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La potatura delle orchidee è oggetto di un dibattito molto controverso tra gli amanti del giardinaggio. Alcuni sostengono che le orchidee non andrebbero mai potate, in quanto si tratta di specie che dopo l’appassimento dei fiori, si rinnovano da sole, altri sostengono che, al contrario, sarebbe opportuno potarle, rimuovendo, oltre ai fiori secchi o appassiti, anche gli steli ormai vecchi, pere rinnovare la pianta e favorire una fioritura più vigorosa. In genere, la linea da seguire per la potatura delle orchidee riguarda la varietà coltivata. Alcune specie fioriscono, infatti, sempre sullo stesso stelo, altre formano steli nuovi, lasciando appassire quello precedente. Questo criterio permette di eseguire la potatura solo sulle varietà di orchidea che potrebbero averne effettivamente bisogno. Alcune varietà, inoltre, possono variare spontaneamente la fioritura dello stelo, ed è opinione di molti quella di lasciare che sia la pianta stessa a rinnovare i suoi steli secondo i propri naturali ritmi di crescita.
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Nella pratica comune si potano regolarmente le orchidee da appartamento. Le varietà più adatte ad essere coltivate in vaso e ad essere, dunque, potate, sono le dendrobium e le phalaenopsis. Le prime, originarie della Nuova Zelanda, presentano fiori dai margini inferiori color rosa. Queste varietà hanno la capacità di far appassire autonomamente lo stelo improduttivo fiorendo su quello nuovo. In questo caso la potatura potrà essere effettuata solo rimuovendo i fiori secchi o appassiti, ma lasciando stare lo stelo. Stesse caratteristiche di fioritura presentano le orchidee phalaenopsis, specie originarie delle Indie, con fiori più piccoli colorati di fucsia, rosso o bianco, e con la capacità di rinnovare lo stelo naturalmente. Dopo aver esaurito la fioritura sullo stelo precedente, queste orchidee emetteranno un nuovo stelo, da cui si svilupperanno i nuovi fiori. Anche in questo caso la potatura potrà essere praticata semplicemente rimuovendo i fiori secchi ed appassiti. Alcune varietà di orchidea possono invece trarre beneficio dalla rimozione dello stelo. Si tratta in ogni caso di specie che non rifioriscono più sullo stesso stelo, ma quest’ultimo, a differenza di altre orchidee, rimane attaccato ugualmente alla pianta se non viene rimosso tramite la potatura. Presentano queste caratteristiche le orchidee Cambria, dove lo stelo con i fiori appassiti può essere tranquillamente reciso alla base, poiché non sarà più in grado di rifiorire. Altre varietà di orchidea che richiedono il taglio alla base dello stelo fiorale sono, ad esempio, le Cymbodium. Per quanto riguarda le altre specie, ce ne sono tantissime che presentano abbondanti e generose fioriture e che per la loro estrema variabilità di crescita non vanno preferibilmente potate.
Le modalità di potatura delle orchidee sono state in parte suggerite al paragrafo precedente e si compongono essenzialmente di due tecniche: rimozione dei fiori e delle foglie secche ed appassite e taglio degli steli improduttivi. Molti appassionati di giardinaggio forzano la fioritura delle orchidee potando anche gli steli produttivi. Questi steli andrebbero tagliati a circa venti centimetri dalla base, subito dopo il nodo da cui si dovrebbero sviluppare gli steli nuovi. Questa procedura dovrebbe evitare la comparsa di steli esteticamente poco gradevoli o che tendono a piegarsi troppo durante la fioritura. Altri esperti di giardinaggio preferiscono, invece, tagliare gli steli dalla parte terminale. Questa procedura è in ogni caso utile per quelle orchidee che non rifioriscono più sullo stesso stelo, mentre il parziale raccorciamento dello stelo fiorale, a venti centimetri dalla base, sembra sortire l’effetto di forzare le fioriture rendendole ancora più spettacolari. Come si può notare, la potatura delle orchidee ha delle finalità squisitamente estetiche e non potrebbe essere diversamente, visto che queste piante vengono coltivate essenzialmente per scopi ornamentali.
La potatura delle orchidee utilizza due metodi di lavoro: rimozione delle parti secche e danneggiate e tagli. Queste operazioni vanno eseguite usando guanti e forbici per potatura. Le forbici per potatura devono essere accuratamente lavate e disinfettate prima e dopo l’uso. I tagli alla pianta devono essere netti e decisi, perché anche la minima esitazione potrebbe provocare pericolose sfilacciature al tessuto vegetale della pianta. Gli agenti patogeni tendono, infatti, a penetrare nelle piante appena potate proprio attraverso tagli scorretti e sfilacciature che non si rimarginano. I fiori appassiti vanno tagliati dal peduncolo, per evitare che sulla pianta rimangano altre ferite “aperte”. Dopo il taglio, la ferita della pianta va protetta con del mastice, in modo da evitare l’’ingresso di virus e batteri e il conseguente insorgere di infezioni.
Il periodo ideale di potatura delle orchidee coincide di solito con il post fioritura e con il conseguente appassimento dei fiori. Queste piante non fioriscono tutte nello stesso periodo e ciò perché in natura esistono migliaia di varietà di orchidee con tempi e ritmi di crescita completamente diversi. Inoltre, se si aggiungono alle varietà naturali, anche gli ibridi, allora i tempi di potatura possono essere estremamente variabili da caso a caso. La fioritura delle orchidee è anche soggetta alla manipolazione umana. Sbalzi termici e getti di luce possono anticipare o ritardare la fioritura di queste piante. In alcuni casi, anche la potatura sembra avere l’effetto di far slittare le fioriture delle orchidee. Da quanto detto si può facilmente desumere che le orchidee sono in grado di fiorire tutto l’anno, con periodi compresi tra la primavera, l’estate e l’autunno. La potatura delle orchidee va effettuata sempre e solo dopo la fioritura e dopo che i fiori dello stelo sono appassiti. Il periodo dell’intervento andrà, pertanto, regolato in base al periodo in cui termina la specifica fioritura della specie coltivata. Per le orchidee che rifioriscono sullo stesso stelo, si può procedere a recidere quest’ultimo a circa venti centimetri dalla base, dopo il nodo da cui appariranno le nuove gemme, mentre per quelle che non rifioriscono sullo stesso stelo si può procedere a reciderlo completamente. L’asportazione dello stelo alla base vale anche per le orchidee che fioriscono su nuovi steli.
Visto che la potatura delle orchidee è una delle questioni più dibattute e controverse nel mondo del giardinaggio, ci sembra corretto mettere a confronto i pro ed i contro di questa pratica. Le orchidee vengono potate per scopi puramente estetici, per forzare la fioritura, per potenziarla e per far crescere steli più sani, resistenti ed esteticamente gradevoli. Alcune varietà di orchidea fioriscono abbondantemente e generosamente, rinnovandosi in completa autonomia. In questi casi la potatura non è solo inutile, ma anche dannosa. Le orchidee mal potate e mal curate possono, infatti, bloccare del tutto o in parte la loro fioritura o farla slittare per più di una stagione. Se la potatura viene eseguita con tagli scorretti, indecisi o imprecisi, i danni alla pianta possono essere ancora maggiori. Le ferite dello stelo, come già detto al precedente paragrafo, possono trasformarsi nella “porta di ingresso” per batteri, virus e parassiti vegetali. Nelle varietà che si prestano alla potatura, invece, dei tagli corretti possono anticipare le fioriture, rafforzare gli steli e consentire lo sviluppo di piante ancora più splendide. La scelta se potare o meno le orchidee dipenderà sempre dal buon senso e dalla specie coltivata.
Prima di munirsi di guanti e forbici ed iniziare a potare le orchidee in maniera scriteriata, bisogna conoscere attentamente la varietà coltivata. Tutte le informazioni su questo aspetto possono essere fornite dal vivaista presso cui si acquistano le piante in vaso. Le orchidee traggono enormi benefici da una corretta coltivazione e quindi, prima di decidere di potarle, bisogna osservare attentamente i loro ritmi di crescita. Se le fioriture sono regolari, abbondanti ed esteticamente ineccepibili, e se gli steli si seccano e cadono autonomamente, gli interventi di potatura possono rimanere limitati all’asportazione dei fiori secchi e danneggiati. Non bisogna potare le orchidee nemmeno se bloccano improvvisamente la loro fioritura. Ciò può accadere per errori di concimazione, irrigazione o esposizione solare. Quindi, prima di potare, bisogna intervenire correggendo i pregressi errori colturali. In caso di difficoltà nella potatura delle orchidee, ci si può rivolgere a un giardiniere specializzato. Spesso però, questa scelta non sempre si rivela utile e conveniente, in quanto i costi dell’operazione sarebbero ben superiori ai vantaggi o al costo di acquisto di una comune forbice per potatura. Un giardiniere lavora spesso con compenso a ore, mentre una forbice per potatura può anche costare cinque euro e se ben pulita e disinfettata può essere riutilizzata più volte ammortizzando notevolmente i costi del giardiniere. Per imparare a potare le orchidee si possono seguire dei tutorial sul web o corsi dal vivo che vengono organizzati dai vivai e dalle associazioni di appassionati di giardinaggio. Infine, ricordate che nella potatura delle orchidee basta seguire una semplice regola: potarle è bene, ma coltivarle è meglio.
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