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In Italia il pitosforo è coltivato a scopo ornamentale, perché è un arbusto resistente e sempreverde. Si tratta di una pianta che resiste sia al freddo che alla siccità: può restare all’aperto con temperature fino ai –10°, anche se a volte se il gelo è prolungato i rami possono danneggiarsi. Nelle zone più fredde conviene coltivarlo in vaso, così da poterlo mettere al riparo in inverno. I pitosfori prediligono posizioni soleggiate, ma si sviluppano bene anche a mezzombra. Non cresceranno molto, invece, se posti totalmente all’ombra. In ogni caso il pitosforo è una pianta rustica e resiste bene alle intemperie, infatti è usato anche come arredo urbano, soprattutto nelle zone di mare, dove il freddo non c’è. Non appena viene messa a dimora, la pianta ha bisogno di essere annaffiata in primavera e d’estate; una pianta adulta, invece, si accontenta delle acque piovane senza problemi. A fine inverno bisogna concimarla con concime granulare a lenta cessione; i pitosfori in vaso vanno annaffiati più spesso e hanno bisogno di cambiare terriccio ogni due anni. Il terreno in ogni caso deve essere ben drenato. La potatura va effettuata dopo la fioritura.
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Esistono diverse specie di pitosforo, provenienti da diverse zone del mondo. Tuttavia, nel nostro paese, dove la coltivazione di questa pianta è largamente diffusa, sono due le principali varietà: la tobira e la tenuifolium. La prima è quella classica, con foglie verde scuro con una venatura chiara al centro, fiori bianchi e profumati, una specie che tende a diventare un grande arbusto, dunque ha bisogno di essere potata per darle una forma e per contenerla. Alcuni ibridi della tobira hanno foglie variegate di un colore particolare, sul grigio-verde, con i bordi giallastri-bianchi. Il pittosporum tenuifolium, invece, ha le foglie più delicate e pendule: i rami sono molto fitti ma sottili, di colore scuro, quasi nero. Si tratta di una specie rustica però ha bisogno di qualche accorgimento in più rispetto all’altra: preferisce le posizioni a mezz’ombra perché non sopporta benissimo il caldo estivo e la siccità, così come teme il freddo, dunque non è consigliabile coltivarla in zone dagli inverni molto rigidi; si sviluppa lentamente dunque non ha bisogno di frequenti potature. Di questa specie esistono ibridi variegati o con foglie color porpora.
Per creare una bellissima siepe nel proprio giardino il pitosforo è la pianta ideale: è vigorosa, resistente, sempreverde, lucida e impenetrabile, poiché si tratta di un arbusto dai rami estremamente numerosi e fitti. Dall’esterno, dunque, nessuno potrà guardare nel nostro giardino se la recinzione è fatta con una siepe di pitosforo. In primavera le siepi diventeranno fiorite, piene di fiori bianchi bellissimi che spargeranno un intenso profumo in tutto il giardino. In zone dal clima mite il pitosforo non ha bisogno di cure, gli bastano le acque piovane, a meno che non ci sia un periodo prolungato di siccità dove è meglio annaffiarlo. E poi va potato solo se si espande troppo o se vogliamo dargli una forma precisa. Spesso vengono usate specie diverse per formare le siepi e avere un effetto di contrasto tra i colori: ad esempio, prima viene piantato il pitosforo tobira, che ha foglie verde scuro, poi uno strato di tenuifolium variegato con le foglie dai bordi più chiari, e poi uno strato di tenuifolium dalle foglie color porpora. Il pitosforo si può moltiplicare facilmente per talea, dunque è semplice allungare la siepe se lo si desidera.
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