Elencare in un piccolo paragrafo tutte le varietà di rosa esistenti, sarebbe un’impresa troppo ardua, per cui ci limiteremo a parlare delle specie maggiormente conosciute e coltivate. Tra le rose a fiore grande ricordiamo la rosa visa, la red success, la rosa baccarà, la rosa sonia, la rosa cocktail 80w, la rosa bettina, la rosa candia e le varietà ornamentali rosa multiflora e rosa canina. La rosa visa, la red success e la rosa baccarà sono delle specie a fiore grande e rosso, cioè le classiche rose rosse che tutti noi conosciamo. La rosa sonia è la famosa rosa a fiore grande di colore rosa, mentre la specie coktail show è una rosa con un grande fiore giallo. La rosa bettina e la candia sono due stupende varietà di rose dal fiore bicolore, con nuance che vanno dal rosso arancio e giallo rosa. La rosa canina è una varietà spontanea con fiore a 5 petali e dal colore bianco rosa, mentre la rosa multiflora, di origine asiatica, è una pianta con fiori piccoli a 5 petali, di colore bianco, disposti a grappoli. Tra le specie a fiori con pochi petali ricordiamo anche la rosa di San Giovanni, pianta rampicante con fiori simili alla specie multiflora, diffusa nell’area mediterranea; la rosa sicula, specie arbustiva con piccoli fiori bianchi e rosa e con caratteristiche simili ad altre due varietà di rosa, tra cui la rosa tormentosa e la rosa pendulina ( alpina). La prima è diffusa nel Nord America, la seconda è una specie spontanea che cresce sulle Alpi italiane.
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La rosa, in genere, è una pianta che si adatta a qualsiasi tipo di terreno e condizione climatica. La sua “adattabilità” deriva proprio dalle sue diverse varietà. Esistono, infatti, specie adatte ai climi freddi e quelle che gradiscono i climi più caldi. I vari trattamenti colturali della rosa dipenderanno, quindi, dalla specie coltivata ed è fondamentale documentarsi sulle caratteristiche e le specifiche esigenze della varietà scelta prima di implementarne la messa a dimora e le conseguenti pratiche di coltivazione. Altra caratteristica generale della rosa è che non ama l’umidità eccessiva e i terreni troppo calcarei. L’esposizione della pianta può essere a mezz’ombra o al sole diretto, tutto dipenderà, come dicevamo, dalla varietà scelta. Le rose, da punto di vista botanico, hanno uno sviluppo vegetativo che varia sempre in base alla specie di appartenenza. In natura e nei vivai, si troveranno specie a fusto eretto, arbustive, cespugliose, rampicanti, a fiori grandi, medi, piccoli, da vaso, tappezzanti, sarmentose e rifiorenti. Tutte queste classificazioni, spesso, possono appartenere alla stessa specie di rosa, ecco perché la distinzione fondamentale, per le rose da coltivare in giardino, va fatta tra rose rampicanti e a cespuglio. Le prime hanno uno sviluppo tappezzante, cioè tendono a crescere su muri e recinti creando stupendi rosai a scopo ombreggiante ed ornamentale; queste specie comprendono anche le varietà sarmentose con fiori più piccoli, mentre le specie a cespuglio sono varietà basse o nane, con grandi fiori singoli, dai colori accesi, molto adatte a creare rosai all’aperto o alla coltivazione in vaso. Grazie agli ibridi, le varietà rampicanti e cespugliose possono anche essere rifiorenti, cioè caratterizzate da una fioritura ininterrotta. Per concludere con la trattazione delle caratteristiche generali della rosa, possiamo aggiungere che questa pianta presenta un fusto sottile e pieno di aculei, con altezze massime anche di due metri, foglie verdi lanceolate e fiori singoli grandi o piccoli, con petali che vanno da un minimo di cinque a un massimo di cinquanta petali. Il frutto della rosa è un achenio, al cui interno si trovano i semi. Il periodo di fioritura della rosa è generalmente maggio, ma altre varietà di rosa possono fiorire anche in autunno o in estate. Con le varietà rifiorenti i tempi di fioritura della rosa sono diventati più ristretti ed estesi a quasi tutto l’anno.
La rosa va piantata su un terreno soffice e ben drenato. La preparazione del terreno è fondamentale per garantire una crescita sana e regolare della varietà che si intende coltivare nel proprio giardino. Il terreno deve essere preferibilmente localizzato in una zona esposta al sole; per migliorare la morbidezza del terreno, bisogna vangarlo scavando delle buche dove aggiungere concime organico composto da letame maturo ( 80%), torba e humus. Il terreno va concimato qualche mese prima della messa a dimora delle piante. Le rose si piantano quando la pianta è a riposo e, dunque, nelle zone a clima mite, in autunno o al massimo a fine inverno. Prima dell’impianto, le radici delle rose vanno areate o immerse in prodotti che ne favoriscono la radicazione. Questi prodotti vengono solitamente venduti nei vivai. Eseguite queste operazioni preliminari, le rose vanno piantate sul terreno a una profondità di circa cinque centimetri, in modo da proteggerle dal gelo.
Le rose si adattano anche alla coltivazione in vaso, purché il contenitore sia abbastanza profondo e spazioso per consentire la radicazione della pianta. La misura ideale del vaso per la coltivazione della rosa è di 50 centimetri di diametro per 50 centimetri di profondità o di altezza. Il fondo del vaso deve essere coperto da ciottoli per evitare la fuoriuscita di acqua dai fori, mentre la terra da usare per piantare le rose deve essere composta da argilla espansa, per favorire il drenaggio dei liquidi, e da uno strato di terriccio universale mescolato a concime organico, meglio se letame maturo. A questo punto si invasa la pianta premendo il terreno con le mani per livellarlo e si aggiunge altro terriccio misto a concime. Seguirà un’innaffiatura abbondante che non deve colpire i boccioli e le foglie, ma solo la superficie del vaso attorno alla pianta. Si smette di innaffiare quando si vede fuoriuscire l’acqua dal fondo del vaso. Anche la coltivazione in vaso, per quanto riguarda le rose, va preferibilmente effettuata in autunno.
Le rose, sia in vaso che sul terreno, vanno innaffiate spesso durante il primo anno. In estate bisogna innaffiarle almeno una volta a settimana e per due volte al giorno, al mattino presto e alla sera, mentre, dalla primavera all’autunno, la frequenza delle irrigazioni potrà diminuire. La concimazione post impianto va eseguita ogni due anni, preferibilmente nella stagione primaverile, somministrando, contemporaneamente, concime organico e minerale a lento rilascio ( granuli) e rispettando il dosaggio indicato nella confezione di acquisto dei fertilizzanti.
La potatura della rosa varia in base alla varietà coltivata. In genere, risulta più difficile la potatura di allevamento o di formazione, cioè quella che condizionerà la crescita e la forma della pianta, ma questa operazione è maggiormente praticata nei vivai o da giardinieri professionisti. Per la coltivazione delle rose nei giardini privati o su terrazze e balconi si ricorre a una potatura di contenimento, cioè ad una eliminazione delle parti della rosa che si sviluppano in maniera eccessiva, e all’eliminazione dei rami secchi. Gli interventi di potatura vanno eseguiti ogni anno, specie quando la pianta ha completato la fioritura, meglio se in autunno o in inverno, ma il periodo giusto dipenderà dalla specie coltivata e dal clima dell’area in cui viene collocata. Nelle zone a clima più rigido, dove le fioriture sono più ritardate, si può intervenire anche a primavera. I tagli di potatura si effettuano in maniera obliqua ed a circa un centimetro sopra la gemma rivolta verso l’esterno. Questa tecnica permette un migliore drenaggio dell’acqua. Per le rose che fioriscono sul ramo dell’anno è utile tagliare i rami dell’anno precedente, facendo attenzione a non farlo per quelle varietà che fioriscono proprio sui rami dell’anno precedente. Anche per la potatura delle rose è bene informarsi con il vivaista presso cui si è acquistata la varietà scelta. Per le rose più deboli è meglio intervenire con la potatura corta, cioè con un intervento deciso che ne riduca l’altezza a circa mezzo metro, mentre per le piante vigorose , al contrario, si interviene lasciando alla pianta, un’altezza di circa un metro e un numero massimo di cinque gemme. Oltre alla potatura, le rose possono subire la cimatura, cioè l’asportazione delle gemme apicali. Questa operazione favorisce l’emissione delle gemme laterali.
La rosa si propaga per talea, per propaggine o per innesto. La propagazione per talea è forse uno dei metodi più antichi di sviluppo della pianta. La talea si ottiene da una parte di pianta prelevata dal legno o dal fusto di una specie già esistente. La talea può essere ottenuta da legno duro, cioè da rami maturi lunghi circa trenta centimetri e tagliati , in autunno, a metà dello stelo poco al di sotto di una gemma; da legno giovane, cioè da rami prelevati durante l’estate, o da gemme apicali giovani o da radici di circa dieci centimetri ricavate dai polloni della base. La talea più efficace è proprio quella radicale perché si sviluppa molto rapidamente, così come rapidamente appaiono anche le nuove gemme. Lo sviluppo per propaggine si applica su rose con rami molto flessibili. Alcune varietà dai rami lunghi radicano autonomamente posandosi sul terreno, ma in genere non è sempre possibile ricavare nuove rose con la propaggine, che consiste nell’interrare un ramo basso della pianta e nel separarlo dalla stessa dopo la radicazione. Molto utilizzata nella moltiplicazione della rosa, è la tecnica dell’innesto. Gli innesti praticati per le rose sono a gemma, e precisamente quelli a occhio o a scudetto. La gemma prelevata dal nesto ( pianta secondaria) si innesta al di sotto della corteccia di un portainnesto generato per seme. I portainnesti più usati nella propagazione della rosa sono le varietà rosa canina e rosa multiflora. Da queste varietà si ottengono anche le rose ad alberello, ovvero rose che crescono su un fusto di circa un metro e con una chioma simile a quella di un piccolo albero.
La rosa è una delle piante più colpite dalle patologie fitosanitarie. Muffe, insetti e parassiti di qualsiasi tipo possono infestare, in qualsiasi momento, qualsiasi parte della rosa. Per tutelare la pianta dagli attacchi degli agenti infettivi è opportuno ricorrere a strategie preventive, come un’adeguata disinfezione degli attrezzi usati per gli innesti e la potatura, una corretta concimazione e un giusto equilibrio idrico. La rosa rischia di ammalarsi anche a causa di irrigazioni scarse o eccessive. In entrambi i casi si assiste all’ingiallimento delle foglie e alla loro caduta. I funghi possono provocare nella rosa malattie come la muffa grigia ( peronospora) che colpisce tutte le parti della pianta, o macchie nere sui germogli e sulle foglie giovani, o macchie marroni con puntini gialli sulle foglie ( ruggine) o macchie bianche su foglie e petali ( oidio o mal bianco). Anche alcuni insetti possono danneggiare gravemente la rosa, tra questi ricordiamo le cicaline, gli afidi, le cocciniglie e il ragnetto rosso. Errori di potatura o danni da insetti possono trasmettere alla rosa dei virus in grado di provocare un cancro nell’apparato fogliare. Le malattie della rosa si combattono con metodi naturali o chimici appositamente studiati per ogni singola tipologia di agente infettivo.
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