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La potatura dello stelo di una orchidea, viene svolta principalmente per diminuire le necessità di nutrimento della pianta, infatti uno stelo lungo richiede molta acqua, mentre se potato ne esigerà di meno. Questa procedura quindi, non è indispensabile per una orchidea, si rischia di farle più del male che del bene.La potatura, si può effettuare nel caso in cui lo stelo appassisca parzialmente o totalmente, oppure, lo si può recidere nell'eventualità in cui dal fusto della pianta ne nascano di nuovi; in entrambi i casi, non è fondamentale potarlo fino al fusto, ma bisogna reciderlo sopra il primo nodo vivo che si incontra; specie se gradite una fioritura più generosa, infatti, molte orchidee tendono a rigemmare utilizzando i vecchi steli, rimuovendoli potreste danneggiarle la rifioritura.
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Prima di procedere alla potatura si consiglia di informarsi sulla specie che si coltiva, perché se l'orchidea ha una fioritura abbondante e generosa, si rischia di intaccare il rinnovamento autonomo della pianta stessa, facendo slittare per stagioni intere la fioritura. Le forbici che utilizzate, devono avere le lame sottili e ben affilate, (tipo quelle da bonsai) e ben sterilizzate, perché l'orchidea è una pianta molto fragile e particolarmente delicata, con degli strumenti sporchi si possono trasportare funghi o batteri, rischiando così di infettarla. Una volta eseguito il taglio dello stelo, per l'orchidea si tratta di una ferita e noi dobbiamo metterci, un cerotto, si tratta di un mastice particolare che ha lo scopo di facilitare la cicatrizzazione del taglio, evitando così, le temute infezioni e aiutando la nascita di nuove gemme.
Si consiglia di curare l'orchidea con un'occhio di riguardo, rispetto a molte piante da appartamento, infatti è una pianta tropicale che predilige luoghi caldi, a temperatura stabile e con una buona umidità, dato che ha la possibilità di trarre nutrimento dall'ambiente che la circonda. L'orchidea tende a trattenere l'acqua, l'ideale per la sua sopravvivenza è tenerla in un vaso contenente del terriccio un po' partiolare: di riempire il vaso con i 2/3 di osmunda, mentre il restante 1/3 con torba bionda di sfango. Si tratta di un terreno particolarmente drenante, che non si impregna di acqua ma si inumidisce e fa sgorgare i liquidi in eccesso nel sottovaso. Per quanto riguarda l'innaffiatura, si consiglia di usare acqua piovana o comunque priva di cloro, annaffiatela poche volte a settimana cercando di mantenere umido il terriccio.
Tra questi qualcuno sostiene che non andrebbero mai potate per via del loro rinnovamento spontaneo dopo l'appassimento d
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