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Il noce comune preferisce le aree soleggiate collinari o pianeggianti, a clima mite, perchè è sensibile alle gelate tardive, per cui è meglio evitare i fondovalle; ha una buona resistenza ai freddi invernali, fino a temperature di – 20 °C, infatti può spingersi fino ad un’altitudine di 800-1000 m. Il noce comune predilige terreni freschi, di medio impasto, fertili, profondi, ben drenati e ricchi di sostanza organica, si adatta anche a suoli moderatamente calcarei, mentre rifugge quelli argillosi ed umidi in quanto risulta sensibile all’asfissia radicale. È una specie originaria dell’Asia, poi si è diffusa in Europa ed in Italia, dove è coltivata sia al nord che al sud.
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Le cultivar di noce devono avere una produttività buona e costante, per cui al momento dell’impollinazione i fiori femminili devono essere aperti, un vigore non eccessivo permettendo una precoce entrata in produzione ed una mole ridotta delle piante, ed un frutto di grosse dimensioni, di forma regolare, con un endocarpo che si possa imbiancare e con alta resa in sgusciato (46-50%). Le varietà californiane sono caratterizzate da una precoce messa a frutto e da una sensibilità ai freddi invernali ed alle gelate primaverili a causa del precoce germogliamento, per cui non si adattano ad alcuni ambienti italiani, soprattutto quelli settentrionali. Le cultivar più frequenti nel nostro Paese sono le italiane Noce di Sorrento (la più coltivata), San Giovanni, Feltrina e Bleggiana; le francesi Franquette, Corne, Parisienne e Mayette; le californiane Eureka, Chandler, Hartley, Serr, Lara, Midland, Tehana e Payne.
Il noce si moltiplica per seme o per innesto, le piante ottenute da seme sono eterogenee e vengono messe a dimora dopo 2-3 anni di vivaio, altrimenti si impiegano per ottenere i portainnesti; le piante non innestate si utilizzano per gli impianti finalizzati alla produzione di legno. Tra i portainnesti si ricordano il franco di noce comune, il noce americano ed l’ibrido Paradox.
Il franco è rustico e resiste alla clorosi fogliare, mentre teme il marciume del colletto e delle radici. Il noce americano induce una precoce entrata in produzione ed un vigore ridotto, però necessita di suoli fertili ed irrigui; è impiegato maggiormente in Francia. Il Paradox è ottenuto dalle specie Juglans hindsii ed il noce comune, è un portainnesto con una vigoria elevata utilizzato in California.La forma di allevamento principalmente adottata è il vaso, con un’impalcatura delle branche bassa, ad 1-1,5 m da terra, per i noceti da frutto, e alta, ad un’altezza di 3-4 m, per gli impianti a duplice attitudine (realtà italiana), con produzione di frutti e legno. I sesti d’impianto dipendono dal tipo di impianto da effettuare: sono di 10 X 10 m per noceti a duplice attitudine, mentre nel caso di produzioni da frutto e da legno sono 8 X 8 m; queste distanze si adottano su terreni fertili ed irrigui. La potatura di allevamento consiste nel lasciare liberi dalla vegetazione i primi 3-4 metri di fusto; in fase di produzione si asportano i rami deperiti, secchi, mal posizionati e dei succhioni per evitare ombreggiamenti all’interno della chioma; va inoltre ricordato che il noce fatica a cicatrizzare le ferite per cui non si eseguono tagli grossi. Tramite la concimazione sono apportati al suolo i principali elementi minerali, fondamentali per lo sviluppo e la produzione delle piante, quali l’azoto, il fosforo ed il potassio; di questi bisogna reintegrare le asportazioni annuali, rispettivamente 80 kg/ha, 10-20 kg/ha e 40 kg/ha (riferite ad una produzione di 20-25 q/ha). L’azoto va frazionato in tre interventi, rispettivamente alla ripresa vegetativa, a fine primavera ed in settembre dopo la raccolta. È importante eseguire una concimazione organica pluriennale oppure un sovescio al fine di mantenere il terreno ben rifornito di sostanza organica. Il noce necessita di 700-800 mm di pioggia, nei mesi estivi l’irrigazione favorisce una miglior induzione a fiore. Il frutto viene raccolto con la scuotitura delle branche effettuata manualmente o meccanicamente. Una volta raccolta la drupa viene separata dal mallo, lavata, essiccata ed imbianchita generalmente con anidride solforosa.
Il noce è soggetto ad attacchi di parassiti, tra quelli vegetali si ricordano il mal nero del colletto, i marciumi radicali, l’antracnosi ed una batteriosi che colpisce le foglie. Per contrastare funghi e batteri si effettuano trattamenti a base di rame dopo la caduta delle foglie e verso la fine dell’inverno. Gli insetti più pericolosi per il noce sono la carpocapsa, le cui larve mangiano il seme, ed i rodilegni giallo e rosso che scavano gallerie nel legno; in quest’ultimo caso si eliminano le larve con del fil di ferro o applicando insetticidi in prossimità delle gallerie.
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