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No, signore e signori, non abbiamo sorseggiato qualche drink di troppo prima di prendere carta e calamaio e scrivere questo articolo; capiamo ogni vostro dubbio a riguardo leggendo il titolo, ma vi assicuriamo che così non è. Avete davanti a voi un ossimoro, ovvero una locuzione brevissima (solitamente due parole) dai forti contrasti interni, cioè formata da parole in contrapposizione tra loro a livello di significato; ma ciò non serve a nient’altro se non a rendere benissimo il significato. Con la terminologia di “fossile vivente” i divulgatori scientifici definiscono quelle specie attualmente viventi sulla Terra che per longevità, caratteristiche genetiche e visive e per altri vari aspetti sono molto simili a specie vissute milioni di anni fa che oggi risultano abbondantemente estinte. Il bello è che, oltre alla grande capacità comunicativa, questi organismi viventi hanno anche un eccezionale significato scientifico, perché aiutano ad interpretare i fossili ritrovati di specie simili che altrimenti sarebbe troppo difficile inquadrare con una certa precisione. Di esempi del genere ce ne sono abbastanza, non moltissimi, ma è facile immaginarlo perché si tratta di situazioni davvero incredibili. Un classico fossile vivente animale è il coccodrillo, davvero un dinosauro in miniatura, oppure anche l’iguana. Mentre parlando delle piante, potremmo riferirci al baobab, albero africano studiatissimo anche nelle scuole dell’obbligo, oppure alla cycas.
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Questo nome probabilmente a qualcuno non dirà nulla, ma siamo certi che tante persone sanno di cosa stiamo parlando; sapete perché tra i fossili viventi la cycas non si nomina mai? Perché è troppo comune. Avete letto bene, troppo comune. Tantissime persone che si dilettano in giardino oppure anche solo con delle piante sul balcone probabilmente hanno una cycas in casa; in generale la pianta è molto amata per la semplicità con cui si cura, per la longevità e perché è molto elegante e decorativa, pur restando semplice. Essa ha un aspetto simile alla famiglia delle palme, soprattutto per le grandi foglie all’apice e per il fusto non ramificato ed eretto, ma in realtà dal punto di vista genetico ed evoluzionistico risulta vicinissima alla famiglia delle Conifere, che nell’aspetto non sono per nulla somiglianti ma capirete che ciò è dovuto ad un’evoluzione ferma a qualche milione di anni fa. Questa pianta cresce benissimo anche in vaso e resiste se ben trattata anche molti anni in casa, pur se in questa situazione dimostra di non crescere e svilupparsi come potrebbe.
La famiglia a cui appartengono le Cycas si chiama Cicadaceae, ma le Cicas sono l’unico genere presente in questa famiglia. Perché? Ripensate ai fossili viventi ed a quanti anni son passati da quando probabilmente questa famiglia popolava molta parte delle terre emerse ed avrete la risposta. Il perché la cycas sia sopravvissuta non potremo mai appurarlo, è passato troppo tempo ed abbiamo troppi pochi riscontri dello stesso periodo; basti pensare che le Cycas sono apparse sulla Terra un po’ di tempo prima rispetto ai primi Dinosauri, immaginate voi di quale meraviglia dal punto di vista storico-scientifico stiamo parlando. La stragrande maggioranza delle persone che ha una cycas in giardino non pensa a queste cose quando la annaffia o le taglia le foglie più vecchie per permettere alle nuove di svilupparsi al meglio (questa è l’unica tecnica di potatura per questa pianta), ma solo al fatto che la pianta si dimostra straordinariamente arredante, perché ha foglie di un verde scuro ed intenso che risulta elegante ed adatto ad ogni tipologia di giardino. C’è da notare che gli esemplari più rari sono i maschi, infatti la cycas è dioica, ovvero ci sono esemplari maschi ed esemplari femmine ben distinti; più o meno la proporzione è uno ad otto o uno a sette tra maschi e femmine, quindi con un gran numero di femmine in più rispetto ai maschi.
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