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L’azalea è una delle piante ornamentali più adatte a vivere nei nostri appartamenti, ovviamente considerando delle condizioni minime che bisogna garantirle altrimenti prenderà rapidamente una brutta strada. Essa è una pianta del genere Rododendro (è il nome di un altro fiore comunemente diffuso, con l’azalea imparentato), originaria del continente americano e di quella che una volta veniva chiamata Eurasia, ovvero il macro-continente composto da Europa ed Asia (è infatti una quasi continua striscia di terra emersa). Ma perché l’azalea ha acquisito questo privilegiato status di pianta ornamentale? Essa è una specie considerata “rustica”, dove con questo appellativo si intendono quelle specie di piante dall’indole più forte ed adattabile, ovvero con la capacità di vivere anche al di fuori del proprio classico habitat. Molti di noi trattano sempre con piante rustiche quindi non considerano la possibilità che una pianta possa non adattarsi, ma in realtà così ed invece la azalea ne è molto capace. La distinzione tra azalea e rododendro si ha principalmente per via dei fiori, che nei rododendri sono di grandi dimensioni, mentre l’azalea presenta dei fiori piccoli e riuniti in grappoli o fascetti, solitamente in numero variabile tra quattro e sette elementi.
La pianta di azalea si presenta in modo molto ornamentale di natura, perché la sua classica forma è quella arbustiva con piccolo fusto centrale leggermente legnoso, contornato da rametti e steli che vanno a sostenere i gazzettini di coloratissimi fiori che abbiamo già citato. All’immagine generale contribuiscono le foglie dell’azalea, che fanno parte del suo mito e che si presentano leggermente lanceolate ma soprattutto colorate di un verde davvero brillante. A proposito dei colori, i fiori dell’azalea sono colorati in modo uniforme con sfumature tenui e delicate di tonalità come il bianco, il rosa, il rosso ed il magenta. Nelle popolazioni e nelle civiltà antiche, la azalea era conosciuta anche per il suo nettare, dolce e nutriente; in realtà si tratta della linfa contenuta negli steli, ma il nome “nettare” ha sempre evocato nei popoli antichi un qualcosa di buono ricavato dalle piante (nettare d’uva era la denominazione romana del vino). Il problema sorgeva a più riprese quando delle persone risultavano avvelenate dopo aver preso del nettare di azalea; studi scientifici moderni hanno scoperto che tutte le azalee hanno della linfa, ma che alcune specie particolari presentano linfa velenosa per l’uomo, e deve essere stata questa la causa delle intossicazioni da azalea che la storia ci testimonia (Plinio in modo particolare, soprattutto con aneddoti riguardanti eserciti).
La cura dell’azalea risulta semplice se si conoscono i principi in base ai quali essa può essere tenuta in appartamento; diciamo immediatamente che del gran numero esistente di azalee, alcune possono essere classificate come “rustiche” ed altre no. In quest’ultimo caso l’unica soluzione è coltivare queste piante in serra, per ricreare un clima quasi strettamente aderente al clima di habitat naturale. Per le azalee rustiche l’unica vera accortezza da tenere è nel garantire che la loro esposizione alla luce solare non sia mai diretta (il sole brucerebbe rapidamente sia i fiori che le foglie di questa pianta, tutte strutture comunque esili), quindi se si tengono vicino ad una finestra bisogna garantirsi che o essa sia orientata verso nord (il sole non passa mai per il nord, ma trovare una finestra rivolta verso questo punto cardinale è un po’ strano in quanto è quasi inutile per l’illuminazione) oppure che ci sia una tenda di un certo spessore. Allo stesso modo, questa fatidica finestra deve essere però spesso aperta, perché la azalea desidera un più che sufficiente ricambio d’aria, sia per evitare ristagni idrici e sia per avere un proprio ricambio necessario.
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