Nocciolo - Corylus avallana

Generalità

Il nocciolo appartiene alla famiglia delle Betulacee ed al genere Corylus, comprendente numerose specie tra cui: Corylus avellana o nocciolo comune, C. maxima, C. chinensis, C. sieboldiana e C. colurna. Il nocciolo comune è un arbusto alto 3-4 m, con una fortissima emissione di polloni e radici lunghe, ramificate e molto superficiali. Il tronco è eretto, con rami scuri, lunghi e flessibili e foglie caduche, alterne, semplici, ovali, verdi scure sulla pagina superiore, più chiare e leggermente pelose inferiormente. È una pianta monoica e possiede fiori unisessuali sulla stessa pianta; i fiori maschili sono i più appariscenti, costituiti da lunghi filamenti, detti amenti, che si formano in estate sui germogli, mentre quelli femminili sono rossi e si trovano all’interno delle gemme dei rami di un anno. La fioritura avviene in pieno inverno tra dicembre e febbraio, è una specie autosterile ad impollinazione anemofila, per cui necessita di impollinatori. Una volta avvenuta la fecondazione inizia la formazione del frutto che termina nei mesi di agosto-settembre. Il frutto, singolo o riunito in gruppi di 2-3, è una ghianda con involucro tuboloso che normalmente contiene un solo seme, chiamato mandorla, contenente fino al 60% di olio.
Albero di Nocciolo

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Clima e terreno

Il nocciolo preferisce climi miti, temperature invernali di 8 e 14 gradi sotto lo zero possono danneggiare rispettivamente i fiori maschili e femminili, per cui vanno evitati ambienti di fondovalle, caratterizzati da un’elevata umidità dannosa per il polline; le gelate primaverili sono pericolose per il germogliamento. Vegeta bene dalla pianura alla collina, fino ad oltre 1000 m di altitudine. Predilige terreni fertili, di medio impasto, ben drenati, freschi e neutri perchè il calcare in eccesso provoca la clorosi ferrica; rifugge i terreni argillosi troppo compatti ed umidi in quanto risultano soggetti ai ristagni idrici. Il nocciolo è molto diffuso nel bacino del Mediterraneo e del Mar Nero, prevalentemente in Turchia; nel nostro Paese è coltivato in Campania, Lazio, Sicilia e Piemonte.

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Varietà

Le cultivar di nocciolo si distinguono tra loro in base all’epoca di maturazione, alla forma della ghianda (globosa, allungata, conica e solcata) ed all’impiego che può essere per l’industria dolciaria, da consumo fresco o secco e per l’estrazione di olio. L’utilizzo prevalente è per l’industria dolciaria, che richiede ghiande rotonde ad alta resa in sgusciato (50%), semi omogenei, fragranti, bianchi ed una pellicola che si distacchi con facilità dalla nocciola. Le varietà maggiormente coltivate in Italia sono: Tonda gentile delle Langhe (Piemonte), Tonda gentile romana, Nocchione (Lazio), Lunga di San Giovanni, Tonda Giffoni, Mortarella (Campania), Minnolara, Jannusa e Racinate (Sicilia).


Propagazione

Il nocciolo si moltiplica per via vegetativa ricorrendo a diversi metodi: per polloni radicati, utilizzati per ricostituire piante vecchie o malate, per margotta di ceppaia, secondo la quale si effettua l’anulatura basale dei germogli che poi vengono rincalzati; per innesto, impiegando il portainnesto Corylus colurna che non emette polloni, per talea, che però fatica ad emettere le radici e per micropropagazione.


Tecniche di coltivazione

Le forme d’allevamento principalmente adottate sono il cespuglio, che rispetta il portamento naturale del nocciolo, e l’alberello o vaso monocaule, con sesti d’impianto variabili da 4 X 4 m a 6 X 6 m. L’alberello consiste in un unico asse dal quale si formano le branche principali, questo sistema è comodo per controllare i polloni. Per la potatura è importante considerare che i rami misti che hanno prodotto non fruttificheranno più, però, possono originare nuovi germogli portanti fiori maschili o gemme miste e che i frutti sono localizzati specialmente sui rami di un anno nelle parti alte della chioma. Le operazioni di potatura consistono nell’asportare almeno il 10 % dei rami, soprattutto quelli bassi, in modo da sfoltire la chioma per favorire una maggior fruttificazione e nell’eliminazione dei polloni. Tramite la concimazione sono apportati al suolo i principali elementi minerali, fondamentali per lo sviluppo e la produzione delle piante, quali l’azoto, il fosforo ed il potassio; di questi bisogna reintegrare le asportazioni annuali, rispettivamente 30 kg/ha, 10-20 kg/ha e 15-25 kg/ha (riferite ad una produzione di 20 q/ha). In genere si somministrano concimi complessi ternari, soprattutto l’azoto va frazionato da febbraio a luglio. Negli impianti intensivi l’irrigazione è importante perché in caso di siccità le piante risultano più sensibili ai parassiti.

La maturazione del frutto è scalare ed avviene in circa un mese, la raccolta si effettua a fine estate; i frutti, una volta maturi si staccano dalla pianta e si disperdono sul terreno sottostante. L' operazione di raccolta meccanica consiste nel riunire con opportuna macchina andanatrice le nocciole nell' interfila, quindi con un aspiratore si raccoglie il prodotto così concentrato.


Nocciolo - Corylus avallana: Parassiti

Il nocciolo è una specie soggetta agli attacchi dei parassiti, tra quelli animali si ricordano l’insetto coleottero aplidia del nocciolo, che colpisce radici e colletto, il coleottero balanino delle nocciole, le cui larve mangiano i semi e l’acaro del nocciolo che si instaura sulle gemme in primavera. Gli interventi con gli insetticidi si fanno al superamento delle soglie di intervento. Tra i funghi il più pericoloso è il mal dello stacco, con disseccamento e caduta di foglie e rami; viene contrastato effettuando trattamenti a base di rame nella stagione primaverile e verso la fine di quella estiva.


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