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I kumquat preferiscono i climi temperati caldi, però, a differenza degli altri agrumi, sono in grado di adattarsi anche a climi temperati tendenzialmente freddi, questo perché, come l’arancio trifogliato, possiedono un’elevata resistenza al freddo, sopportando senza problemi temperature di – 10 °C.
Queste piante richiedono estati calde, con temperature ottimali comprese tra 25 e 38 °C per lo sviluppo vegetativo e riproduttivo. Le esposizioni in ambienti soleggiati sono ideali, però meglio se al riparo dai venti freddi e dalla grandine. I kumquat prediligono i terreni sciolti, di medio impasto, fertili e con un buon contenuto di sostanza organica. Questi arbusti sono originari della Cina, precisamente nella regione del the in cui il clima è troppo freddo per consentire la coltivazione dei Citrus, e del Giappone; sono coltivati prevalentemente in queste nazioni, in minor misura sono presenti anche in Grecia ed in Florida. Pianta di arance Albero arancio amaro Prezzo: in offerta su Amazon a: 14,38€ |
Le cultivar di kumquat si distinguono tra loro in base alla forma ed al colore delle bacche.
Il kumquat ovale (Fortunella margarita) è la varietà più importante; presenta esperidi ovali, dal sapore acidulo, con una buccia arancione, levigata e contenete oli essenziali. Il kumquat rotondo (Fortunella japonica) ha le foglie più chiare e piccole rispetto a quello ovale, i frutti sono tondeggianti, di color giallo oro, dal sapore aspro e leggermente vanigliato.La cultivar Hong Kong kumquat (Fortunella hindisii) è caratterizzata da esperidi molto piccoli, aventi un diametro di 1,5 cm, rotondi, con buccia arancione e levigata.I mandarini cinesi non si propagano per seme, in quanto le piante ottenute da esso non fruttificano, ma per innesto. Il portainnesto impiegato è l’arancio trifogliato, che vegeta bene sui terreni umidi e compatti, però rifugge quelli calcarei; in quest’ultimo caso si verificano fenomeni di clorosi ferrica perché la presenza di calcare rende i microelementi come il ferro insolubili.La forma di allevamento adottata è il globo a chioma piena, con le branche inserite sul fusto a 40-50 cm da terra. Questo sistema facilita le cure colturali come potatura e raccolta, protegge la pianta dall’elevata insolazione e dai venti forti, ostacola la crescita delle erbe infestanti intorno all’albero grazie all’ombreggiamento e favorisce una rapida entrata in produzione in quanto i kumquat non richiedono interventi di potatura. Nelle nostre zone può essere coltivato in vaso a scopo ornamentale. La concimazione si effettua ogni anno a fine inverno con del letame maturo, contenente le sostanze nutritive che vengono rilasciate gradualmente. Durante l’estate, in caso di siccità, bisogna intervenire con l’irrigazione. La raccolta è scalare in quanto i frutti maturano da fine novembre a febbraio, oltre al consumo diretto le bacche sono utilizzate per la preparazione di marmellate e canditi.
Nel caso di terreni calcarei la clorosi ferrica si può manifestare già a partire dalla ripresa vegetativa; le foglie appaiono ingiallite e nei casi peggiori cadono, le piante fioriscono poco ed i frutti possono cadere in anticipo. I piccoli alberi di mandarino cinese sono particolarmente soggetti al fenomeno della clorosi ferrica perché il portainnesto utilizzato è l’arancio trifogliato, che risulta molto suscettibile alla presenza di calcare nel terreno. Alla manifestazione iniziale dei sintomi bisogna intervenire con prodotti contenenti chelati di ferro e degli altri microelementi, che li rilasciano gradualmente in modo da permetterne il rapido assorbimento da parte della pianta.
I mandarini cinesi sono piante attaccate da alcuni parassiti, soprattutto dalle cocciniglie che provocano un disseccamento dei rametti e delle foglie, una cascola o deprezzamento dei frutti ed un generale deperimento della pianta. Per contrastare questi insetti vengono fatti monitoraggi e campionamenti, al superamento delle soglie di intervento si possono effettuare trattamenti chimici con gli oli bianchi, tenendo conto della presenza degli insetti utili.
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