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Essendo una pianta rizomatosa, a differenza della comune rosa, la tuberosa può essere moltiplicata solo attraverso la divisione dei bulbi. Sembra un’operazione difficile ma in realtà non lo è affatto, visto che ogni bulbo possiede già di per sé dei piccoli bulbini che gli crescono intorno e sono proprio questi che vanno prelevati dal rizoma principale e poi interrati per creare delle nuove piante. La piantumazione va effettuata in autunno, al termine della fioritura, ossia quando ogni fiore e ogni parte della pianta si secca e i rizomi iniziano il periodo di riposo. Di solito, comunque, se si decide di piantare le tuberose direttamente nella terra, i bulbi possono essere posizionati anche direttamente in primavera. Le piante nate da rizomi nuovi impiegano qualche anno per produrre una fioritura abbondante.
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Il nome botanico di questa pianta è tuberosa polianthes: è originaria dell’America centro-meridionale, in particolare di paesi come Messico e Texas, dove è conosciuta soprattutto con il nome di nardo e vara de San Josè. Nei suoi paesi di origine questa particolare rosa viene usata soprattutto a scopo decorativo in vaso, mentre alle nostre latitudini è coltivata di più come pianta da giardino. Per far sì che produca presto il primo fiore, la tuberosa ha bisogno di un terreno molto ben drenato perché, come per ogni pianta bulbosa, i ristagni idrici potrebbero esserle fatali. Le temperature non devono mai essere inferiori ai quindici gradi, altrimenti è consigliabile coltivarla in vaso e tenerla in appartamento. L’importante è che sia posizionata in un luogo molto luminoso. La tuberosa va annaffiata in maniera regolare durante l’estate, mentre in inverno le irrigazioni devono essere più sporadiche.
La tuberosa è una pianta da fiore che non richiede particolari cure. In primavera e in estate è però opportuno concimare il terreno con dei prodotti organici una volta al mese; in autunno, invece, al termine della fioritura che coincide quasi sempre con i primi freddi, bisogna ricordarsi di prelevare i bulbi dal terreno e di metterli a riposo fino alla primavera successiva. Questa rosa non va mai potata, se non per rimuovere delle parti secche o danneggiate dalle intemperie. Bisogna poi fare attenzione agli afidi e alle malattie fungine che colpiscono soprattutto lo stelo: se ciò avviene, bisogna intervenire tempestivamente con dei prodotti specifici per evitare che la malattia raggiunga il bulbo, che altrimenti marcirà e non potrà dunque essere mai più utilizzato. Infine, bisogna sapere che il vento forte potrebbe danneggiare i lunghi steli, dunque in tal caso la pianta va spostata in un luogo riparato.
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