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Tra le principali varietà di erica si ricordano l’erica arborea, , l’erica cinerea, l’erica carnea, l’erica multiflora, l’erica vagans e alcune varietà da cui si ricavano ibridi per la coltivazione in vaso, come l’erica gracilis, l’erica persoluta, l’erica melanthera e l’erica pageana. L’erica arborea è la specie che presenta vere e proprie caratteristiche arbustive, con altezze anche fino ai sei metri. Questa varietà fiorisce in primavera, predilige i terreni calcarei e presenta un apparato fiorale bianco con lievi sfumature rosate. Amante dei terreni acidi è, invece, l’erica cinerea, arbusto di dimensioni più piccole rispetto alla varietà arborea e con altezza non superiore ai sessanta centimetri. I fiori di questa varietà sono di colore viola e sbocciano durante l’estate. L’erica carnea è una specie che cresce spontaneamente nelle zone alpine e appenniniche e che predilige i terreni calcarei. Presenta un fusto non superiore al metro di altezza e fiori di colore rosa intenso che si sviluppano da febbraio a giugno. Sempre spontanea è anche l’erica multiflora, diffusa nelle aree con clima temperato, ovvero nei Paesi mediterranei. Questa varietà ha un fusto che supera il metro di altezza e fiori rosa, molto profumati, che sbocciano durante l’estate. L’erica vagans è un piccolo arbusto alto non più di 60 centimetri, che resiste anche alle basse temperature. I suoi fiori sono rossi e sbocciano in primavera. Molto conosciuta è anche l’erica gracilis, arbusto originario dell’Africa e con un’altezza non superiore ai 40 centimetri. Questa varietà fiorisce nel periodo invernale e nelle zone con clima mite deve essere necessariamente coltivata in serra o in appartamento. Questa specie ha dato vita ma molti ibridi da vaso, con fiori di diversa colorazione: dal bianco, al rosa. Sempre di origine africana è l’erica persoluta, un arbusto che raggiunge circa i 90 centimetri di altezza, dai fiori bianchi screziati di rosa. Questa varietà fiorisce nel periodo primaverile. L’erica melanthera si caratterizza dalle altre varietà per avere dei fiori rosa al cui centro emerge uno stamo nero. L’erica pageana è un arbusto originario dell’Africa meridionale, con altezza da trenta centimetri a un metro e fiori gialli che sbocciano in autunno. Una citazione speciale merita l’erica scoparia, che al pari dell’erica arborea può raggiungere altezze ragguardevoli, anche fino a sette metri. Si tratta di una specie spontanea che cresce nei boschi e con fiori rosa. In passato, il legno di questo arbusto veniva usato per costruire capanne, scope e per fabbricare pipe.
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Tutte le piante appartenenti alla famiglia delle ericaceae, a prescindere dal colore dei fiori e dalle preferenze di terreno, presentano delle caratteristiche generali molto comuni tra loro. Quella più importante è che si tratta di specie arbustive a comportamento perenne o sempreverde, con foglie strettissime e aghiformi, disposte lungo rami sottili, e fiori abbondanti campanulati che sbocciano dall’autunno all’estate , in base alla varietà di appartenenza. L’apparato fiorale si forma nella parte terminale dei rami dell’anno precedente, raggruppato in spighe di vario colore, dal bianco, al rosa, al viola e al giallo. L’erica predilige terreni con un giusto livello di umidità, né troppo asciutti e nemmeno troppo umidi, l’importante è che siano ben drenati e arieggiati. Si tratta di una pianta che ama la luce solare, ma non l’esposizione diretta. Se si vuole esporre l’erica alla diretta luce solare bisogna farlo nelle prime ore del mattino e per non più di due ore. Il terreno deve essere prevalentemente acido per le specie acidofile, mentre più compatto per quelle calcifughe. In genere, nei giardini privati si coltivano le varietà acidofile che si prestano a una più semplice coltivazione in vaso. Le diverse varietà di erica, anche grazie ai diversi ibridi ottenuti, permettono di dare vita a molte soluzioni ornamentali, come la creazione di siepi.
La coltivazione dell’erica deve avvenire tenendo conto delle specifiche caratteristiche della specie coltivata. Per coltivare la pianta sul terreno è necessaria un’attenta lavorazione del suolo, in modo da renderlo soffice e da abbassarne il ph per renderlo acido in caso si voglia coltivare una varietà acidofila. La localizzazione ideale per la coltivazione dell’erica è in zone ombreggiate e ben arieggiate. Nelle aree del Nord l’erica si può coltivare anche nei luoghi soleggiati, ma sempre ben arieggiati. Anche per la coltivazione in vaso bisogna preparare un terriccio tendenzialmente acido, perché gli ibridi da vaso sono per la maggior parte acidofili. Il substrato del contenitore deve essere composto da foglie secche e terra di brughiera in parti uguali, con aggiunta di sabbia e torba. Per mantenere costante l’umidità, sul fondo del vaso si possono usare dei sottovasi con ciottoli di ghiaia inumiditi ma non inzuppati. L’erica va rinvasata solo quando ha raggiunto dimensioni troppo eccessive rispetto al vaso in cui è collocata. L’operazione si esegue a primavera, su un vaso arricchito dallo stesso terriccio del primo impianto. Il vaso deve essere collocato in ambienti con temperature non inferiori ai sette gradi e non superiori ai quindici. L’erica resiste bene alle temperature invernali, ciò che bisogna controllare è la qualità del terreno, che per le specie acidofile deve essere acido. Tuttavia, le specie in vaso, in inverno, possono essere tenute in luoghi al riparo dal freddo, purché freschi e arieggiati. I vasi si potranno collocare all’aperto durante l’estate. La messa a dimora dell’erica può essere effettuata a primavera o in autunno.
L’erica non necessita di innaffiature eccessive, ma costanti e regolari, in modo da garantire un buon equilibrio idrico senza rischio di ristagni o eccessiva secchezza del terriccio e della pianta. Le irrigazioni possono essere effettuate ogni quindici o venti giorni. L’acqua per innaffiare l’erica deve essere priva di calcare. In estate, per favorire l’umidità del terriccio e la relativa evaporazione, si possono effettuare delle nebulizzazioni di acqua sulla chioma della pianta.
L’erica va concimata con un fertilizzante liquido ogni due settimane, partendo dall’estate. Durante la fioritura è consigliabile usare concimi con alto titolo di potassio per stimolare una sana e rigogliosa crescita dei fiori. Il concime adatto all’erica deve essere ricco di macroelementi ( azoto, fosforo, potassio) e microelementi, tra cui ferro, manganese, boro, zinco e altri che aiutano la pianta ad assorbire meglio le sostanze nutritive e a correggere eventuali squilibri chimico fisici del terreno di coltivazione. Il dosaggio ideale per la sana crescita dell’erica dovrebbe essere leggermente inferiore a quello riportato nella confezione di acquisto del concime.
L’erica si moltiplica per talea o per propaggine. La prima tecnica è sicuramente la più utilizzata. Le talee si prelevano dai rami laterali della pianta. Si tratta di altri rami che vanno spogliati delle foglie basali e che devono essere lunghi almeno cinque centimetri. Il taglio dei rami deve avvenire con attrezzi puliti e disinfettati. L’epoca del prelievo delle talee è a primavera o in estate.
Le talee vanno inserite in un vaso composto da sabbia e torba umida in parti uguali. Il contenitore va poi ricoperto con dei sacchetti di plastica e posto in un luogo fresco e ben arieggiato, preferibilmente all’ombra e a una temperatura non superiore ai 22 gradi. Per evitare la formazione della condensa, ogni giorno si deve sollevare il sacchetto di plastica, se il terriccio si presenta secco, meglio aggiungere acqua non calcarea, evitando di farla arrivare alle radici. La radicazione delle talee viene confermata dallo sviluppo dei germogli. In questo caso, il contenitore, dopo aver tolto il sacchetto di plastica, va esposto in una zona luminosa per far crescere ulteriormente le piantine. Quando queste avranno superato i sette centimetri di altezza potranno essere rinvasate. Nel caso di erica coltivata all’aperto sul terreno, si può procedere alla moltiplicazione per propaggine, interrando il ramo più basso della pianta madre. Lo stesso ramo va staccato da quest’ultima non appena inizia a mettere radici.L’erica è una pianta che non necessita di potature eccessive o aggressive. In genere si interviene una volta all’anno per eliminare i fiori secchi e accorciare i rami troppo lunghi. L’operazione va effettuata dopo la fioritura ed entro la fine di maggio, specie per le varietà coltivate all’aperto a scopo tappezzante.
L’erica viene spesso attaccata dalla cocciniglia e dal ragnetto rosso. Si tratta di insetti fitofagi considerati tra i più comuni parassiti delle piante. L’infezione da cocciniglia è facilmente riconoscibile perché la pianta si ricopre di sostanze zuccherine ed appiccicose che la rendono esposta all’attacco di muffe.
L’infezione da ragnetto rosso si manifesta, invece, con macchie rossastre sulle foglie e presenza di ragnatele. Le radici dell’erica vengono spesso aggredite da un fungo parassita, l'Hymenoscyphus ericae. L’infezione non provoca sintomi o patologie alla pianta, che usa il parassita per potenziare la sua capacità di assorbimento delle sostanze nutritive del terreno. Molto più temibile per l’erica è, invece, la carenza di acqua che causa l’assottigliamento del fusto e la caduta delle foglie. Questo sintomo può essere prevenuto nebulizzando ogni giorno la chioma della pianta. Gli attacchi degli insetti parassiti si combattono, invece, tramite utilizzo di anticrittogamici specifici, reperibili presso i vivai e le aziende che commerciano prodotti e insetticidi per l’agricoltura.Come abbiamo detto, l'erica è una pianta acidofila che necessita di un terreno acido. Per questo motivo quando compriamo una piantina di erica dal fiorista o dal vivaista è bene assicurarci di avere anche del terriccio acido per le nostre piante.
Sia che coltiviamo in terra la nostra piantina, è buona norma dopo aver scavato il buco stendere subito uno strato di terriccio acido. Nel caso della coltivazione in vaso mettiamo invece uno strato di argilla espansa alto un paio di centimetri sul fondo, prima di riempire il vaso con del terriccio per piante acidofile.Non toccate il pane di terra delle piantine prime di posizionarle nel terreno e cercate di sfilare la piantina dal vasetto di plastica evitando di rompere la terra e di rovinare il pane di terra. Le radici e le radichette che si sono sviluppate nel vasetto vanno toccate il meno possibile per evitare di fare danni.
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