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Di solito la semina della Valeriana viene effettuata tra la primavera e l’autunno, scalarmente, considerando che la germinazione richiede circa una settimana e il ciclo vitale della pianta può concludersi in soli due mesi, tre al massimo. Il coltivatore biologico in realtà seminerà solo tra agosto e settembre e tra febbraio e marzo, comunque scalarmente, per ottenere raccolti prolungati durante buona parte dell’anno. La semina si effettua a spaglio oppure su file distanti circa 15-20 cm, procedendo poi al diradamento in seguito alla germinazione. La semina a file è più pratica per il controllo delle infestanti che tendono a essere uno dei problemi maggiori nelle aiuole di valeriana.
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La valeriana richiede un terreno ben drenato, possibilmente un’aiuola in cui siano appena state coltivate delle patate, e una preparazione minima, fatta con solo composto.
Coltivare la valeriana non è difficile e vanno tenute presenti poche regole. Innanzitutto per ottenere un raccolto prolungato nel tempo non si deve raccogliere tutta la pianta ma tagliare le foglie alla base e lasciare che altre se ne sviluppino. Poi bisogna tenere presente che la valeriana sopporta meglio il freddo che il caldo e va quindi protetta in inverno solo nelle regioni più fredde, mentre in estate sarebbe meglio riservare a questa pianta luoghi in mezzombra. Per proteggere la pianta in inverno si ricorre a frasche o serre (o locali non riscaldati ma adeguatamente illuminati come verande esposte a sud o balconi chiusi). Tra i nemici della valeriana ci sono le lumache, da tenere alla larga con appositi recinti in vendita, oppure uccise da esche o trappole alla birra cioè vasetti pieni di birra per un terzo, che vanno interrati a filo del terreno tutto attorno all’aiuola. Altri nemici sono rappresentate dalle larve di vari lepidotteri, da eliminare appena compaiono, togliendo anche tutte le uova ancora non schiuse, e irrorando il terreno attorno alla valeriana con infuso di tanaceto o di assenzio. Le larve di maggiolino se troppo numerose vanno tolte durante la preparazione del terreno (restano sottoterra per tre anni!). Contro le varie muffe, marciumi e così via bisogna evitare la coltura troppo fitta e eventualmente irrorare con macerato di ortica o infuso di equiseto finché si è ancora in tempo. Consociazioni favorevoli alla valeriana sono quelle con le cipolle invernali e con le cicorie. Per le sue caratteristiche la valeriana si presta benissimo ad essere coltivata in cassette sui balconi, badando a curare il drenaggio del contenitore e a mantenere l’umidità finché non saranno spuntate le piante. Una volta attecchite andranno innaffiate con parsimonia, solo quando il terreno è del tutto asciutto.
Il ciclo colturale della pianta (comunque frugale) è talmente breve che a parte la preparazione del terreno non sono necessarie altre fertilizzazioni.
Durante i mesi estivi è bene non trascurare l’irrigazione, soprattutto se l’esposizione dovesse essere molto soleggiata, perché mantenendo costante l’umidità si ottengono piante migliori. Come per tutte le insalate anche per la valeriana è consigliabile innaffiare al mattino presto di una giornata che si preveda ben soleggiata, in modo da non esporre le piante al rischio di muffe e attrarre le onnipresenti lumache più del necessario.
La valeriana va consumata sempre fresca, è meglio coltivarla in proprio che acquistarla in confezioni già pronta per il consumo, rischiando di trovarla infiacchita. E’ infatti molto difficile da conservare, e deperisce alla svelta perdendo buona parte delle sue proprietà. La valeriana è ricca di ferro e vitamina C soprattutto, ma anche calcio, fosforo e potassio oltre a vitamina A e del gruppo B oltre alla PP. Ipocalorica, viene considerata una pianta depurativa, ricostituente, rinfrescante, lassativa ed emolliente.
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