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La pianta di Natalina nota anche con il nome scientifico di Schlumbergena ed è una succulenta originaria del Sudamerica, dove la si può trovare crescere spontaneamente all’interno delle foreste tropicali del Brasile. Nonostante ciò, come già affermato in precedenza, può essere messa a dimora anche in vasi da posizionare all’interno della propria abitazione in quanto pianta molto decorativa. Le infiorescenze iniziano la loro comparsa durante il periodo natalizio con delle colorazioni che vanno dal rosa al fucsia. La struttura del verde fogliame è molto particolare: ogni foglia è unita alla precedente e alla successiva nella parte centrale. Quello che conferisce una certa particolarità alla regione aerea della pianta è proprio la direzione assunta dalle foglie succulente; esse non si sviluppano verso l’alto ma tendono a cascare verso il basso e producendo all’estremità un fiore molto particolare di colore rosa o fucsia.
Per quanto riguarda la coltivazione della pianta di Natalina occorre seguire qualche semplice regola e metterla in pratica nella giusta maniera. È bene sapere che la Natalina ama l’esposizione alla luce ma non ai raggi solari diretti, causa di disseccamento della parte aerea; le annaffiature devono essere regolari, praticate con dell’acqua povera di calcare e nella quantità tale da mantenere il terreno sempre ben umido (si ricorda che proviene da regioni a clima umido e caldo). Il terreno deve essere ricco di sali minerali e drenato in modo tale da evitare ristagni idrici con conseguente marciume radicale. La Natalina privilegia un ambiente con temperature minime di circa 15 °C, e deve essere periodicamente concimata con del fertilizzante liquido da somministrare almeno una volta al mese tra il mese di giugno e quello di settembre. Prendendo questi piccoli accorgimenti sarà possibile avere sempre un esemplare in salute, con una struttura aerea molto resistente, luminosa e rigogliosa.
La riproduzione della pianta di Natalina avviene mediante talea. Durante i mesi di marzo o aprile si preleva la talea dalla pianta madre e si lascia all’aria per qualche ora in modo tale da velocizzare l’asciugatura del rametto. Successivamente si interra in un terriccio composto da una parte si sabbia a grana grossa, due di torba e una di terriccio universale. Appena la pianta figlia sviluppa un apparato radicale autonomo si procede con la messa in atto degli stessi trattamenti attuati sugli esemplari adulti. Tornando alla recisione della talea, occorre ricordare di utilizzare un coltello ben disinfettato, affilato e di praticare un taglio netto e privo di sfilacciature. L'attuazione di errate tecniche colturali può comportare l’insorgenza di malattie e aggressioni ad opera di parassiti molto dannosi per la Natalina. Se nel fusto si osservano delle macchioline simili a cotone, le quali con il passare del tempo rinsecchiscono la pianta, si è alla presenza di cocciniglia cotonosa. Questo parassita può essere eliminato mediante l’uso di un batuffolo di cotone imbevuto in acqua e alcol. Alla presenza di lumache, occorre rimuoverle immediatamente per evitare che distruggano la parte aerea della succulenta.
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