacee che web. In questo caso possiamo citare, a titolo di esempio, anche il nostro sito giardinaggio.org, dove in ogni sezione vengono spiegate le diverse tecniche del giardinaggio. Non bisogna dimenticare che le varie pratiche colturali vanno armonizzate con le specifiche esigenze della pianta coltivata. In tal caso può rivelarsi utilissimo consultare i manuali di botanica e gli erbari, dove vengono elencate le caratteristiche delle singole piante, il loro nome botanico, la loro morfologia e le caratteristiche vegetative ( epoca fioritura, maturazione dei frutti, ecc.) e le malattie da cui vengono colpite. Per conoscere epoca della concimazione, metodi di irrigazione, tecniche di semina, manutenzione del prato, prevenzione e lotta a malattie e parassiti delle piante, e per imparare a praticare innesti e potatura, si possono seguire anche dei tutorial in formato video che i portali di giardinaggio come il nostro pubblicano sistematicamente.
Non esistono regole estetiche fisse da seguire per realizzare uno spazio verde di aspetto gradevole. Il principale risultato estetico deriverà dallo stato di salute delle piante coltivate. Poi, bisognerà solo seguire dei criteri di buon gusto nella disposizione dei vasi e delle altre categorie di piante. Anche la disposizione delle piante non deve essere fatta a casaccio, ma seguendo le specificità della pianta. E’, infatti, inutile esporre al sole diretto piante che si sviluppano solo a mezz’ombra. La disposizione delle piante dovrà, dunque, seguire le loro necessità vegetative, pena il rischio di vederle appassire e di rovinare, in un solo colpo, l’intera resa estetica del giardino.
Nel giardinaggio moderno si usano delle terminologie che è utile conoscere, magari non per saper coltivare meglio le piante, ma per mostrarsi informati su alcune recenti definizioni in voga nel mondo del giardinaggio. Quando un giardino è “cool” vuol dire che è fatto bene e che funziona. Quando è “kitsh” vuol dire che è esteticamente sgradevole. Le due terminologie derivano rispettivamente dal’inglese e dal tedesco e sono prese in prestito dalla moda e dal design. In ogni caso, se il giardinaggio verrà praticato con attenzione e con passione si otterranno sempre dei risultati esteticamente apprezzabili e, soprattutto, unici ed originali.
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