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Il dragoncello preferisce i climi temperati, è sensibile alle temperature inferiori allo zero ed ai valori termici estivi troppo elevati. Nei climi troppo freddi non riesce a portare a termine la fioritura, per cui non vengono prodotti i semi. Le esposizioni migliori sono le aree pianeggianti e collinari pienamente soleggiate, ma ben riparate dai venti. L’estragone predilige i terreni sciolti, fertili, ben drenati, irrigui, però si vegeta bene anche sui suoli poveri, mentre rifugge quelli compatti in quanto risulta sensibile ai ristagni idrici. Questa specie è originaria della Russia meridionale, la sua coltivazione si è diffusa in Europa, mentre in Italia non cresce allo stato spontaneo è viene coltivata al nord e al centro, prevalentemente in Toscana.
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Le principali cultivar di estragone sono il dragoncello tedesco e quello francese, le piante di quest’ultimo emettono un profumo intenso, sono più aromatiche rispetto a quelle del primo, però hanno una minore longevità. Una sottospecie dell’estragone è il dragoncello russo (Artemisia dracunculoides), che resiste meglio agli inverni rigidi ed alle estati siccitose però è caratterizzato da un aroma meno gradevole. Il dragoncello si moltiplica sia per seme che per via vegetativa, la varietà francese è caratterizzata dalla sterilità dei fiori, per cui la propagazione avviene per rizomi dotati di una gemma o per talee prelevate all’apice dei germogli; entrambe vengono posti in semenzaio durante l’inverno al fine di ottenere piantine pronte ad essere trapiantate in pieno campo.
Il dragoncello è una pianta che difficilmente da luogo a semi fertili, per cui la messa a dimora viene effettuata utilizzando le piantine ottenute dalla propagazione per rizoma o per talea. È importante eseguire una buona preparazione del letto di semina, amminutando bene il terreno. Il trapianto si esegue a fine primavera, soprattutto nel mese di maggio; siccome le radici sono piuttosto espanse e ramificate la distanza tra le file deve essere di almeno 60 cm e sulla fila di 20-30 cm, con una densità di 5-8 piante/mq, in modo da garantire una buona porzione di terreno da esplorare. Nel caso della messa a dimora dell’estragone per la produzione di semi, i sesti d’impianto sono ancora più ampi, con un investimento di 3 piante/mq.
Il ciclo di coltivazione del dragoncello ha una durata di 3-4 anni e viene avvicendato su se stesso in quanto non risente particolarmente del fenomeno della stanchezza del terreno. Per contrastare la presenza delle erbe infestanti si effettuano almeno due sarchiature all’anno. La concimazione consiste nel somministrare del letame maturo all’inizio della preparazione del letto di semina e nel distribuire del concime ternario, contenente azoto, fosforo e potassio, a fine inverno-inizio primavera. L’estragone generalmente non necessita di interventi irrigui, si interviene con l’irrigazione nel caso si verificassero fenomeni di siccità durante la fioritura per impianti destinati alla produzione di semi. Il dragoncello è poco soggetto ad attacchi di parassiti, tra cui il più pericoloso è la ruggine, un fungo che colpisce le foglie.
Se la pianta viene impiegata come aromatizzante si raccolgono le foglie o le infiorescenze a pannocchia, mentre se la destinazione è per la produzione dei semi o per l’estrazione dell’olio essenziale viene raccolta la pianta intera. Le foglie si prelevano durante tutta l’estate, l’essiccazione dei germogli portanti le foglie avviene in ambiente riparato dalla luce, asciutto, con una buona circolazione d’aria e basse temperature. Le infiorescenze a pannocchia vengono raccolte a metà luglio ad inizio fioritura in quanto contengono molti principi attivi. Le piante coltivate per la produzione dei semi si raccolgono interamente a metà settembre per mezzo di falciatrici.
Il dragoncello è dotato di alcune proprietà medicinali, è molto utile per le digestioni lente, per stimolare l’appetito, per la incrementare secrezione dei succhi gastrici, per contrastare il meteorismo, i parassiti intestinali, il mal di denti e i reumatismi. In cucina vengono impiegate le foglie fresche o essiccate per insaporire piatti di pesce e di carne, insalate e minestre; inoltre è importante per la preparazione di salse come la salsa bearnese e la salsa tartara, marmellate e mostarde. Le foglie congelate sotto forma di cubetti di ghiaccio aromatizzano le bevande fredde.
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