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Per il pitosforo è necessario un terreno fertile e ben drenato; va bene anche il comune terriccio da giardino, purché sia amalgamato con della torba e con una piccola quantità di sabbia. La moltiplicazione può avvenire per talea o tramite semina: in entrambi i casi bisogna procedere in un recipiente apposito, così da monitorare al meglio la crescita iniziale della pianta, ed effettuare il trapianto in giardino dopo circa un anno. Una pacciamatura del suolo, subito dopo l'impianto, è conveniente per migliorarne le caratteristiche fisiche e chimiche e, di conseguenza, per garantire all'esemplare coltivato condizioni più favorevoli. La potatura va eseguita ogni anno, ma soltanto per eliminare i rami secchi e quelli malati e per conferire alla pianta una forma regolare, tagliando le parti sporgenti.
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Il pitosforo non ha bisogno di concimazioni frequenti; l'operazione va praticata una volta all'anno, in primavera, con prodotti naturali come lo stallatico o con fertilizzanti a rilascio lento, granulari, contenenti in maniera equilibrata i tre fondamentali macroelementi. Questi ultimi sono l'azoto, il potassio ed il fosforo: ognuno di essi svolge un importantissimo ruolo nello sviluppo della pianta. Il primo, infatti, è essenziale per una corretta crescita dei tessuti e delle parti vegetative, motivo per cui, tra l'altro, non deve mai essere somministrato in eccesso; il secondo interviene nella sintesi delle proteine e nell'assorbimento degli zuccheri; il terzo, infine, assicura un supporto al metabolismo. Non si deve mai incorrere in una carenza di azoto, fosforo o potassio, in quanto ciò determinerebbe una debolezza generale della pianta.
L'esposizione suggerita è luminosa, colpita direttamente dai raggi del sole; è importante, però, che la pianta sia collocata al riparo dalle intemperie. Gli afidi e le cocciniglie sono tra i parassiti più comuni e temuti, poiché entrambi provocano gravi danni: i primi si nutrono della linfa e sottraggono all'esemplare colpito le sostanze nutrienti di cui ha bisogno, mentre le seconde causano l'ingiallimento delle foglie e, nei casi più estremi, la loro caduta. Contro questi parassiti si raccomandano rimedi naturali come il macerato d'ortica e l'olio bianco minerale, efficaci e facili da ottenere. Tra le malattie fungine va citata la fumaggine, che si manifesta con una sorta di muffa sul fogliame; la pianta va incontro ad un progressivo deterioramento, ma può essere salvata con un semplice infuso di equiseto.
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