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Ovviamente i lavori da fare in giardino sono molti e dipendono fortemente dal numero e dal tipo di piante che abbiamo in coltivazione; in effetti ci sono, ad esempio, delle piante che richiedono una meticolosa e costante opera di potatura, altrimenti non sopravviverebbero, mentre altre piante non devono essere potate perché o si autoregolano sotto questo punto di vista oppure in quanto non ce n’è bisogno. In generale possiamo dire che un lavoro, di per sé molto leggero, che deve essere fatto per tutte le piante è l’annaffiatura: essa risulta necessaria perché praticamente tutte le piante vivono grazie all’apporto nutritivo dell’acqua (tranne le piante dette “carnivore” che le prendono dalla digestione di insetti e piccolissimi animali). Non solo, per molte piante è importante la concimazione, perché non sempre il terreno possiede tutto ciò che le piante desiderano e nelle giuste quantità. A tutto ciò si potrebbe aggiungere la potatura, già citata inizialmente, che in molte piante si riduce ad eliminare foglie, fiori e rami secchi ma in molte altre invece è fondamentale, come nelle piante da frutto. A queste operazioni base si aggiungono centinaia di varianti, a seconda del livello a cui siamo.
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Un’operazione da svolgere per moltissime piante e che permette ad esse di svilupparsi in tutta la loro rigogliosità è quella della concimazione. Bisogna sapere che i nutrimenti di cui una pianta ha bisogno non sono solo quelli che le giungono attraverso l’acqua dell’innaffiaggio (i quali sono per lo più sali minerali), bensì la maggior parte di essi vengono dal terreno in cui le radici della pianta si trovano. Accade che, quando una pianta è in un vaso o comunque in uno spazio confinato, il terreno non possa rigenerarsi e quindi la quantità di sostanze nutritive vada scemando. Ecco quindi l’utilità della concimazione: rifornisce il terreno di ciò di cui le piante hanno bisogno. Dato che ogni pianta necessita di alcune sostanze e che esse variano da periodo a periodo (ad esempio, nel periodo di fioritura bisognerà avere un certo componente mentre in quello di fruttificazione un altro), si decide con cosa concimare proprio in base alle specie vegetali coltivate. In vendita ci sono prodotti per ogni specie ed ogni esigenza, anche quella più “generica” che vede un apporto equilibrato di sostanze in modo da accontentare tutte le specie ed in ogni periodo.
L’orchidea è una pianta da fiore davvero molto diffusa nelle nostre case, per la sua bellezza e semplicità; coloro che amano questa specie sanno che le composizioni più stupefacenti vedono l’orchidea collocata su un certo substrato inerte, che può essere del tipo sabbioso o del tipo pietra. Si può ben immaginare come questi materiali non possano dare alcunché in termini di sostanze nutritive alla nostra orchidea, quindi è necessaria una concimazione. Gli elementi di cui l’orchidea necessita (ma il discorso è estensibile a tutte le specie) sono: azoto, potassio, zolfo, calcio, fosforo e magnesio; inoltre sono anche importanti i microelementi (detti “micro” perché necessari in bassissime quantità) come manganese, cobalto, ferro ed altri. La somministrazione di concime per le piante è preferibile del tipo liquido, ovvero mischiando con acqua da annaffiatura: in questo caso è bene usare un concime equilibrato nei macroelementi, ovvero con pari bilancio di azoto, fosforo e potassio. Invece nel caso di ripresa vegetativa, ovvero nel periodo di “risveglio” della pianta, è bene aumentare il tenore di azoto che aiuterà i meccanismi di crescita. Nella fioritura invece i botanici consigliano di diminuire l’azoto e di aumentare il potassio ed il fosforo (con una leggera preferenza per quest’ultimo) in quanto questi componenti partecipano fortemente alla generazione di fiori.
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