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Per coltivare la pianta lenticchie nei terreni adatti (semi-aridi), bisogna arare il terreno ed affinarne poi il suo letto (in autunno, per la semina autunnale, ed in inverno, per la semina di primavera). In Italia, la semina avviene a novembre nelle zone più basse e verso marzo, nelle zone più alte. Di solito avviene per seme. I semi vengono raccolti facendo seccare la pianta. Nella prima parte della crescita, questa è molto lenta e a peggiorare le cose, ci sono le piante infestanti, che rappresentano un serio problema. Perciò, i solchi devono essere continuamente puliti dalle erbe stesse a mano, in quanto i filari sono stretti e non ci possono passare macchine agricole. La pianta della lenticchia è autogama (unione di due gameti, femminile e maschile di una stessa pianta). I baccelli, contengono due/tre semi, schiacciati, che possono essere di colore giallo-verdastro, o marroncino. Dobbiamo però distinguerne due specie : quella spontanea, delle aree Mediterranee e dell' Asia (la Nigricans), e quella derivante solo dalle coltivazioni (la Esculenta). Le lenticchie, hanno un alto potere nutritivo.
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La raccolta delle lenticchie, non si può fare a mano, quando le piante cominciano a seccarsi. Vanno tagliati, lasciati in mucchi ed aspettare che si secchino definitivamente, poi vengono portati nei luoghi in cui si fa la sgranatura. Vengono così raccolti i semi, e lo scarto viene utilizzato come foraggio per il bestiame. Rispetto ad altri tipi di legumi, gli attacchi alla pianta della lenticchia sono meno frequenti, ma ci sono alcune malattie, che fanno diminuire la produzione, come il marciume nelle radici (dovuto a troppa umidità) e la ruggine (che è un tipo di fungo). Gli insetti più dannosi sono il coleottero (la specie adulta mangia le foglie) mentre le sue larve si nutrono dei semi della lenticchia. Quando poi i semi vengono riposti negli appositi silos, ci sono altri rischi di attacchi, come quelli dei tonchi (insetti con corazza, le cui specie sono in aumento). In commercio, troviamo le lenticchie secche ed in scatola. La lenticchia nel secoli, è diventata il simbolo per augurare buona fortuna. Originariamente, si regalava un sacchetto di lenticchie che rappresentavano un sacchetto pieno di denaro (tradizione tipica di fine anno).
Le lenticchie, sono ricche di sali minerali, fibre e vitamine, e fin dai tempi antichi (consumate fin dalla preistoria), erano considerate la carne dei poveri, per il loro alto potere nutritivo (proteine). La lenticchia va consumata cotta, non cruda, in quanto contiene dei principi antidigestivi, che vengono meno solo con la cottura. E' consigliato l' utilizzo della lenticchia secca, non quella in scatola, più ricca di proteine e senza conservanti. La lenticchia secca deve essere lasciata a bagno per qualche ora, risciacquati e poi si può procedere alla cottura. L' acqua deve essere ben dosata, perchè troppa potrebbe far perdere sali minerali e vitamine. Usati anche i germogli per cucinare. L' uso della lenticchia, è consigliato a chi soffre di stitichezza, in quanto è ricco di fibre che regolarizzano le funzioni dell' intestino, per i neonati, nel periodo dello svezzamento, in quanto ricchi di proteine, simili a quelli della carne, per chi soffre di anemia (contengono ferro), per chi ha problemi di fegato. Tra le varie ricette, ricordiamo il piatto tradizionale di San Silvestro, le lenticchie con il cotechino e la pasta le lenticchie.
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