Una delle soluzioni più diffuse per alimentare la propria passione per l’agricoltura è quella di piantare nel proprio giardino di casa delle piante da frutto; questa è la soluzione secondo noi ideale perchè permette di coniugare la bellezza estetica con la produzione di frutta, oltre a richiedere tanti interessanti lavoretti che regaleranno soddisfazione alla propria voglia di armeggiare con terra ed attrezzi. Ma quali sono queste piante da frutto che possono permettere di fare questo? Ne esistono tantissime, tra le quali gli agrumi che sono abbastanza semplici da coltivare, profumatissimi ed anche belli da vedere, oltre che produttori di frutti ottimi. Ma non solo, perché vi sono anche il melo, il pero ed il ciliegio che riescono a donare enormi soddisfazioni. La scelta tra queste piante – anche se nessuno vieta di averle tutte – va fatta in base al clima della zona in cui si abita: infatti gli agrumi preferiscono le zone più calde, con meno gelate e tanto sole, quindi zone del centro-sud Italia; gli altri frutti citati invece sono più aperti ad altri climi, ma è chiaro che non amano i poli e nemmeno le foreste tropicali, a buon intenditor poche parole.
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Mettiamo il caso si sia scelto un melo per riempire di sana passione per l’agricoltura il vostro giardino; è un’ottima scelta perché esso è molto produttivo ed in grado di resistere anche a qualche sbalzo climatico di troppo. Però è chiaro che, come tutti gli alberi da frutto, per garantire raccolta deve essere innestato; infatti questi alberi, quando nascono dal seme, sono “selvatici”, ovvero non producono che frutti piccoli e brutti da mangiare, pur essendo in perfetta salute. In tal caso va prelevato un ramo fruttifero da un altro melo (perché è il nostro caso in questo articolo) e va innestato nel nostro melo, che in questo caso fa da portainnesto. Anche se per i nuovi del settore può sembrare una pratica strana, è del tutto naturale ed è compiuta in agricoltura da centinaia di anni ormai ed è grazie ad essa che mangiamo sempre i nostri frutti. La natura del portainnesto, se l’operazione andrà a buon fine e se quindi il ramo innestato attecchirà, provvederà ad alimentare il suo ospite che invece continuerà a produrre mele e frutti rigogliosi come faceva già quand’era nella sua vecchia sede. Bisogna solo conoscere la tecnica giusta ed i giusti accorgimenti, non è difficile.
Diciamo immediatamente che chi conosce la giusta tecnica, col melo può arrivare anche a percentuali superiori al novanta percento di attecchimento dell’innesto; si tratta di una cifra molto elevata, ma il melo è una buona scelta per gli appassionati proprio perché ben sopporta i trattamenti del genere. La tecnica più utilizzata col melo è quella a spacco diametrale: si trancia il tronco del melo ad un certo punto e si pratica uno spacco diametrale che si aprirà leggermente muovendovi un po’ all’interno l’accetta o la sega con cui l’abbiamo taglia. In questa sede vanno posizionate due marze, ovvero due rami da innestare sagomati a punta per entrare perfettamente in questo spacco praticato. Dopo aver fatto questo, lo spacco va stretto per fissare le marze con del nastro ed il tutto va cosparso con del mastice per innesti, il quale ha il compito di accelerare il processo di ricucitura delle ferite praticate alle piante e di garantire la non presenza di agenti patogeni pronti ad invaderla. Le marze da innestare devono essere di circa dieci centimetri e devono avere almeno due o tre gemme, ovvero due punti di nuova vita; in realtà se il tronco del portainnesti è grande, si può anche provvedere a posizionare quattro o anche cinque marze, per completare prima l’albero e sfruttarne tutta la forza. tutto questo va fatto in primavera, prelevando le marze il giorno stesso dell’innesto.
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