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L'albero di Giuda cresce prevalentemente allo stato selvatico, pertanto non richiede particolari attenzioni. La sua fioritura è ottimizzata in luoghi esposti per molte ore alla luce diretta del sole, non troppo soggetti all'azione di venti e su terreni preferibilmente calcarei e ben drenanti; il pH del terreno deve inoltre essere compreso tra neutro e leggermente acido, mentre pH basici non sono tollerati. La potatura dev'essere effettuata in tarda estate e deve avere lo scopo di eliminare rami o parti danneggiate e dare una forma alla chioma dell'albero. Gli interventi di potatura devono essere generalmente limitati e non invasivi, tranne nel caso in cui l'albero appaia gravemente compromesso da gelate o attacchi di parassiti. I fiori, se colti in primavera quando sono ancora freschi, possono essere utilizzati per la preparazione di insalate.
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La concimazione dell'albero di Giuda può essere considerata superflua, in quanto allo stato selvatico non va effettuata. Tuttavia, se viene piantato nei giardini a scopo ornamentale o culinario, gli interventi di concimazione sono consigliati per stimolare la sbocciatura. Poiché l'albero stringe un rapporto simbiotico con alcuni ceppi di batteri azotofissatori, il concime impiegato deve essere povero di questo elemento. Uno dei concimi più indicati, pertanto, è lo stallatico maturo a lenta cessione, particolarmente ricco di potassio (che stimola la fioritura). La consistenza di tale concime deve essere granulare, in modo da non compattare eccessivamente il terreno e da contribuire a renderlo drenante. È consigliato effettuare l'intervento nel mese di novembre, così da garantire un'ulteriore protezione alla pianta contro le gelate invernali.
Benché l'albero sia resistente all'attacco da afidi, è più vulnerabile ad attacchi da parte di cocciniglie e ragnetti rossi, che possono essere trattati con appositi antiparassitari. Un altro insetto che può raramente attaccare il siliquastro è la psilla, un fitofago che è proliferato negli ultimi anni a causa di trattamenti chimici che hanno debellato i suoi nemici naturali. Attaccano generalmente le parti giovani della pianta e, a causa delle punture che effettuano per nutrirsi, provocano necrosi. Inoltre, secernono una soluzione zuccherina che, accumulandosi sugli organi vegetativi, provoca sia l'asfissia, sia la concentrazione dei raggi solari, con conseguenti scottature. È possibile eliminare la psilla utilizzando un antiparassitario a base di abamectina, mentre le parti vegetative ricoperte dalla soluzione zuccherina devono essere sottoposte a lavaggi.
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