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Il nome del genere Albizia deriva dal nome del nobile fiorentino Filippo degli Albizzi, che la introdusse in Italia nel 1740, portandola da Istanbul. Oltre a Albizia julibrissin, la più nota tra quelle coltivate a scopo ornamentale, esistono oltre un centinaio di specie che appartengono al genere Albizia, ne descriviamo alcune tra quelle coltivate sia a scopo ornamentale sia per la produzione del legno. Albizia lebbeck che può crescere fino ad una trentina di metri, presenta dei fiori gialli verdi e foglie semi-perenni, in India e Pakistan viene coltivato per la produzione di legno. Albizia lophantha è un piccolo albero o arbusto, originario dell'Australia occidentale, raggiunge al massimo gli otto metri di altezza, è una pianta a rapido accrescimento e tollera molto bene i suoli poveri. I fiori sono color giallo crema.
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Albizia julibrissin, non ha bisogno di cure particolari, preferisce le esposizioni in pieno sole o semi ombreggiate. Tollera bene le basse temperature e resiste alla salsedine. Oltre che in piena terra può anche essere coltivata in vaso, avendo cura di scegliere un vaso abbastanza grande, per evitare rinvasi troppo frequenti. Si adatta a tutti i tipi di terreno, anche se preferisce terreni fertili e ben drenati, se è coltivata in vaso ogni anno andranno rimossi alcuni centimetri di terreno e sostituiti con del nuovo terriccio. Durante la primavera e la stagione estiva deve essere annaffiata regolarmente, in modo da tenere umido il terreno, evitando la formazione di ristagni d'acqua che sono mal tollerati da questa pianta; in autunno e inverno le annaffiature andranno molto diradate. Durante la fioritura è opportuno concimare una volta al mese, si può usare del concime liquido aggiungendolo all'acqua dell'annaffiatura.
Albizia julibrissin da alcuni anni viene colpita da un nuovo insetto: Acizzia jamatonica, che appartiene alla famiglia degli Psillidi, segnalato per la prima volta in Europa nel 2001. Questi insetti pungono la pianta, per succhiare la linfa, sulla nervatura delle foglie, sui germogli e sui boccioli dei fiori, emettendo una melata molto abbondante, dove in seguito si possono sviluppare le fumaggini, dei funghi parassiti che formano una patina nerastra. Gli stadi giovanili di questo insetto producono anche della cera. Melata e cera imbrattano tutto quello che si trova sotto la pianta. La sottrazione della linfa provoca prima l'ingiallimento delle foglie e successivamente la caduta precoce. Rami e a volte anche intere piante possono venire completamente defogliati. Per contenere i danni è necessario, ai primi sintomi di infestazione, procedere con dei trattamenti chimici, possono essere efficaci i Piretroidi e l'estratto di Piretro. Quando utilizziamo questi prodotti dobbiamo attenerci attentamente alle modalità d'uso.
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