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Continuando nel solco del discorso, se un prodotto naturale risulta essere benefico per il corpo umano, bisognerà verificare in che situazioni lo è e quanto davvero può farci bene. Questi test sono pane per gli scienziati dell’alimentazione e della cura del corpo, cui spetterà di validare i risultati che una scienza antichissima come l’erboristeria già conosce. Infatti fin da tempi antichissimi la natura vegetale è stata vista come portatrice di tantissime sostanze benefiche, e per questo motivo da sempre è conosciuta come ingrediente basilare di tanti infusi. Ciò che però non si conosce è che l’erboristeria, come la si intende definitivamente oggi, è l’arte di conoscere le piante, di classificarle e di saperle conservare (una volta recise, altrimenti è giardinaggio vero e proprio) in modo che non perdano le loro capacità nutritive. Quello che invece si conosce (un po’ meno a dirla tutta) è la fitoterapia, che è l’arte (utilizzare il termine “scienza” ci sembra comunque eccessivo) di sfruttare le sostanze nutritive delle piante per far bene al nostro corpo. Ecco quindi che in una ipotetica scaletta troviamo la erboristeria che governa tutto, ingloba un mondo che si basa sul grande legame tra uomo e piante, poi al suo interno c’è la fitoterapia, che mostra come sfruttare i prodigiosi elementi vegetali, ed in ultimo c’è l’utente finale, colui che beneficia delle piante tanto preziose, ovvero l’essere umano.
Facendo un po’ di ricerche soprattutto attraverso i grandi mezzi della rete internet, abbiamo riscontrato la diffusa opinione che molto spesso ciò che più ci è utile, pur avendolo “sotto al naso” come si suol dire, non riusciamo a trovarlo. Anche nel caso della cura del corpo, capita soventemente che andiamo a ricercare rare e costose sostanze come le alghe di chissà quale mare tropicale, oppure la corteccia di una semi-sconosciuta specie di albero del deserto, quando poi una comune spezia diffusissima nella cucina mediterranea potrebbe risolverci molti problemi. Stiamo parlando del rosmarino: questa piccola pianta semi-arbustiva viene utilizzata da secoli nella cucina italiana come spezia nostrana (anche se le sue origini sembrano essere quelle delle regioni asiatiche più vicine a noi, come l’antica Persia), attraverso le sue foglie piccole, turgide e capaci di insaporire molti piatti, sia intere che seccate e macerate. Ma è solo questo che possiamo fare col rosmarino, insaporire qualche pietanza? Assolutamente no: il rosmarino, molto spesso sotto forma di infuso, viene consigliatissimo dagli esperti del settore erboristico e fitoterapico per via delle sue capacità di allontanare lo stress e ridare energia ai nostri giorni.
Il rosmarino contiene al suo interno delle sostanze che hanno un effetto stimolante sul nostro corpo e sul nostro sistema nervoso; ciò accade per la maggior parte delle spezie, e deve essere collegato anche al gusto forte e saporito. Preso sotto forma di tisana (o infuso, che è praticamente la stessa cosa), il rosmarino è molto indicato in quei casi in cui il forte stress quotidiano ci riduce a “pezze da piedi” una volta giunti al termine della giornata lavorativa, impedendo il mantenimento di corretti rapporti personali anche all’interno della nostra famiglia stessa. Ebbene, l’effetto “potente” del rosmarino dona vigore ed energia, perché permette di sfruttare al meglio le energie che abbiamo in corpo sia per averle mangiate e sia come grasso e lipidi corporei (che non sono altro che energia accumulata). Ciò è possibile anche grazie ad una sorta di azione depurativa sul fegato, organo importantissimo del corpo umano sia perché è il primo a subire gli effetti psicosomatici dello stress (ovvero alterazioni del funzionamento normale) e sia perché è il centro di smistamento di sostanze ed energie nell’organismo, quindi una sua depurazione rende tutto molto più semplice.
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