Agavi

Agavi

Le agavi sono un nutrito genere di piante grasse appartenenti alla famiglia delle Agavaceae. Classificare queste piante non è stato semplice per via dell’estrema variabilità tra le varie specie. Quando vennero scoperte vennero classificate tra le Amaryllidiaceae, ma in seguito, studi botanici più attenti le hanno ritenute tipiche di una specifica famiglia vegetale. Le diverse agavi esistenti in natura non permettono di descrivere la morfologia di ognuna di esse. Alcune agavi sono infatti, imponenti, altre invece sono specie più piccole, quasi nane, potremmo definirle, se rapportate a quelle con stelo gigante. In genere le agavi vengono usate per fini ornamentali. Da alcune famose varietà si estrae persino un tessuto usato per fabbricare le amache, mentre da altre specie si ricavano dei liquori, tra cui la famosa Tequila.

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Caratteristiche

agave1Le agavi, essendo piante grasse, cioè specie succulente che vivono nelle zone desertiche, presentano caratteristiche botaniche piuttosto simili tra loro. La maggior parte delle agavi sono originarie dell’America del Sud, specie della regione del Messico e dello Yucatan, altre provengono anche dalle Indie. Essendo facilmente adattabili ai climi temperati, le agavi si coltivano anche nelle regioni mediterranee, dove sono ormai ampiamente diffuse. Si tratta di specie con portamento cespuglioso e radici grosse in ampiezza, ma molto basse, con foglie lanceolate, prive di stelo ( sessili) e spinose ai margini esterni e con un fusto fiorale che in alcune specie può raggiungere anche i nove metri di altezza. I fiori delle agave sono piccoli e raggruppati in infiorescenze di colore giallo. Alcune specie di agave fioriscono dopo circa trent’anni per poi morire subito dopo la maturazione dei frutti. Questi ultimi sono delle capsule contenenti delle piccole schegge di colore nero, che dovrebbero essere i semi. In realtà le agavi si moltiplicano con la messa a dimora dei germogli basali.

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Varietà

agave4 In natura esistono tantissime specie di agave, classificarle e censirle ad una ad una non sarebbe possibile, anche perché non tutte hanno un’importanza, per così dire, ornamentale, e perché molte di loro comprendono anche decine di sottospecie. Tra le varietà coltivate a fini ornamentali ricordiamo l’agave americana, con le tre sottospecie striata, marginata e medio picta; l’agave vittoriae reginae; l’agave stricta; l’agave angustifolia; l’agave celsi; l’agave sisalana; l’agave deserti e l’agave tequilana. L’agave americana è la specie più conosciuta; presenta foglie lunghe, lancelolate e colorate di un grigio verde, con grossi aculei ai margini. A guardarla da lontano quest’agave somiglia molto all’aloe. Le tre sottospecie di agave americana, ovvero quella striata, marginata e medio picta, presentano foglie rispettivamente striate di giallo e bianco al centro, di verde e giallo sui margini e di grigio verde con una linea centrale argentata. L’agave vittoriae reginae è una specie di piccole dimensioni, con foglie carnose lanceolate e bordate di giallo e uno stelo che raggiunge un’altezza compresa tra due e quattro metri. Questa pianta è originaria del Messico. L’agave stricta presenta foglie verdi strettissime, sottili e lunghe circa quaranta centimetri, con uno stelo fiorale che raggiunge i due metri. L’agave angustifolia è una varietà molto piccola, con foglie carnose, lanceolate e bordate di bianco. Viene coltivata per fini ornamentali e per produrre un liquore messicano chiamato Mezcal. L’agave celsi è una specie nana, con foglie a forma di pannocchie basse, lanceolate ed appuntite nella parte apicale. L’agave sisalana, originaria dello Yucatan, presenta foglie simili all’agave americana, ma più strette. Viene coltivata per produrre tessuti, corde e cappelli. L’agave deserti cresce nel Sud degli Stati Uniti e in Messico. Si tratta di una pianta con uno stelo fiorale lunghissimo che si eleva dalla base delle foglie. L’agave tequilana, con foglie simili a quella americana, ma più strette e con stelo più basso, viene utilizzata per produrre la famosa Tequila.


Coltivazione

agave3 Le agavi ornamentali si adattano molto bene alle zone temperate. Anche se sono specie selvatiche delle aree desertiche, sono state importate nei Paesi mediterranei dai conquistatori spagnoli e portoghesi, diffondendosi ampiamente nell’Ottocento ad opera di molti collezionisti. Il clima sempre più caldo delle zone mediterranee favorisce la coltivazione e lo sviluppo delle agavi, che per loro natura prediligono condizioni climatiche tropicali o subtropicali.


Esposizione e temperatura

Le agavi vanno esposte al sole diretto, sia in estate che in inverno. La temperatura ideale per il sano sviluppo di queste piante è compresa tra venti e trenta gradi. Le specie di agavi più piccole si possono coltivare in vaso. Durante la bella stagione, ovvero nel periodo tra primavera ed estate, è meglio spostare all’aperto le specie coltivate in vaso. Per quelle coltivate su terreno è bene scegliere zone ben esposte al sole.


Substrato

Il substrato per le agavi si prepara in primavera, epoca della messa a dimora e del rinvaso. Il terriccio ideale per queste piante è quello tipico per le cactacee, reperibile presso i negozi di giardinaggio. A questo terriccio va aggiunta della sabbia fine per potenziarne l’effetto drenante. I terricci specifici per piante grasse hanno un costo lievemente superiore agli altri concimi. Se non si vuole affrontare questa spesa, si può preparare un substrato fatto di terriccio universale e torba in parti uguali, a cui va aggiunta molta sabbia e un po’ di pietra pomice o di mattoni sminuzzati.


Contenitore

Le agavi da coltivare in vaso vanno preferibilmente collocate su contenitori di terracotta, che permettono un maggiore drenaggio dell’acqua ed evitano i ristagni idrici. Le agavi, come tutte le piante grasse, trattengono molta acqua all’interno del loro tessuto vegetale ed è per questo che non possono tollerare più di tanto degli eccessivi accumuli di acqua nei vasi. I ristagni finirebbero, infatti, per far marcire le radici portando alla morte dell’intera pianta. I vasi in terracotta sono anche quelli che si prestano meglio a ricevere dei substrati leggeri e sabbiosi, tipici delle zone desertiche in cui le agavi si sviluppano spontaneamente. Il rinvaso va effettuato in un contenitore più grande del precedente e per specie piccole, perché le varietà che crescono molto durante gli anni, possono raggiungere dimensioni ed altezze non adatte alla coltivazione in vaso. Alcune agavi americane, dopo dieci anni sono cresciute talmente tanto che hanno persino sfondato il tetto delle case.


Annaffiature

Le agavi vanno innaffiate regolarmente in modo da consentire loro di immagazzinare la giusta quantità di acqua. Le annaffiature vanno effettuate a partire dalla primavera, cioè alla ripresa vegetativa. Le irrigazioni devono essere regolari, ma non eccessive e necessarie a mantenere il terriccio umido ma non inzuppato. Anche in inverno bisogna innaffiare tanto quanto basta a mantenere il terreno lievemente umido. Le annaffiature vanno diradate da fine estate fino all’inverno successivo. L’acqua va distribuita alla base del terriccio, facendo attenzione a non toccare le foglie e a non lasciare gocce d’acqua sulla rosetta basale.


Concime

Le agavi vanno concimate dalla primavera fino a inizio autunno, mentre da questa stagione e fino all’inverno, non vanno somministrati fertilizzanti. Le agavi devono ricevere il concime ogni tre settimane. I fertilizzanti ideali per queste piante grasse sono quelli liquidi per cactacee, facilmente reperibili presso i negozi di giardinaggio. Questi concimi vanno aggiunti all’acqua di irrigazione e somministrati con le stesse modalità delle annaffiature.


Fioritura

Le agavi fioriscono una sola volta nella vita. La fioritura può avvenire in epoche diverse e in base alla specie coltivata, ma è risaputo che queste piante fioriscono solo una volta, per poi morire. Alcuni sostengono che le agavi fioriscano ogni cento anni, altri invece raccontano di fioriture ogni dieci, venti o trenta anni. Quel che è certo è che l’agave fiorisce solo quando ha raggiunto la piena maturità, sviluppo che varia in base alla velocità di crescita della specie coltivata. Le agavi americane, ad esempio, si sviluppano molto velocemente e dopo dieci anni possono già emettere i loro fiori. Il periodo in cui questo avviene è compreso tra aprile ed inizio estate.


Moltiplicazione

Le agavi si moltiplicano staccando i germogli che si sviluppano alla base. Questi vanno tagliati con un coltello ben affilato e disinfettato e solo quando hanno raggiunto i dieci centimetri di lunghezza. Prima di metterli a dimora vanno tenuti all’aria per circa due tre giorni, poi si collocano su un vaso composto da terriccio per piante grasse e sabbia. Il contenitore va tenuto all’ombra, ad una temperatura di circa 15 gradi, e va innaffiato per mantenere il substrato costantemente umido. L’attecchimento dei germogli verrà confermato dallo sviluppo delle nuove piantine, che vanno rinvasate e coltivate come le piante adulte.


Potatura

Le agavi non vanno potate perché non ne hanno bisogno. Le loro foglie, infatti, dure e carnose, difficilmente subiscono danni, ma se dovessero seccarsi nella parte basale è utile rimuoverle attuando una potatura di eliminazione. La secchezza delle foglie basali rende la pianta più suscettibile all’attacco di parassiti e malattie e quando ci si accorge del disseccamento fogliare della base è meglio intervenire tempestivamente tagliando le parti danneggiate con un attrezzo ben affilato e preferibilmente disinfettato con il fuoco.


Avversità

Anche le agavi coltivate a scopo ornamentale possono subire gli attacchi di parassiti e malattie. Alcuni malesseri possono essere indotti da errori di coltivazione, come eccessi nelle irrigazioni. In questo caso la pianta appare sofferente, con foglie che sembrano più sbiadite e meno carnose del solito. Quando si verificano questi sintomi bisogna sospendere immediatamente le irrigazioni e togliere la pianta dal vaso per farla asciugare. Il successivo rinvaso dovrà avvenire in un contenitore con un nuovo terriccio più asciutto. Alcuni tipici parassiti delle piante possono attaccare anche le agavi. Si tratta della cocciniglia, delle afidi e del ragnetto rosso. La cocciniglia che colpisce l’agave è quella bruna, facilmente riconoscibile osservandola attraverso una lente di ingrandimento. Quando l’infezione non è troppo estesa, si può provare a rimuovere manualmente i parassiti lavando le foglie dell’agave con acqua e sapone. Questa tecnica funziona però solo nelle piante coltivate in vaso, per quelle all’aperto è meglio ricorrere a specifici antiparassitari, utili anche per debellare gli afidi. Se sulle foglie appaiono delle macchie brune o gialle potrebbe trattarsi di ragnetto rosso. Questo acaro si sviluppa in condizioni di scarsa umidità. Per prevenire la comparsa del parassita basta effettuare delle lievi nebulizzazioni sulle foglie della pianta. In caso di infezione conclamata delle piante in vaso si può procedere alla rimozione manuale dell’acaro, mentre per quelle all’aperto è consigliabile ricorrere all’uso di anticrittogamici.



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