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Dalle infiorescenze femminili si origina il frutto, chiamato anche sorosio o mora di gelso.
Il sorosio ha la forma di un lampone allungato ed è provvisto di un breve peduncolo, è un’infruttescenza formata dagli involucri fiorali divenuti carnosi, ossia da piccoli frutticini a forma di drupa (falsi frutti). Le more del gelso bianco sono lunghe 3-4 cm, di un colore bianco-giallastro, con un sapore dolciastro ed a maturazione, in luglio, cadono con il peduncolo che rimane attaccato; sono molli per cui mal sopportano il trasporto. Le more del gelso nero sono nere, succulente, mediamente consistenti, con un sapore dolce-acidulo e, quindi, più saporite rispetto a quelle del gelso bianco, infatti sono destinate alla produzione di confetture e sciroppi. Semi Batlle 730.051 BOLS fungicida sistemico, da 750 ml Prezzo: in offerta su Amazon a: 8,71€ |
I gelsi preferiscono i climi temperati, hanno una buona resistenza al freddo, al vento ed all’inquinamento atmosferico, infatti sono piante molto utilizzate per le alberature stradali.
Il gelso nero resiste meglio del bianco alle basse temperature invernali, per cui può crescere fino ad un’altitudine di 1000 m. In fatto di terreno sono piante molto adattabili, vegetano bene anche su suoli argillosi pesanti, asciutti e rocciosi, però prediligono terreni sciolti, profondi, ben drenati e ben riforniti di sostanza organica. Il gelso bianco è originario della Cina ed è stato introdotto in occidente assieme al baco da seta, mentre il gelso nero è spontaneo del bacino orientale del Mediterraneo; entrambi vanno esposti al sole oppure in zone semi-ombreggiate, in Italia sono presenti lungo i canali o ai bordi dei campi nella pianura padana ed in zone collinari.Il gelso si moltiplica per seme e per talea, nel primo caso i semenzali di due anni vanno messi a dimora in autunno o in primavera e l’anno seguente, a causa dell’eterogeneità del materiale e per anticipare la messa a frutto, viene effettuato l’innesto in campo. Prima dell’impianto viene eseguita una lavorazione profonda del suolo, in seguito si apporta del concime minerale complesso. Nel caso della bachicoltura le piante vanno disposte in filari con sesti d’impianto di 4 X 4 o di 5 X 5 m, mentre se messe a dimora in parchi o giardini a scopo ornamentale gli alberi devono essere distanziati tra loro almeno 7-8 m; nell’arredo a verde è preferibile impiegare varietà col solo fiore maschile in quanto sono sprovviste dei frutti che cadono a terra. Con la potatura di allevamento si formano il fusto principale e la testa di moro, punto in cui si sviluppano i rami; in fase di produzione va effettuato un taglio netto al tronco oppure alla testa di moro, detto sfrondatura, e si staccheranno le foglie dai rami eliminati manualmente o meccanicamente. Per la produzione delle more la potatura si esegue ogni 2-3 anni con lo scopo di favorire il rinnovamento della vegetazione; inoltre concimazioni autunnali periodiche garantiscono una fruttificazione abbondante. L’irrigazione è importante per le piante giovani, bisogna intervenire durante i mesi estivi più caldi nei due anni successivi alla messa a dimora, mentre le piante adulte sopportano anche lunghi periodi di siccità. Il gelso è una pianta rustica, per cui è poco soggetta ai parassiti, talvolta si possono verificare attacchi di insetti minatori fogliari.
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