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Dopo tutto quel che abbiamo detto sulle piante da giardino e sulle loro caratteristiche, leggiamo il titolo di questo paragrafo e tutto sembra cadere: ma come, un legume in giardino? Beh, è vero che nel proprio giardino ognuno può metterci quel che gli pare, ma forse è un po’ esagerato. Cioè, esistono e non sono poche le persone che si sentono legate alla terra ed a cui piace lavorarla che decidono di ritagliarsi uno spazio in giardino per utilizzarlo come orto, quindi piantandoci piante per ricavarne del cibo, però è chiaro che si passa ad un diverso tipo di decorazione. Non ci crederete ma c’è un legume che è molto apprezzato come pianta decorativa da giardino, esso regala anche un frutto commestibile ma il suo scopo principale è la decorazione attraverso i suoi fiorellini: è il lupino. Molti di noi acquistano i “lupini” in scatola al supermercato, tenuti spesso in acqua, per mangiarli come stuzzichino dopo il pasto principale oppure per condire un buffet di antipasti, proprio come si fa con della frutta secca, ma a pochissime persone, siamo certi, è mai venuto in mente di considerare la coltivazione della pianta del lupino.
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La pianta del lupino, che si chiama proprio “lupino” (per la scienza botanica “lupinus”), è una leguminosa conosciuta dalle popolazioni europee fin dall’antichità, essendo essa originaria proprio delle terre intorno al bacino del Mediterraneo. In effetti il lupino assume una particolare importanza, e ciò vale moltissimo nei nostri tempi, perché ha un ciclo di vita annuale ce non avviene tra marzo e l’autunno come tante altre piante, bensì tra novembre e giugno: in poche parole il lupino diventa una pianta decorativa e da fiori che può coprire quel “buco di decorazione” ce normalmente abbiamo in inverno, quando pochissime piante da fiore sopravvivono. Dal punto di vista decorativa è un qualcosa di molto importante, ma non lo è solo da questo punto di vista: infatti, dato che quello è il periodo di “buco” (o, come sarebbe meglio dire, di riposo vegetativo) di moltissime specie da frutto, la coltivazione della pianta del lupino viene effettuata anche per rinnovare il terreno e dotarlo nuovamente di sostanze nutrienti per la successiva produzione primaverile-estiva. Ciò è facilitato dal fatto che la pianta di lupino contiene una quantità molto alta di composti azotati e, lasciandola seccare in terra, ne rilascia molto al terreno che sarà pronto per altre coltivazioni.
Il lupino è diffuso in tre specie diverse in tutta Europa. Il lupinus albus (bianco), il lupinus luteus (giallo) ed il lupinus angustifolius (azzurro o blu), i quali si distinguono macroscopicamente per via del colore delle infiorescenze che presentano. In Italia però si diffonde solo il lupino bianco, perché tra i tre c’è anche un’altra differenza, più importante dal punto di vista della coltivazione: il lupino giallo e quello azzurro preferiscono vivere in estati fresche e umide, cosa che non possono affatto trovare in Italia e soprattutto nelle regioni meridionali della penisola italiana dove il lupino è maggiormente diffuso in quanto incontra caratteristiche di terreno a lui congeniali, come i terreni leggermente acidi e di origine vulcanica. Ovviamente il lupino deve essere lavorato per essere mangiato, infatti l’alto contenuto di specie azotate si accompagna ad un altrettanto elevato contenuto di specie microrganiche che in quantità alte possono risultare velenose per l’essere umano. E’ questo il motivo per cui il lupino viene lavato per ore prima di essere imbustato o inscatolato e poi commercializzato: l’acqua in grande quantità erode via alcuni strati superficiali in cui si concentrano quelle specie chimiche pericolose e rende il prodotto commestibile. Va da sé che il lupino raccolto dalla pianta non è commestibile.
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