I bambù sono piante originarie dell’Asia, dell’Africa, dell’America e dell’Oceania. La maggior parte delle specie di bambù provengono da Cina e Giappone, anche se altre specie crescono spontaneamente negli altri continenti appena citati, ad esclusione dell’Europa, dove vengono prevalentemente coltivate a scopo ornamentale. I bambù appartengono alla famiglia delle Graminacee, o Poaceae, ed alla sottofamiglia della Bamsusoideae. Si tratta di piante che possono raggiungere anche notevoli dimensioni, superando persino i 40 metri. Esistono specie che si mantengono con dimensioni normali e non superiori ai cinque metri. I bambù sono considerati delle piante molto invasive, per via della loro elevata velocità di crescita. Spesso possono crescere anche di un metro all’anno, ma ciò non vale per tutte le specie. Esistono bambù che si sviluppano molto rapidamente ed altri più lentamente. La loro invasività dipende dalle radici, o meglio dai rizomi, che si espandono nel terreno e in profondità. La velocità di radicazione dei rizomi permette di classificare tre differenti gruppi di bambù: quelli a radicazione veloce, quelli a radicazione intermedia e quelli a radicazione lenta.
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In genere i bambù si presentano con fusti cilindrici, al tempo stesso robusti leggeri e facilmente lavorabili, da cui si ricava un legno pregiato usato nell’industria tessile e dell’arredamento. Le foglie sono sottili, lunghe, lanceolate, di colore verde brillante, chiaro o intenso in base alla varietà. I fiori dei bambù sono, invece, simili a degli asparagi, anche se è raro vederli comparire in una pianta di bambù coltivata in giardino. Attorno alla fioritura del bambù ruotano, infatti, moltissime leggende. Una di queste racconta che la pianta muore appena fiorisce, un’altra, invece, che la pianta fiorisce ogni cinquanta anni. Questa seconda teoria è forse più attendibile e probabilmente dipende dal fatto che i bambù sono piante che si sono dovute adattare a climi temperati, mentre prediligono quelli tropicali. Le variazioni di temperatura hanno potuto bloccare la fioritura di molte specie di bambù, ma è anche vero che a non fiorire sono anche molte specie originarie dell’Asia, dove un’antica tradizione attribuisce simboli negativi alle rare fioriture dei bambù, quali l’annuncio di un’imminente carestia. Se la pianta muore dopo la fioritura, è possibile che abbia esaurito tutte le sue energie, poiché l’impollinazione dei semi avviene ad opera del vento e servono molti fiori per produrre altrettanti semi. In questo caso, però, restiamo sempre nell’ambito delle congetture.
Classificare tutte le varietà di bambù sarebbe impossibile. In ogni caso è sempre utile conoscere le caratteristiche dei generi più noti, tra cui ricordiamo: Arundinaria, Fargesia, Bambusa, Pleioblastu e Phyllostachis. Il genere Arundiaria è il più conosciuto ed è quello da cui si ricavano le rinomante canne di bambù. Originario dell’America, questo genere di bambù raggiunge gli otto metri, cresce molto velocemente e si adatta ai climi temperati. I bambù del genere Fargesia sono originari della Cina, non raggiungono altezze eccessive ( massimo cinque metri) e non presentano una crescita invasiva. Originari sempre dell’Asia, non troppo invasivi ed adatte ai climi temperati sono anche i bambù del genere Bambusa. I bambù del genere Pleiblastu sono, invece, piante vigorose, non molto grandi e adatte ad essere piantate su terreni scoscesi dove sviluppano un apparato radicale che impedisce al suolo di franare. Sempre originari della Cina sono i bambù del genere Phyllostachis, usati per ricavare la famosa legna di bambù. Si tratta di piante con notevoli dimensioni. Crescono molto velocemente e possono superare anche i trenta metri di altezza.
I bambù non hanno eccessive esigenze di coltivazione. Per temperatura, esposizione solare, innaffiature ed irrigazione non differiscono molto dalle altre piante. Bisogna però curarle con sistematicità, per evitare che si espandano troppo o che marciscano o che secchino. Stessa sistematicità deve essere osservata per la preparazione del substrato, nella concimazione, nella potatura e nella propagazione. I bambù si prestano alla coltivazione in vaso e su terreno. In entrambi i casi bisogna prestare molta attenzione alla velocità di crescita della pianta, che andrà contenuta con opportune tecniche colturali. In genere, le piante delle zone temperate non crescono molto velocemente. Crescite disordinate si possono verificare se la pianta viene abbandonata per troppi anni a se stessa. Per le specie che tendono a radicare in maniera invasiva, occupando altri spazi del giardino, si possono prevedere delle pareti divisorie e dei recinti, scavando a una profondità di almeno ottanta centimetri. A volte questi rimedi non bastano e le radici possono tentare di scavalcare il muretto. In tal caso sarà opportuno tagliarle.
I bambù sono piante che prediligono i climi tropicali e quindi temperature abbastanza elevate ed umide. Ormai, grazie anche ai numerosi ibridi in circolazione, i bambù crescono facilmente anche nelle zone temperate. L’esposizione ideale per queste piante è in una zona ben illuminata, ma non sotto il sole diretto. Sconsigliate anche le posizioni in aree troppo ventose che tendono a far asciugare troppo il terreno. In estate i bambù perdono molte foglie, queste si seccano e si staccano dalla pianta ricoprendo il terreno circostante. Il fenomeno si manifesta come il naturale rinnovamento dell’apparato fogliare della pianta, la quale non secca le foglie in autunno come fanno, invece, le altre specie vegetali. Per mantenere costante la temperatura del terreno anche in inverno è consigliabile non rimuovere le foglie secche, che permettono di realizzare un’ottima pacciamatura. In inverno, infatti, l’acqua attorno al terreno tende a gelare, impedendo alla pianta di assorbirla. Con le foglie, il terreno viene protetto dagli sbalzi di temperatura mantenendo sempre lo stesso livello di umidità. Se le foglie secche del bambù dovessero rovinare la resa estetica del giardino, si possono sostituire con della paglia, ma in ogni caso è bene eseguire regolarmente la pacciamatura durante i mesi più freddi.
Il bambù, come detto ai precedenti paragrafi, può essere coltivato in vaso e su terreno. Il vaso, vista la propagazione radicale di questa specie, deve essere abbastanza spazioso e rapportato alle dimensioni della pianta. Per quelle più piccole vanno bene contenitori profondi anche quaranta centimetri, mentre per quelle più grandi possono servire anche contenitori profondi da settanta centimetri a un metro. Il vaso va posato su un sottovaso di ciottoli, per favorire lo sgrondo dell’acqua. Il substrato ideale per il bambù è formato essenzialmente da torba a cui aggiungere del comune terriccio, sabbia e corteccia di pino. Se la pianta viene coltivata su terreni argillosi, prima di piantarla bisogna effettuare uno scavo abbastanza profondo, dove aggiungere torba mescolata con sabbia, per favorire il drenaggio dell’acqua.
Il bambù va innaffiato regolarmente dalla primavera all’estate, evitando i ristagni idrici nel sottovaso, dove, come già detto, meglio aggiungere dei ciottoli. In autunno le innaffiature vanno diradate, ma bisogna fare attenzione a non far seccare troppo il terreno. Per evitare questo rischio, basta irrigare il terreno appena inizia ad asciugarsi. Per mantenere costante il livello di umidità della zona su cui è collocata la pianta, è anche consigliabile effettuare delle frequenti nebulizzazioni sulla chioma. Se il bambù viene piantato all’aperto, è meglio evitare i terreni concavi, dove potrebbe accumularsi un eccesso di acqua piovana. Anche se il bambù ha bisogno di acqua e di umidità, non bisogna mai lasciare dei ristagni alla base, poiché questi possono causare dei pericolosi e fastidiosi marciumi radicali.
Il bambù va concimato una volta al mese durante il periodo primaverile – estivo. Il concime ideale per il bambù deve essere liquido, da somministrare con l’acqua di irrigazione. Per una corretta crescita della pianta è utile somministrare concimi NPK, con un rapporto di azoto superiore al fosforo e al potassio che devono, invece, essere in parti uguali. I concimi per il bambù devono essere complessi e devono preferibilmente contenere anche i microelementi, quali magnesio, ferro, zinco, manganese, ecc., utili all’espletamento delle funzioni metaboliche della pianta. Il bambù non deve essere assolutamente concimato durante l’autunno o l’inverno.
Il bambù si pota ogni anno dopo la crescita dei germogli e dopo che le nuove foglie hanno iniziato a svilupparsi. La potatura va effettuata in inverno e se i germogli maturano in giorni diversi bisogna provvedere ad effettuare più tagli successivi. La potatura del bambù può essere anche effettuata per impedire la crescita invadente delle radici. In tal caso si procede a tagliare i fusti alla base, rimuovendo immediatamente i nuovi getti non appena compaiono. Con questo metodo, che richiede tempo e pazienza, si blocca lo sviluppo di nuove radici. Il bambù si moltiplica per divisione dei rizomi e per seme. I rizomi si prelevano in primavera, dividendoli in più parti e impiantando quelli che presentano almeno un germoglio. Queste parti vanno messe in un contenitore con torba e sabbia, all’ombra e ad una temperatura di circa venti gradi. Con il giusto grado di umidità, i rizomi germoglieranno entro un mese e andranno spostati in un luogo più luminoso. Anche i semi del bambù si mettono in un contenitore di torba e sabbia o perlite. Il vaso va coperto con un telo di plastica e va tenuto all’ombra, costantemente umido, e ad una temperatura di circa diciotto gradi. I semi germoglieranno entro un mese. Dopo questa fase, il vaso, senza telo di plastica, si potrà spostare in una zona illuminata, ma non al sole diretto.
Il bambù non è solo una pianta esotica sempreverde dalle origini asiatiche, molto affascinante e maestosa grazie alla sua altezza e alla particolare conformazione liscia della sua corteccia. La pianta di bambù rappresenta oggi un importantissimo materiale edile impiegato nella realizzazione delle nostre moderne case grazie alle specifiche proprietà della pianta. Il legno che si ricava dalla corteccia è leggero, resistente, flessibile e totalmente naturale. Per questi motivi fin dall’antichità veniva utilizzato per costruire le antiche capanne o le palafitte e tuttora, nonostante i trattamenti differenti che subisce, è ottimo per costruire lamine o pannelli pressati, parquet, materiali di rivestimento. Le caratteristiche di questo tipo di legno, permettono all'uomo di costruire con il bambù anche ponti, tetti, pareti, condotti d'acqua, centri commerciali, musei, centri sportivi e molto altro ancora.
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