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Prima ancora dell'annaffiamento del bonsai c'è necessità, per forza di cose, di conoscere la composizione del terriccio (fondamentale per far sì che la pianta cresca come meglio vogliamo) e quindi anche di come praticare un rinvaso. Il rinvaso va di regola effettuato ogni due o tre anni e consiste nel cambio del terriccio che abbiamo all'interno del vaso contenente il bonsai, con la relativa sostituzione del contenitore se, essendo cresciuta la pianta, si sia persa la giusta proporzione tra quest'ultima e il vaso più piccolo. La giusta composizione del terreno invece, come detto, è necessaria affinché il bonsai sia ben drenato, nutrito ed areato durante tutto l'anno; nonostante molti negozi online vendano delle miscele di terriccio già pronte, ad un prezzo però molto elevato, è consigliato procurarsi i vari elementi da sé, mondo da formare la giusta miscela in casa: sono necessari dell'Akadama (argilla giapponese molto cotta), del terriccio organico universale ed infine la sabbia (o ghiaia fine) per far si che durante l'annaffiamento la pianta sia ben drenata a lungo. Le tre componenti vanno utilizzate in questo modo: - 25% terriccio organico - 25% sabbia - 50% Akadama
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La frequenza con la quale diventa necessario innaffiare una pianta di Bonsai, dipende, come detto prima, da molti fattori, quindi è necessario imparare a conoscere singolarmente gli alberi per poi trovare ad ognuno una linea guida da seguire in modo periodico. Per prima cosa bisogna rendersi conto che il bonsai va annaffiato ogni qual volta il terriccio è diventato per lo più asciutto, altrimenti si rischia di riempirlo troppo d'acqua che non sarà più ben drenata dalla sabbia; per accorgersi se il suolo è ancora bagnato o meno, basta inserire le dita ad un centimetro di profondità, ripetendo l'operazione ogni volta, fin quando non si sarà diventati così esperti da capire quand'è che la pianta avrà bisogno di essere innaffiata. In più, come detto prima, oltre alla fondamentale composizione del terreno, diventa significativa la mancanza di uno schema preciso, nell'innaffiamento, che possa danneggiare il bonsai, invece di giovarlo.
Come detto in precedenza, il bonsai va annaffiato quando il terriccio sembra essersi asciugato ed a quel punto, quando la pianta ha quindi bisogno d'acqua, c'è la necessità d'annaffiarla in maniera che tutte le radici ed il sistema drenante ricevano l'acqua necessaria per la corretta cura della pianta; a questo punto bisogna bagnare il bonsai finché l'acqua non esca fuori dai fori sotto il vaso, ripetendo possibilmente l'operazione dopo alcuni minuti. L'abero va innaffiato con un annaffiatoio con soffione sottile, in modo che il tutto si svolga con estrema delicatezza, evitando che il terriccio in superficie venga spazzato via dal getto più forte. Una piccola curiosità: è preferibile utilizzare acqua piovana raccolta poiché non contiene l'aggiunta di sostanze chimiche che potrebbero, a lungo andare, danneggiare il vostro amato bonsai.
Le piante coltivate in piccoli contenitori necessitano di annaffiature regolari e ben dosate. Evitiamo di lasciare il te
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