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L’orchidea è una splendida pianta di origine non europea che ha avuto un enorme successo commerciale come pianta da appartamento e da fiori, soprattutto nel caso in cui viene donata; è assolutamente vero ciò che viene consigliato dagli addetti ai lavori, ovvero di documentarsi per permettere alla pianta di sopravvivere oltre la stagione in cui viene regalata, ed è per questo motivo che siamo qui a descriverla. L’orchidea nasce e si sviluppa nelle zone tropicali dell’Asia e delle Americhe; ciò che interessa a noi dal punto di vista della cura non è tanto la lontana e lontanissima provenienza, ma il clima: essa è “fatta” per i climi tropicali, ovvero caldi e molto umidi, con qualche corrente d’aria e senza alcuna luce diretta; è esattamente il contrario di quel che può trovare sui nostri balconi italici, però una sorta di suo microclima può essere ricostruito in appartamento. A ciò è dovuto il fatto che è molto utilizzata come regalo da tenere in casa, magari all’ingresso dell’abitazione per accogliere tutti col suo profumo e col suo colore, ma soprattutto per donarle qualche spiffero d’aria ogni qual volta l’ingresso di casa viene utilizzato.
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L’orchidea ha fama di essere una pianta da una sola stagione; ciò è dovuto al fatto che essa richiede condizioni particolari per sopravvivere ed anche una cura costante. Uno degli aspetti più importanti è la sua potatura: nel periodo dopo che ha fiorito, ovvero dopo che il suo fiore appassisce (e può essere un periodo molto lungo, dato che i fiori di orchidea sono molto longevi rispetto ad altre piante da fiore), va praticata una attenta potatura per permettere alla pianta di rigenerarsi durante la sua stagione di pausa (estate o inverno) e tornare a fiorire nella successiva stagione vegetativa (autunno o primavera). Ci sono diversi approcci alla potatura dell’orchidea da parte di vari scienziati del settore, ma quello più comune è quello che prevede la rimozione di solo una parte dello stelo fiorale dopo che il fiore appassisce (l’altro approccio prevede la sua rimozione totale). In effetti la maggior parte delle specie di orchidea ama rifiorire sullo stesso stelo almeno per due o tre volte, quindi eliminarlo del tutto alla prima fioritura può voler dire che la pianta dovrà “ricostruire” uno stelo e poi fiorire, allungando i tempi di rifioritura.
Abbiamo appena detto che la tecnica per potare l’orchidea è quella che prevede la rimozione di una parte dello stelo su cui era presente il o i fiori; il “taglio” va effettuato appena sopra il secondo nodo utile, ovvero appena sopra la seconda diramazione da cui è nato il fiore (ovviamente si intende la seconda dal basso). Così come in ogni operazione di potatura, ed a maggior ragione per una pianta esigente come l’orchidea, gli attrezzi utilizzati in queste operazioni dovranno essere perfettamente igienizzati, dato che la pianta difficilmente potrà sopravvivere ad un attacco batterico o virale in un ambiente tanto diverso dal suo originale, anche se ci impegniamo solitamente moltissimo per farglielo assomigliare il più possibile. Queste attenzioni però non sono le uniche di cui l’orchidea necessita: l’illuminazione per la nostra pianta dovrà essere corposa ma allo stesso tempo non diretta, quindi può andare benissimo vicino ad una finestra ma riparata da una tenda abbastanza filtrante. Lo stesso vale per le correnti d’aria: l’orchidea non ama il vento ma soprattutto non ama l’aria stagnante, quindi qualche corrente sporadica dovrà passare ogni tanto per rinfrescare l’ambiente intorno ad essa. E’ vero che serve un intorno molto umido alla pianta, ma ciò è vero solo sulle foglie e nella parte alta, perché alle radici non piace la stagnazione delle acque.
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