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Il Sorbo montano è una pianta eliofila, diffusa da 0 a 1200-1600 metri sul livello del mare in tutta la penisola italiana, isole comprese, in boschi collinari e montani, e luoghi rocciosi o radure esposte. E’ molto adattabile, ma predilige i substrati calcarei. Tollera senza problemi l’aridità e le basse temperature, quindi può essere considerata pianta rustica di poche pretese, facilmente coltivabile. In Europa infatti è diffuso ovunque tranne che in Scandinavia. Resiste molto bene all’inquinamento.
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La propagazione avviene più che altro per seme, a ottobre, oppure tramite margotta. Dopo due o tre anni avviene la messa a dimora, in autunno o primavera, avendo cura di scegliere un terreno poroso e areato, possibilmente non argilloso, preferibilmente lavorato (ma si può aprire anche la classica buca cubica di 40 cm di lato, dato che la pianta non è schizzinosa). Dopo l’impianto è bene operare una sarchiatura o zappettatura dell’area di piantumazione per mantenere la porosità del suolo. La fertilizzazione è necessaria di solito solo al momento della messa a dimora e si preferisce utilizzare lo stallatico maturo.
Il Sorbo montano è una pianta che si presta molto bene a venire utilizzata in giardini informali, in piccoli gruppi o sul fondo di bordure all’inglese, e in siepi miste soprattutto a crescita libera. E’ uno degli alberi prediletti dai naturalisti che vogliano coltivare un giardino che attiri e dia sostentamento alla fauna locale. Anche gli estimatori del giardino biologico apprezzano il Sorbo montano, in grado di contribuire alla varietà e quindi alla buona salute e all’equilibrio generale della microfauna entomologica del giardino o dell’orto, minimizzando l’impiego di antiparassitari naturali. Viene sottoposto a potature per fargli assumere una forma rotondeggiante (anche se non estrema come nel caso del bosso) nei giardini che fanno dell’arte topiaria uno dei focal point di interesse. Può essere guidato nella crescita per assumere posizioni incurvate sino a fargli formare archi per incorniciare panchine o nicchie. In ambito urbano viene utilizzato per le alberature dato il suo bell’aspetto unito alla rusticità e alle minime cure richieste. La potatura è necessaria solo per rimuovere il seccume, dato che la pianta dà il meglio di sé se lasciata sviluppare in autonomia. Non sono necessarie fertilizzazioni sistematiche.
Come tutte le Rosaceae, anche il Sorbo montano è sensibile agli attacchi dell’ascomicete Nectria che provocano il cancro di fusti e rami, con conseguente seccume generalizzato.
Il legno, che ha impieghi limitati più che altro per le modeste dimensioni del fusto, è di color rosso-bruno con alburno avorio. Duro e tenace, viene comunque usato quando se ne ha la disponibilità per lavori al tornio, per produrre manici di attrezzi, arnesi agricoli e oggetti ornamentali.
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