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La coltivazione dei muscari è semplice perché si tratta di piante decisamente resistenti e adatte alla coltivazione nel territorio italiano, dove possono essere trovate anche come vegetazioni spontanee. I muscari resistono anche alle basse temperature e non temono quindi nemmeno gli inverni più rigidi: la coltivazione può avvenire quindi in vaso, oppure direttamente nel terreno senza troppi rischi per la pianta. La collocazione dovrà però essere valutata sulla base dell'esposizione solare: per fiorire a dovere, i muscari richiedono molte ore di sole al giorno. Le differenze sono evidenti nell'aspetto della pianta, che se posizionata in un luogo non sufficientemente soleggiato produrrà molte foglie, ma pochissimi fiori. La fioritura sarà inoltre favorita dalla coltivazione di un terreno idoneo, ovvero ricco di materia organica e ben drenante: la pianta, infatti, non gradisce il ristagno idrico, quindi è meglio provvedere ad innaffiature regolari e frequenti, piuttosto che abbondanti. La fioritura avviene solitamente da maggio in poi e sarà favorita dall'annaffiatura costante, anche se più rada rispetto al periodo estivo, anche nei mesi invernali caratterizzati dal riposo vegetativo. Per una fioritura ottimale, quindi, è consigliabile prendersi cura del bulbo durante tutto l'anno, senza pause a meno che non sia giunto il momento di operare un rinvaso, per dare alla pianta tutto lo spazio e il terreno sufficiente a crescere. Il tutto verrà poi ulteriormente favorito da una concimazione regolare, da effettuarsi ogni 15 o 20 giorni circa.
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La riproduzione dei muscari, come del resto quella di tutti gli altri bulbi, è molto semplice: essa avviene tramite la divisione dei bulbilli che si formano, nel corso del periodo di crescita e fioritura, attorno al bulbo principale. Sarà sufficiente separare i bulbilli, conservarli in un luogo fresco e asciutto oppure provvedere subito alla messa a dimora nel terreno, con l'arrivo della bella stagione. Anche i bulbi principali possono essere utilizzati con carattere annuale e possono essere rimossi dal terreno per tutto il periodo invernale, concedendo loro un po' di riposo, per essere poi messi a dimora nel terreno nuovamente con l'arrivo della primavera. I bulbilli invece si consiglia di metterli a dimora in autunno, lasciando loro tutto il tempo per crescere e svilupparsi. La separazione del bulbo principale dovrà essere effettuata facendo attenzioni a non provocare eccessive ferite che si rimarginerebbero con fatica, lasciando via libera ad infezioni e attacchi parassitari. Per la stessa ragione si dovrà fare attenzione ad utilizzare sempre strumenti sterili.
I muscari sono piante particolarmente resistenti all'attacco dei parassiti e funghi, come del resto spesso accade alle piante selvatiche e coltivate nella loro zona d'origine, ma questo non significa che siano totalmente immuni e al riparo da qualsiasi pericolo. Il principale elemento di rischio per i muscari è costituito dai ristagni idrici: per questo il terreno deve essere scelto in modo accurato e deve essere ben drenante, per evitare che l'acqua di innaffiatura su fermi in superficie per lungo tempo. L'acqua eccessiva potrebbe far marcire le radici, ma questo non è l'unico rischio: un ambiente e un terreno eccessivamente umidi possono essere un terreno fertile anche per le muffe, che possono attaccare con relativa facilità la pianta provocandone la morte. Per quanto riguarda i parassiti e i funghi, la cura passerà attraverso l'utilizzo di prodotti specifici a seconda del tipo di organismo infestante, mentre nel caso delle muffe la lotta è più complessa: da qui si evince l'importanza fondamentale della prevenzione, per evitare alla base che il problema si sviluppi.
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