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Il Gelso da carta si è naturalizzato in gran parte d’Italia comprese le isole, da 0 a 600 m sul livello del mare. Manca solo in Valle d’Aosta, Puglia e Calabria. E’ diffuso lungo strade e tragitti ferroviari, terreni incolti e marginali, siepi e boscaglie, e si diffonde facilmente e velocemente sia grazie alla sua frugalità che alla sua capacità pollonifera assai spiccata. E’ una pianta rustica che non tele le gelate (anche se lunghi e rigidi inverni la possono danneggiare), resistente ai venti salmastri e all’aridità. Predilige terreni profondi e sciolti, ricchi di humus, ma non ha difficoltà ad adattarsi alle più svariate condizioni edafiche. Richiede esposizioni in pieno sole e possibilmente riparate dai venti insistenti.
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La propagazione del Gelso da carta avviene soprattutto per via vegetativa, tramite taleo o polloni radicali. I polloni radicali vengono separati dalla pianta madre a fine inverno e lasciati in situ per circa un mese, poi vengono spostati in vaso o trapiantati direttamente a dimora avendo l’accortezza di non danneggiarne l’apparato radicale a fittone durante l’operazione pena il disseccamento della pianta. La pacciamatura favorisce lo sviluppo della pianta, ma in ogni caso l’accrescimento è rapido. Può essere impiegata con successo per consolidare terreni franosi e mobili come scarpate e argini di torrenti o canali. A scopo ornamentale può essere utilizzato in piccoli spazi assolati dove altre essenze non possano crescere con successo. Pur non essendo la più appariscente delle essenze arboree ha comunque un suo valore estetico, soprattutto se viene accostata ad altre specie, arbustive o erbacee perenni, che le facciano da supporto e migliorino l’estetica di insieme soprattutto nei mesi invernali.
Tra i patogeni che attaccano il Gelso da carta ricordiamo l’Agrobacterium tumefaciens che causa la galla del colletto, Pseudomonas syringae che causa clorosi batterica (non presente in Italia fino a prova contraria) e alcuni funghi. Può essere attaccato dal cosiddetto bruco americano o Ifantria americana (Hyphantria cunea), un lepidottero che ne causa pesante defogliazione durante l’estate.
La corteccia del Gelso da carta viene usata in Polinesia per fabbricare un tessuto chiamato Tapa. In pratica i giovani fusti vengono tagliati dai gelsi allevati a ceppaia quando hanno raggiunto un diametro di 2,5 cm e 3-4 m di altezza, e la corteccia viene asportata in un’unica lunga striscia da cui si preleva la parte fibrosa interna che viene lavata e raschiata e successivamente appiattita e lavorata infeltrendola, per produrre alla fine il Tapa, poi sbiancato al sole e stampato con i coloranti tradizionali. In alternativa la scorza può essere usata per produrre un tipo di carta chiamata Washi, la cosiddetta carta giapponese, con cui si fanno origami, shodo (l’arte della calligrafia giapponese), stampe artistiche dette Ukiyo-e oltre a tutta una serie di suppellettili e persino vestiti.
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