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Il suo nome botanico è hibiscus ma viene chiamato ibisco: si tratta di una pianta erbacea ma dal portamento arbustivo che fa parte del genere delle Malvaceae. Originaria del continente asiatico, ormai è diffusa ovunque: è una pianta caduca, anche se alcune varietà sono sempreverdi; raggiunge massimo i tre metri di altezza, ha un fusto eretto, i suoi rami sono molto fitti e hanno una corteccia grigia e liscia, anche se col tempo diventa ruvida. Le foglie sono ovali ma i loro lobi hanno forme diverse a seconda della specie. Sulla cima dei fusti in primavera l’ibisco produce dei bellissimi e singolari fiori, che durano fino ai primi freddi: hanno una forma molto ampia, quasi a campana, ed esistono in varie tonalità, dal rosa al viola, anche se l’interno della corolla è spesso di un colore diverso, in contrasto con i petali. Dopo il fiore, che comunque appassisce in breve tempo, l’ibisco sulla cima dei fusti produce delle capsule dure che contengono i semi.
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L’ibisco viene coltivato a scopo ornamentale, spesso è facile incontrarlo anche lungo le strade come arredo urbano; tuttavia, può essere piantato anche in vaso ed è una bellissima pianta da appartamento grazie ai suoi fiori molto appariscenti ed eleganti. Nelle zone dal clima molto freddo è sempre meglio tenere questa pianta all’interno; nelle zone dal clima mite, invece, possono essere tenute anche fuori. L’ibisco predilige posizioni soleggiate e luminose, meglio se riceve i raggi del sole diretti per alcune ore della giornata; il freddo non è un problema anche se il gelo potrebbe far seccare alcuni rami. Le piante giovani necessitano di un’irrigazione regolare, mentre le piante adulte sopportano la siccità e possono essere annaffiate anche solo quando il terreno è ben asciutto, perché le radici trattengono l’acqua e forniscono così alla pianta una riserva duratura. Ogni venti giorni è bene fornire all’ibisco del concime per piante da fiore, che può essere miscelato con l’acqua della normale irrigazione.
L’ibisco si adatta a qualsiasi tipo di terreno, anche se è meglio che sia ricco di sostanza organica, soffice e ben drenato. Se viene coltivato in vaso, allora bisogna cambiare recipiente ogni tre anni circa, preferibilmente in primavera, scegliendo un vaso più grande del precedente. Questo arbusto non necessita di potature regolari: al massimo, dopo la fioritura si possono rimuovere i fiori secchi e, in primavera, si possono tagliare dei rami qua e là, quelli più lunghi, per rinforzare la pianta. Le foglie, invece, vanno curate e pulite con un panno di un tessuto specifico per piante, altrimenti si rischia che vengano attaccate da afidi e acari. In tal caso bisogna intervenire subito con prodotti di qualità, altrimenti rischiamo che la pianta venga danneggiata seriamente. L’ibisco si propaga per seme e generalmente si autoinsemina, anche se dal seme è raro che si ottengano piante con il fiore uguale a quello della pianta madre. In alternativa, a primavera è possibile operare una talea, asportando una parte di pianta dai rami che non hanno prodotto fiori in quell’annata.
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