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L’erba di San Pietro preferisce i climi temperati, è sensibile alle temperature inferiori allo zero ed ai valori termici estivi troppo elevati. Le esposizioni migliori sono gli ambienti pianeggianti e collinari in pieno sole, ma ben riparati dai venti. L’erba amara predilige i terreni sciolti, freschi e ben drenati, però vegeta bene anche sui suoli aridi, sassosi, calcarei ed umidi, mentre rifugge quelli compatti perché risulta sensibile ai ristagni idrici. La specie è originaria dell’Asia occidentale, in seguito si è diffusa nel bacino del Mediterraneo ed in un secondo momento in tutta Europa e nell’America settentrionale; l’erba di San Pietro cresce in maniera spontanea nei terreni incolti, su versanti rocciosi, in prossimità di boscaglie umide e dei fiumi.
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L’erba amara si moltiplica per seme e per via vegetativa per divisione dei cespi grazie alla frammentazione del rizoma. La propagazione per seme risulta piuttosto difficile in quanto spesso i semi sono sterili, altrimenti faticano a germinare. La moltiplicazione vegetativa è la più frequente e consiste nel prelevare un rizoma provvisto di almeno una gemma, mettendolo a dimora direttamente in piena terra in autunno o in primavera oppure i frammenti rizomatosi si pongono in semenzaio durante l’inverno al fine di ottenere piantine pronte ad essere trapiantate nella stagione primaverile.
L’erba di San Pietro viene coltivata negli orti, nei giardini famigliari oppure in vasi di grosse dimensioni. Relativamente alla messa a dimora la distanza tra le file deve essere di almeno 60 cm e sulla fila di 20-30 cm, con una densità di 5-8 piante/mq; il controllo delle infestanti viene effettuato ricorrendo a delle scerbature manuali. La concimazione consiste nel somministrare del letame maturo all’inizio della preparazione del letto di semina e nel distribuire del concime ternario, contenente azoto, fosforo e potassio, a fine inverno-inizio primavera. La pianta non necessita di irrigazioni in quanto si sviluppa bene anche sui terreni aridi. La potatura si esegue in modo da ritardare la lignificazione dei germogli, raccogliendo le foglie quando hanno ancora una consistenza erbacea. L’erba amara è una pianta rustica, per cui non è soggetta ad attacchi di parassiti, però può essere colpita dai marciumi radicali se coltivata in terreni soggetti a ristagni idrici.
Se la pianta viene impiegata come aromatizzante si raccolgono le foglie o le infiorescenze a capolino, mentre se la destinazione è per l’estrazione dell’olio essenziale viene raccolta la pianta intera una volta che i semi sono maturi. Le foglie vengono prelevate fino a prima della fioritura e vengono utilizzate fresche, i capolini si raccolgono all’inizio dell’antesi in quanto contengono parecchi principi attivi; l’essiccazione avviene in ambiente riparato dalla luce, asciutto e con una buona circolazione d’aria.
L’erba di San Pietro presenta diverse proprietà terapeutiche: è un ottimo digestivo, può contrastare aerofagia, vomito, dolori intestinali, raffreddori e bronchiti. In caso di scarsa secrezione della bile contribuisce ad attivare le funzioni di fegato e cistifelia e può medicare scottature, piccole ferite e punture di insetti. Inoltre si utilizza per profumare la biancheria e per allontanare da essa gli insetti.
In cucina le foglie fresche si aggiungono ai piatti di carne e verdura, oppure, una volta tagliate a piccolissimi pezzettini, possono aromatizzare le frittate.In passato, tale erba veniva utilizzata anche per aromatizzare la birra. Le foglie ed i capolini essiccati vengono impiagati per la preparazione di infusi, tinture, polveri e vini medicinali.
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