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Le bocche di leone in natura crescono indifferentemente in qualsiasi terreno. Se si vogliono ottenere migliori risultati, conviene preparare un terreno sciolto, ricco di humus e sali minerali. Occorre preparare sul fondo dei vasi un buon drenaggio con cocci sminuzzati e sabbia grossolana, in modo da renderlo anche abbastanza permeabile. Le bocche di leone vanno innaffiate ogni giorno, se i vasi sono tenuti in una posizione molto soleggiata. Se invece sono collocate a mezz'ombra sarà sufficiente bagnarle ogni due giorni. E' bene, inoltre, nutrire le piante con del concime organico, almeno ogni quindici giorni, alternandolo agli antiparassitari, nelle proporzioni indicate sulle confezioni. Le bocche di leone al massimo possono raggiungere l'altezza di 120 centimetri. In genere sui balconi e sulle terrazze abbondano le bocche di leone di piccole dimensioni.
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Al genere Anthirrhinum appartengono una quarantina di specie; quella più diffusa in coltivazione è l'Anthirrhinum majus da cui, per ibridazione, sono derivate numerosissime tipologie, che, a seconda dell'altezza, sono divise in tre gruppi: giganti, alte anche 1 metro, molto ramificate e utilizzate come fiore reciso; intermedie, alte al massimo 50 centimetri, a vegetazione compatta e adatte perciò per formare aiuole e bordure; infine le varietà nane o nanissime, che non superano i 20 centimetri d'altezza, a vegetazione stolonifera e indicate quindi a formare macchie fiorite in giardino o in larghe terrine. I fiori compaiono ai primi di giugno e continuano a spuntare fino ad ottobre inoltrato. I fiori delle bocche di leone hanno la corolla tubolosa e sono riuniti in folti racemi; quelli della specie tipica sono rosa, ma in coltivazione esistono numerose varietà di tutti i colori e in diverse sfumature.
Le bocche di leone vengono colpite da numerose malattie crittogamiche. Malattie che si possono prevenire somministrando in tempo i prodotti specifici. I sintomi che denunciano la presenza di malattie sono diversi. Il marciume è causato dall'azione di certi funghi, intacca, sia la parte area che le radici, procurando un annerimento assai diffuso e la morte sicura della pianta di bocca di leone. La muffa grigia si manifesta con una leggera peluria grigiastra che ricopre le sommità fiorite; si verifica di solito in presenza di eccessiva umidità. La ruggine, la più frequente delle malattie, forma delle pustole brunastre che, nei casi più gravi, fanno seccare completamente la pianta di bocca di leone. Talvolta può anche essere attaccata dagli afidi, che si nutrono dei germogli più teneri, o dai bombi, che bucano la corolla dei fiori per succhiarne il nettare.
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