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Le varietà di ciliegio dolce si distinguono in base alla consistenza della polpa, croccante o tenera, e secondo il colore, chiara o scura. Le cultivar di ciliegio hanno un periodo di maturazione compreso tra la terza decade di maggio e la metà di luglio; le più importanti, dalle più precoci alle più tardive sono: Sweet Early, Napoleone, Bigarreau Burlat (cultivar di riferimento che matura il 25 maggio), Durone dell’anella, Giorgia, Durone Nero I, Black Star, Stella, Van, Sunburst, Durone Nero II, Lala Star, Ferrovia, Lapins e Sweet Heart. Durante le annate piovose le drupe, in fase di maturazione, sono soggette allo spacco; le cultivar precoci sono più sensibili a questo fenomeno in quanto il frutto si ingrossa molto rapidamente.
Relativamente al ciliegio acido le varietà principali di amarena sono: amarena di Verona, amarena di Pescara, amarena piacentina, agriotta imperiale ed agriotta del nord. Pianta vera da frutto ALBERO DI CILIEGIO NERA 'VERA' h 150 cm Prezzo: in offerta su Amazon a: 11€ |
I principali portainnesti del ciliegio sono il franco, il magaleppo, Colt, Ma x Ma14 e Gisela 5.
Il franco si adatta a terreni profondi, freschi e argillosi ma ben drenati; è sensibile alla siccità, tollera il calcare, una moderata asfissia e non è idoneo al ristoppio. È molto vigoroso, presenta una buona affinità d’innesto ed induce una lenta entrata in produzione.Il magaleppo (Cerasus mahaleb) è meno vigoroso del franco, possiede radici fittonanti con ottimo ancoraggio, si adatta ai terreni sciolti, leggeri, ciottolosi e calcarei, purché ben drenati; risulta molto sensibile all’asfissia radicale.Il colt è un ibrido dotato di radici superficiali, aventi un buon ancoraggio; resiste al calcare, ai ristagni idrici e si adatta al ristoppio.Il Ma x Ma14, un ibrido ciliegio dolce-magaleppo, è caratterizzato da una buona affinità d’innesto, un ottimo ancoraggio e da un vigore inferiore del 30-40% rispetto al franco; resiste alla clorosi ferrica ed induce una precoce entrata in produzione.Gisela 5 è un portainnesto nanizzante che induce una precoce entrata in produzione, un’elevata produttività ed una buona pezzatura dei frutti; è consigliato in terreni fertili ed irrigui.Anche il ciliegio acido può essere impiegato come portainnesto, però, nonostante resista al freddo e si adatti a diversi terreni, è disaffine con molte varietà ed ha una forte attitudine pollonifera.I sistemi di allevamento attuati nel ciliegio sono il vaso a pieno vento, il vasetto a branche multiple o spagnolo, la palmetta irregolare o libera (sesti 5,5/6 X 5/6,5 m) e la bandiera.
Il primo non è attuabile per i nuovi impianti in quanto le piante hanno un’ampia mole, con sesti d’impianto di 8 X 8 m; l’obbiettivo attuale è l’ottenimento di piante basse, che entrino presto in produzione e che mantengano una produttività costante.Il vasetto spagnolo si forma raccorciando continuamente a 3-4 gemme i germogli in crescita che costituiranno la struttura della pianta; in questa maniera nel giro di 1-2 anni si ottiene una forma a cespuglio gestibile da terra (altezza 2,5 m). Questo sistema è attuabile, impiegando portainnesti vigorosi, nelle regioni meridionali in quanto l’inverno è breve, per cui si sfrutta il lungo periodo di attività vegetativa della pianta; i sesti d’impianto sono 5 X 4 m, con una densità di 500 piante/ha.La bandiera è una forma a parete dove le piante hanno un asse principale inclinato di 45° e diverse branche inclinate dalla parte opposta a 90° rispetto al fusto; questo sistema è stato proposto al fine di contrastare il fortissimo sviluppo acrotono tipico del ciliegio, i sesti d’impianto adottati sono 5/5,5 X 4,5/6 m.Il ciliegio dolce produce sui dardi a mazzetto, per cui gli interventi di potatura sono molto limitati, essa viene eseguita in estate dopo la raccolta per evitare l’emissione di gomma; si asportano i rami secchi e si sfoltisce la chioma per migliorare la penetrazione della luce nelle parti interne. La potatura in verde riduce lo sviluppo vegetativo, provoca una migliore induzione a fiore e favorisce la cicatrizzazione dei tagli. Il ciliegio acido fruttifica prevalentemente sui rami misti, per cui vengono sfoltiti e rinnovati, evitando tagli grossi che favoriscono l’emissione di gomma.Tramite la concimazione sono apportati al suolo i principali elementi minerali, fondamentali per lo sviluppo e la produzione delle piante, quali l’azoto, il fosforo ed il potassio; di questi bisogna reintegrare le asportazioni annuali, rispettivamente 100-120 kg/ha, 60-80 kg/ha e 80-100 kg/ha (riferite ad una produzione di 200 q/ha). L’azoto è l’elemento più importante in quanto favorisce l’allegagione e l’ingrossamento dei frutti, però non va distribuito in prossimità della maturazione altrimenti può causare il cracking del frutto. La carenza di azoto induce una scarsa crescita vegetativa e la caduta delle drupe; mentre se l’azoto è eccessivo le ciliege sono meno colorate e maturano più tardi. La somministrazione di azoto va frazionata in 3 interventi: a fine estate, dopo la raccolta, per favorire l’accumulo delle sostanze di riserva che verranno utilizzate dalla pianta fino alla ripresa vegetativa, in prefioritura e dopo l’allegagione.
Il fosforo stimola la fioritura e l’attività delle radici, può scarseggiare in suoli molto calcarei in quanto tende ad essere insolubilizzato, in questi casi si interviene annualmente con dosaggi di poco superiori alle asportazioni, prima della ripresa vegetativa (insieme al potassio).La presenza del potassio è importante per ottenere una produzione di qualità perché contribuisce a rendere le ciliegie più colorate, dolci ed acidule. Un deficit di magnesio e di ferro è comune in suoli calcarei e provoca una clorosi con ingiallimento fogliare, che può essere limitata con apporti di chelati di ferro con la fertirrigazione.Il ciliegio non ha esigenze idriche particolarmente significative, però la presenza d’acqua è fondamentale nel periodo della fioritura, dell’allegagione e dell’accrescimento del frutto. Gli apporti idrici devono essere effettuati sia durante il periodo precedente la raccolta, sia nel periodo successivo, quando avviene la differenziazione delle gemme a fiore per l’anno successivo; eventuali stress idrici possono causare l’alternanza di produzione. I sistemi d’irrigazione più idonei nel ciliegio sono quelli a goccia o a spruzzo, quest’ultimo è praticato soltanto sottochioma in quanto la bagnatura della pianta può comportare spaccature nei frutti.La raccolta delle ciliegie avviene in un’unica volta, quando i frutti hanno il colore tipico della cultivar. Rispetto alle altre specie fruttifere la raccolta manuale delle ciliegie è più onerosa, le rese orarie sono molto basse, 8 kg/ora, perché i dardi a mazzetto sono molto delicati; in caso di rottura in quel punto la pianta non fruttifica più.
Le varietà con i frutti che si staccano facilmente dal peduncolo sono adatte alla raccolta meccanica, effettuata con scuotitori al tronco o alle branche e con posizionamento di reti a terra, la quale abbatte di 5-10 volte i tempi rispetto a quella manuale.I principali funghi che si insediano sul ciliegio sono le monilie (Monilia laxa, Monilia fructigena), il corineo ed i marciumi radicali. Le monilie provocano emissione di gomma sui rami e marciumi sui frutti nella fase di maturazione. Generalmente si interviene preventivamente con prodotti sistemici tra lo stadio di bottoni rosa e l’allegagione; in prossimità della maturazione si possono effettuare trattamenti fino a 7-10 giorni prima della raccolta. Il corineo può causare defogliamento precoce in autunno o in primavera, si effettuano trattamenti preventivi con fungicidi di copertura alla caduta delle foglie ed a fine inverno, prima dell’apertura delle gemme. Gli insetti vengono contrastati secondo strategie di lotta integrata, che consistono nell’esecuzione di monitoraggi e campionamenti per determinarne la presenza; al superamento delle soglie si interviene chimicamente, se possibile, con prodotti biologici ed impiegando i nemici naturali, alcuni già presenti nell’ambiente. Gli insetti più diffusi sono la mosca delle ciliegie (Rhagoletis cerasi), che scava gallerie nelle drupe, l’afide nero del ciliegio (Myzus cerasi) e le cocciniglie di San Josè, bianca e a virgola. Nel caso di frutteti familiari, con piante isolate, gli uccelli rappresentano un pericolo soprattutto in fase di maturazione.
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