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La melia preferisce i climi temperati, però si adatta bene anche a quelli caldi e secchi in quanto sopporta le temperature elevate; possiede anche una buona tolleranza al freddo, tenendo conto che con valori termici inferiori ai – 10 °C possono danneggiare l’albero, e al vento. Le esposizioni migliori sono gli ambienti completamente soleggiati, però vegeta bene anche in aree parzialmente ombreggiate. In fatto di terreno è una specie adattabile, infatti ha un buon sviluppo sui suoli sassosi e leggeri, però predilige i terreni freschi, profondi, umidi e ben drenati, mentre non gradisce quelli troppo compatti in quanto risultano soggetti ai ristagni idrici. Questa specie è originaria dell’India, del sud della Cina e dell’Australia, attualmente è presente in tutta Europa e negli Stati Uniti; nel nostro Paese è diffusa nelle regioni centro-meridionali.
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L’albero dei rosari si moltiplica per seme e per polloni radicali. I frutti una volta trascorso l’inverno cadono a terra o vengono diffusi nell’ambiente circostante da alcuni uccelli, a causa della buona capacità di germinazione dei semi e di uno sviluppo veloce la melia può diventare invasiva ed aggressiva nei confronti degli altri alberi. La semina di solito avviene in primavera, però per ottenere esemplari identici alla pianta madre si ricorre alla propagazione per via vegetativa, che consiste nel prelevare i polloni basali mettendoli a radicare in un substrato costituito da sabbia e torba in parti uguali. Una volta avvenuta la radicazione le piantine sono pronte ad essere trapiantate.
L’albero dei rosari viene coltivato a scopo ornamentale per la sua fioritura e per l’aspetto di albero spoglio provvisto di frutti disposti in grappoli durante la stagione invernale. È presente nei giardini privati e si impiega per la formazione di alberature stradali in quanto resiste all’inquinamento atmosferico. È sconsigliata la messa a dimora nei parchi pubblici e, specialmente, nelle aree ricreative frequentate dai bambini in quanto i frutti se ingeriti possono risultare anche mortali.
Con la potatura, fin dalle prime fasi di crescita, bisogna dare la forma alla pianta eliminando i rami posizionati in basso, in modo da limitare eventuali tagli grossi futuri in quanto la melia fatica a cicatrizzare; per quanto riguarda gli alberi adulti vanno asportate le parti secche, danneggiate ed i polloni che si sviluppano alla base della pianta. La concimazione si esegue durante all’impianto apportando del letame maturo, negli anni seguenti, qualora fosse necessario, si distribuisce del concime complesso a lenta cessione alla ripresa vegetativa. Nei primi anni successivi all’impianto è meglio ricorrere all’irrigazione, una volta che l’albero è adulto è in grado di resistere alla siccità prolungata. L’albero dei rosari è una pianta rustica, per cui è poco soggetta ad attacchi di parassiti, tra i funghi si ricordano i marciumi radicali e la ticchiolatura, che colpisce le foglie.La melia è una pianta tossica per l’uomo in quanto in tutte le sue parti contiene delle potenti sostanze neurotossiche, concentrate maggiormente nei frutti, infatti basta ingerire poche drupe per provocare la morte nel giro di una giornata; i sintomi dopo qualche ora possono essere vomito, diarrea, attacchi cardiaci e dolori allo stomaco. Inoltre queste sostanze risultano repellenti nei confronti degli insetti, infatti l’impollinazione non è entomofila. Infusi a base di foglie e frutti sono utili per allontanare i parassiti dalle piante ed insetti come mosche e zanzare dalle case.
Questa pianta è denominata albero dei rosari perché è provvista di semi forati centralmente, per cui si utilizzano per fabbricare le collane da rosario. Il legno resiste all’acqua ed è immune dai tarli, viene impiegato in ebanisteria e per la costruzione di attrezzi sportivi. Nella corteccia è contenuta una sostanza alcaloide detta margosina, caratterizzata da un’azione purgativa ed antielmintica.
Gli infusi a base di corteccia e foglie esercitano anche un’azione rilassante dell’utero, però devono essere fortemente diluiti per il motivo citato nel paragrafo precedente.
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