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Una persona che si accinge a vivere in una casa con giardino annesso, anche se esso già esiste, di certo vorrà rivoluzionarlo per adeguarlo ai canoni propri; questa operazione in pratica deve far combaciare più o meno perfettamente il giardino reale con quello immaginario, ovvero con quel giardino che tutti noi abbiamo sempre sognato di avere. Ciò il più delle volte è un’opera lenta, fatta di piccoli passi quotidiani: un’aggiunta di qualche pietra decorativa stasera, l’acquisto di una nuova pianta nel weekend, la sistemazione dei fiori e delle luci la sera dopo. Sono tutte attività che diventano un toccasana per la nostra salute fisica e psichica, in quanto costituiscono per l’appassionato del proprio giardino uno svago, un modo per interessarsi a qualcosa che non sia l’ordine del capo o del responsabile, un qualcosa che ci impegni ma col sorriso, sapendo che stiamo facendo qualcosa per noi. Ebbene, che il punto di partenza sia un terreno incolto e grezzo oppure un giardino già ben formato, nella mente di colui che si accinge a prender possesso di quello spazio verde vitale c’è solo l’immagine del risultato finale, a cui esso mirerà lavorando personalmente e instaurando così un legame ancora più forte col giardino stesso.
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Ma perché il giardino è così misticamente celebrato sia in questo breve trattato che in giro per il mondo? A questa domanda dubitativa basterebbe come risposta il notare l’enorme diffusione che il giardino annesso a casa ha avuto nel giro di qualche decennio. Lanciato dai film e telefilm americani degli anni Settanta, l’idea di possedere un giardino vicino casa si è diffusa per imitazione in breve in tutte le culture sviluppate, per due motivi fondamentali: il primo è stato un motivo estetico, legato alla bellezza di un giardino privato e soprattutto all’aumentata bellezza di tutta la casa; il secondo invece è stato successivo, legato cioè a quanto benessere il possedere questo giardino porti a chi lo vive, soprattutto in termini di relax e di naturale antistress. Quest’ultimo punto è ciò che guida oggi la scelta di una casa con necessariamente un giardino: coloro che sanno cosa si prova ad avere la sera un luogo in cui rilassarsi tra delle piante ossigenate senza essere disturbati da alcuna persona, stando a due passi dalla doccia e dal divano, senza dover prendere l’auto e senza muoversi da casa propria, non riusciranno più a vivere senza, in quanto tutto ciò è quello che permette di non somatizzare in emicranie e gastriti tutto lo stress che si vive e si accumula durante la giornata, che sia lavorativa o meno. Il giardino è l’antistress per definizione.
Una cosa però è certa, che la categoria di persone formata da coloro che in gergo popolare si definirebbero “sfaticati” non è adatta al giardino ed a possederne uno. Questo perché il giardino porta degli impegni, in quanto per renderlo sempre efficiente nella sua funzione antistress e per averlo sempre bello e pulito, chiaramente qualche lavoretto bisogna farcelo. Si tratti di piccoli lavori, da fare ogni giorno per dieci minuti o poco più, che però se trascurati diventano dei macigni e portano ad avere un brutto risultato estetico. Ovviamente da tutto ciò sono esclusi quegli “sfaticati” che però possono contare su un conto in banca tanto corposo da poter ingaggiare ditte serie di giardineria in modo da farsi pulire e manutenere il giardino; loro, a parte staccare assegni, non dovranno far nulla. Però si perdono moltissimo, perché il lavoro nobilita l’animo, lo rende forte e fiero, attivo e soprattutto felice, perché la soddisfazione di aver fatto il proprio dovere è impossibile da raccontare ed imitare. Quei lavoretti quotidiani da fare in giardino dopo esser tornati da lavoro sono la componente più importante del giardino come antistress: riposarsi e scaricare le tensioni molto spesso non si fa sdraiandosi di un letto, ma impegnandosi in attività ricreative che impegnino la mente ed il corpo, distraendoli dal resto (non a caso lo sport è antistress, e di certo non consiste in sdraiarsi su di un letto …).
Ma cosa serve per poter operare in giardino tutte quelle operazioni per renderlo sempre pulito, ordinato e vivibile? Come tutti i lavori manuali, è chiaro che i ferri del mestiere sono indispensabili; così è per il medico ed il bisturi, per il meccanico con le pinze, per il ragioniere la calcolatrice e tanti altri ancora. Colui che si impegna in giardino ha essenzialmente bisogno di qualche piccolo attrezzo che di certo avrà visto utilizzare ai propri nonni in passato: un rastrello per le foglie secche da trascinare dopo averle estirpate, una vanga per rimescolare la terra, una zappa per fare qualche buco nella terra stessa, e poco altro. Questa è la vera base per lavorare in giardino, senza però chiaramente dimenticare che ogni giardino solitamente possiede delle piante, ed ogni pianta non può di certo fare a meno dell’acqua, per cui bisogna prevedere mezzi e metodi per apportare questo elemento essenziale alla vita alle piante del nostro giardino. Non solo, di solito in giardino è bene avere un armadietto o comunque un ripostiglio, capiente, spazioso e possibile da chiudere a chiave o con serratura e catenaccio. Questo per due motivi fondamentali; il primo è l’ordine, in quanto tenere tutti gli attrezzi sparsi ed a vista nel giardino, toglierebbe a quest’ultima gran parte della resa estetica di cui sarebbe capace; il secondo motivo, ancora più importante, è quello della sicurezza: nessuno vorrebbe lasciare al libero accesso di bambini un attrezzo pericoloso come la zappa, oppure come il fertilizzante per le piante (potenzialmente letale se ingerito da un bimbo), e per evitare tutto ciò un catenaccio basterà a farci dormire sonni tranquilli.
Se pensiamo al giardino ed ai suoi effetti benefici sulla nostra mente, non possiamo non considerare che gran parte della sua positiva influenza su di noi sia dovuta al fatto che esso è formato da vita: le piante sono un qualcosa di straordinario, perché nonostante siano praticamente immobili (come un tavolo, un armadio o un personal computer), riescono a infonderci una vitalità ed un legame con la natura incredibili, in quanto se le ammiriamo per cinque minuti non succede nulla, ma già ritrovarle il giorno dopo con un fiorellino leggermente più sbocciato, o col ramo cresciuto da un nuovo bocciolo, ci rende felici e vitali. Per far tutto ciò è necessaria l’acqua: essa è la componente base di tutti gli esseri viventi (lo stesso corpo umano è formato di acqua per circa il settanta (!) per cento), ed a maggior ragione delle piante che attraverso essa prendono i componenti fondamentali al sostentamento. A questo punto ci sembra impossibile non pensare ad un aspetto fondamentale come l’irrigazione del giardino: se non immettiamo acqua nella terra delle nostre piante esse prima o poi moriranno, mentre curandole anche da questo punto di vista arriveranno a splendere come desideriamo.
Nel nostro personalissimo progetto per il giardino di casa è quindi fondamentale considerare ogni accessorio per irrigare il giardino; come soluzione più semplice e suggestiva, è impossibile non pensare al leggendario innaffiatoio del nonno: la sua forma ci è comune perché è utilizzato da sempre e perché chiunque da piccolo ci ha giocato in spiaggia, ma la sua funzione è tanto semplice quanto fondamentale. Basta infatti riempirlo di acqua e passeggiare per il giardino tendendolo leggermente inclinato: la sua semplice quanto fenomenale conformazione gli permette di distribuire una pioggerellina di acqua lentamente, in modo da non inondare le piante ma da tenerle in vita. E questa cosa probabilmente risulta essere l’operazione più rilassante e soddisfacente tra quelle da compiere in giardino, nell’immaginario di molte persone. E’ chiaro poi che il progresso e la tecnologia sono intervenuti anche in questo campo, forse togliendo un po’ di magia, ma di certo aiutando in tante situazioni e comunque lo stupore dipende dai punti di vista. Ci riferiamo all’irrigazione automatica, quella fatta con un impianto che prevede l’allacciamento all’autoclave di casa oppure all’impianto cittadino e che grazie ad un piccolo chip e ad un timer distribuisce acqua a tutte le piante attraverso degli ugelli di varia forma ad orari ed in giorno stabiliti. Chiaramente per avere tutto ciò è necessario spendere una cosina in più rispetto all’acquisto dell’innaffiatoio in plastica o metallo, però è altrettanto palese come ciò offra dei vantaggi: pensiamo per esempio a quando non siamo a casa per impegni, vacanze e simili, chi innaffia le piante? L’irrigatore automatico lo farà al posto nostro ed al ritorno a casa non troveremo aridità ma un bel giardino, come l’abbiamo lasciato alla partenza. Tutti questi accessori hanno un prezzo, che però varia fortemente in base alle caratteristiche ed alla qualità costruttiva; si va da pochi euro per un innaffiatoio in plastica a migliaia per un impianto automatico e completo.
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