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In Giappone l’hanami è la tradizionale usanza di osservare la fioritura dei ciliegi, in primavera. Il termine è formato dalla particella "hana" che vuol dire appunto fiore, mentre "mi" significa vedere. Sebbene il termine possa essere interpretato in modo generico, in Giappone si usa esclusivamente per i fiori del ciliegio, chiamati Sakura. La tradizione ha origini lontane: secondo una leggenda, intorno al VII secolo a.C., un sacerdote di nome En-no Ozuno si recò sulle colline di Yoshino per piantare i primi ciliegi e, per proteggerli, lanciò una maledizione a tutti coloro che avessero osato abbattere uno di questi alberi sacri. Inizialmente la celebrazione dell’hanami era circoscritta ai nobili e alla corte reale, ma con il tempo è divenuta un’usanza del popolo e ancora oggi è una delle ricorrenze più attese, attirando inoltre turisti da ogni parte del mondo. Nei mesi di aprile e maggio (a seconda delle zone), quando avviene la fioritura, gli abitanti del Giappone si recano nelle località indicate e si dedicano a pic-nic all’ombra degli alberi, bevendo e trascorrendo il tempo con gli amici.
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La festa dell’hanami rappresenta per i giapponesi la brevità della vita; i fiori di ciliegio, i Sakura, sono qualcosa di effimero, destinati a spegnersi presto, quindi il loro significato principale è la vita che si conclude in fretta e che va apprezzata appieno e vissuta in modo intenso. Inoltre, i fiori di Sakura rappresentano la malinconia, la compassione, la fragilità, ma anche la delicatezza, la femminilità e la rinascita dopo il lungo inverno. È usanza per gli studenti e i neo laureati (in Giappone l’anno scolastico e la stagione lavorativa comincia in primavera) recarsi sotto gli alberi di ciliegio in fiore per attirare la buona sorte. Presso i samurai erano un elemento importante: coraggio, lealtà e purezza erano rinchiusi simbolicamente in questo fiore, e non a caso durante le battaglie ne portavano la effigie scolpita sulle armature.
Durante la celebrazione dell’hanami vi è l’usanza di preparare e consumare all’ombra degli alberi dei dolcetti tipici della tradizione giapponese, chiamati Sakura-mochi. Questi dolcetti sono composti da un impasto di farina di riso colorato di rosa acceso, al cui interno vi è una farcitura dolce a base di fagioli rossi. Il dolcetto è avvolto e confezionato con una foglia di ciliegio giapponese (le foglie, i frutti e i fiori di ciliegio sono commestibili) e si consuma accompagnato da sakè (distillato di riso) o birra giapponese. Altra usanza particolarmente diffusa per le persone che decidono di sposarsi in primavera, è quella di far bere agli sposi un infuso a base di fiori di ciliegio, come augurio di fertilità e felicità coniugale. Sakura è anche un nome proprio femminile in Giappone e non a caso è conosciuto grazie ad alcune protagoniste di film, romanzi e serie animate giunte in Occidente.
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