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Il timo maggiore preferisce i climi temperati, è in grado di resistere a temperature di 12-15 gradi al di sotto dello zero per brevi periodi, mentre teme gli inverni costantemente rigidi ed umidi, così come le gelate tardive in primavera. Le esposizioni migliori sono gli ambienti completamente soleggiati e riparati, però vegeta bene anche in aree parzialmente ombreggiate. In fatto di terreno è una specie adattabile, però preferisce i terreni sciolti, sassosi, poveri, calcarei e ben drenati, mentre rifugge i suoli troppo argillosi e compatti in quanto sono soggetti ai ristagni idrici. Questa pianta è originaria del bacino del Mediterraneo, negli ambienti aridi presenta un maggior tenore aromatico; nel nostro Paese è diffusa su quasi tutto il territorio, dal livello del mare fino a 800-1000 m di altitudine.
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Il timo si moltiplica per seme e per talea, in minor misura per divisione di cespi e per propaggine. La semina va effettuata ad inizio primavera in piena terra, nei mesi di giugno-luglio in semenzaio; i semi hanno una buona capacità di germinazione. Nell’ultimo caso i semi vengono posti in contenitori con un substrato leggero e fertile che deve essere inumidito, in seguito vanno mantenuti al buio per favorire la germinazione, mentre all’emergenza delle piantine, si aumenta la luminosità; in primavera le piantine sono pronte ad essere trapiantate. Le talee, lunghe 10 cm, vengono prelevate in estate da piante aventi 2-4 anni, si mettono in un substrato costituito da sabbia e torba in parti uguali. Una volta avvenuta la radicazione le piantine sono pronte ad essere trapiantate nella primavera seguente.
Il timo viene coltivato negli orti e nei giardini famigliari, in vaso all’aperto, in pieno campo e nelle aiole come tappezzante. Il ciclo di coltivazione si protrae per 4-5 anni, non di più perché i fusti lignificano anche in alto. Le distanze d’impianto tra le file sono di 50-60 cm e sulla fila di 30 cm, con una densità di 5-7 piante/mq. Nel caso fosse stata effettuata la semina in piena terra le piantine vanno diradate in modo da mantenere una corretta densità. Il controllo delle erbe infestanti, relativamente alle coltivazioni in pieno campo, si esegue effettuando delle sarchiature tra una fila e l’altra, mentre negli orti famigliari si ricorre alla scerbatura manuale. La concimazione si esegue durante la preparazione del letto di semina apportando del letame maturo, mentre negli anni successivi alla ripresa vegetativa si somministra del concime ternario a lento rilascio, infatti azoto e potassio migliorano l’accestimento della pianta. L’irrigazione di solito si effettua subito dopo la prima raccolta in modo da favorire il seguente riscoppio vegetativo e durante l’estate in caso di siccità prolungata. Il timo maggiore è una pianta abbastanza soggetta ad attacchi di parassiti, tra i funghi si ricordano la ruggine, che colpisce le foglie, ed i marciumi radicali, che si instaurano in caso di ristagni idrici.
La raccolta consiste nell’effettuare degli sfalci poco al di sopra del colletto, in modo da permettere una nuova crescita, nei climi più miti l’operazione viene eseguita due volte: la prima ad inizio estate in piena fioritura per l’estrazione di olio essenziale e la seconda ad inizio autunno prima della nuova antesi per la produzione di foglie, in modo da ottenere il massimo contenuto di principi attivi aromatici. L’estrazione dell’olio essenziale, che contiene una sostanza detta timolo per il 40 %, avviene in corrente di vapore per circa lo 0,8 %. L’essiccazione avviene in ambiente riparato dalla luce, asciutto e con una buona circolazione d’aria.
Il timo possiede proprietà antisettiche, balsamiche, espettoranti, digestive, stomachiche, toniche e depurative. Inoltre contribuisce a combattere i parassiti intestinali, a stimolare l’appetito ed il funzionamento del fegato. Utilizzato come conservante è molto utile per allontanare funghi e batteri. In cucina è una delle piante aromatiche più impiegate, insaporisce piatti di carne, di pesce, minestre e ripieni; inoltre entra nella preparazione di diverse salse.
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