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La specie di tuberosa più comune tra le coltivazioni ornamentali è la Polianthes tuberosa, dal quale proviene il termine comune di questi fiori. Il nome greco fa riferimento alle radici di questa pianta, che sono appunto tuberose; l’appellativo Polianthes, invece, vuol dire "tanti fiori", riconducendolo quindi all’abbondante fioritura di questa pianta. I fiori della Polianthes tuberosa sono di media grandezza, a forma di tromba, composti da cinque o sei petali bianchi. Le cultivar più apprezzate per la creazione di composizioni, o per abbellire i giardini, sono denominate in inglese "Pink Sapphire". Queste varietà si presentano con petali singoli o multipli, dai colori che variano dal rosa tenue fino al rosa antico, con molti ibridi dai colori doppi (centro del fiore rosa e bordo dei petali bianco). La loro coltivazione richiede pochi e determinati accorgimenti, ma nel complesso le tuberose sono di facile gestione.
Si parte innanzitutto dal bulbo: è facile reperirne in vivai e gardening, ma online vi è un’ampia varietà di siti che mettono in vendita le cultivar più belle, comprese quelle dai fiori rosa. Essi vanno piantati in marzo o aprile ad una profondità di circa dieci centimetri, avendo cura di preparare un terreno ben drenato con pozzolana o abbondante sabbia di fiume (tutte le tuberose temono i ristagni d’acqua). Le innaffiature saranno moderate, permettendo al terreno di rimanere umido ma non fradicio, e allo spuntare dei primi germogli (generalmente dopo due settimane dalla semina) si applicherà, ogni dieci giorni, un concime diluito con acqua in parti uguali, ricco di azoto, potassio e fosforo. Le piante si potranno trasferire in giardino (se piantate in vaso), posizionandole in una zona che sia irradiata dal sole almeno otto ore al giorno, dal momento che un periodo troppo prolungato arrecherebbe danni alle foglie. In estate, o alla fine di essa, spunteranno i fiori che dureranno fino all’autunno inoltrato; in questa fase, fiori e foglie che cominciano ad essiccare vanno gradualmente eliminati per evitare l’attacco di parassiti e batteri.
Durante il periodo della fioritura si possono potare i fiori di tuberosa ancora freschi per portarli in casa, creando così una composizione in vaso. La pianta, infatti, non risente della recisione se essa va effettuata in modo corretto. Innanzitutto procurarsi delle cesoie ben affilate e sterilizzate, che andranno a recidere il gambo a circa 15 centimetri dalla sua base interrata. L’infiorescenza va trasferita poi in un vaso con acqua fresca, meglio se demineralizzata o piovana, e posizionata su di una finestra o in un luogo ben illuminato. A giorni alterni è bene cambiare l’acqua ed eliminare la parte basale dello stello che tende ad ingiallirsi, in modo tale da permettere ai fiori di resistere più a lungo. Se i fiori non si vogliono recidere, è bene comunque eliminare dalla pianta madre quelli che si seccano gradualmente. Alla fine dell’autunno, quando la pianta ha perso i fiori, e le foglie sono quasi del tutto secche, vanno dissotterrati i bulbi e trasferiti in un locale asciutto dove le temperature non scendano al di sotto dei 10 gradi, permettendo loro di superare lo stato dormiente fino alla primavera successiva.
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