Bagolaro - Celtis australis

Generalità

Il bagolaro, denominato anche romiglia o spaccasassi, appartiene alla famiglia delle Ulmacee, al genere Celtis ed alla specie australis. È un albero di grosse dimensioni, alto 25-30 m, caratterizzato da una notevole longevità, infatti è in grado di sopravvivere fino all’età di 300 anni, e da una crescita abbastanza veloce. Il tronco è eretto, abbastanza corto e ramificato, le branche principali sono grandi, quelle secondarie più piccole ed assumono un habitus di crescita pendulo. La corteccia è di colore grigio e liscia, in età molto avanzata diviene solcata; la chioma è rotonda, espansa e compatta. Le foglie sono caduche, alterne, brevemente picciolate, ovali, con apice appuntito, lunghe in media 10 cm e larghe 3-5 cm, con i bordi dentati, con una pagina superiore verde scura e ruvida e quella superiore grigia e pelosa; in autunno il fogliame, prima di cadere, diventa giallo. I fiori sono ermafroditi, di piccole dimensioni, provvisti di un lungo peduncolo, bianchi-giallastri, solitari o riuniti in piccole infiorescenze localizzate all’ascella della foglia. La fioritura si verifica in primavera contemporaneamente al’emissione delle foglie, nei mesi di aprile e maggio, l’impollinazione è anemofila. I frutti sono delle drupe rotonde, dure, aventi un diametro di 1 cm, verdi inizialmente, mentre a maturazione diventano scure e vengono mangiate dagli uccelli che ne disperdono i semi nell’ambiente. Il legno della romiglia è duro, di un colore grigio-verdastro, flessibile e viene impiegato nella fabbricazione dei manici di fruste e di attrezzi agricoli, di strumenti musicali, per torniture e come legna da ardere.
pianta di bagolaro

Gleditsia triacanthos (Spino di Giuda) [H. 50-100 cm.]

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Clima e terreno

Il bagolaro preferisce i climi temperati, però si adatta bene anche a quelli temperati caldi e freddi in quanto sopporta sia le alte che le temperature che scendono di diversi gradi sotto lo zero. Le esposizioni migliori sono gli ambienti completamente soleggiati, meglio se riparati perché l’albero è sensibile alle gelate primaverili, considerando che la ripresa vegetativa e la fioritura iniziano in aprile; vegeta bene anche in aree parzialmente ombreggiate. La romiglia è un albero adattabile in fatto di terreno, predilige i suoli sciolti, di medio impasto, fertili, calcarei e ben drenati, però si sviluppa bene anche sui terreni subacidi, sabbiosi, poveri e sassosi, infatti è chiamato spaccasassi perché le sue radici robuste sono in grado di sgretolare le rocce penetrando delle fenditure; rifugge i suoli troppo compatti in quanto risultano soggetti ai ristagni idrici. Questa specie è originaria del bacino del Mediterraneo e dell’Asia occidentale, nel nostro Paese è diffusa su tutto il territorio fino a 700-800 m di altitudine.

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Propagazione

Lo spaccasassi si moltiplica per seme, per margotta o propaggine e per polloni radicali. La semina si effettua in semenzaio ponendo i semi in contenitori con un substrato leggero e fertile che deve essere inumidito, in seguito vanno mantenuti al buio per favorire la germinazione, mentre all’emergenza delle piantine, si aumenta la luminosità. Successivamente le piantine si mettono a dimora in vivaio, dove permangono per almeno due anni. La propaggine consiste nel coprire col terreno un ramo attaccato alla pianta madre in modo da favorire l’emissione di radici in prossimità dei nodi. I polloni basali si mettono a radicare in un substrato costituito da sabbia e torba in parti uguali, una volta avvenuta la radicazione le piantine sono pronte ad essere messe a dimora.


Impianto

L’impianto si effettua in autunno nei climi più freddi oppure ad inizio primavera in quelli più miti.

Per la messa a dimora nei parchi pubblici si utilizzano piante alte 3 m, aventi una circonferenza del fusto di 16-18 cm, le dimensioni della buca sono di 60 X 60 cm con una profondità di 80 cm, inoltre per il sostegno sono necessari due tutori in legno alti 2 m da piantare nel terreno ed un traversino attaccato ad essi e legato alla pianta; le piante devono essere distanziate tra loro almeno 7 m, in quanto le radici esplorano il terreno oltre le dimensioni della chioma. Per la rinaturalizzazione delle pendici sassose si utilizzano semenzali aventi 2-3 anni d’età.


Bagolaro: Tecniche di coltivazione

La romiglia viene coltivata come pianta ornamentale nei parchi pubblici e nei grandi giardini, per la formazione di alberature stradali in quanto resiste bene all’inquinamento atmosferico e per effettuare il rimboschimento di zone povere e sassose. Con la potatura ci si limita ad asportare i rami secchi, danneggiati, i polloni alla base della pianta e gli eventuali rami posizionati in basso nel caso delle alberature stradali. La concimazione si esegue durante all’impianto apportando del letame maturo, negli anni seguenti, qualora fosse necessario, si distribuisce del concime ternario a lento rilascio alla ripresa vegetativa. L’irrigazione è necessaria nei primi anni successivi all’impianto, in fase adulta resiste alla siccità e si interviene soltanto in seguito a lunghi periodi caldi e asciutti. Il bagolaro è una pianta rustica, per cui è poco soggetta ai parassiti, i funghi più pericolosi sono i marciumi radicali, che si instaurano in condizioni di asfissia radicale.


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