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La più comune e diffusa specie di aucuba è l'aucuba japonica, ma ne esistono molte varietà e molti ibridi, creati con le più diverse caratteristiche cromatiche. Le diverse cultivar possono avere esigenze in parte diverse, ma è comunque possibile identificare delle caratteristiche comuni nella coltivazione di questa particolare pianta. Come visto, l'aucuba ben si adatta alle caratteristiche climatiche del territorio italiano e per questo può essere coltivata sia in vaso sia direttamente nel giardino. L'aucuba non teme il freddo, ma crescerà più rigogliosa se riparata dai forti venti e dalle temperature più rigide, mentre necessita nei periodi estivi di regolari e abbondanti innaffiature, purché venga sempre evitata la formazione di ristagni idrici, molto dannosi per la pianta. L'aucuba predilige terreni soffici, acidi e ricchi di sostanze organiche: la composizione del terreno può quindi essere resa più adatta tramite l'utilizzo di concime per periodi regolari, soprattutto con l'arrivo della primavera e dei mesi più caldi. Nello stesso periodo, ovvero con l'arrivo della primavera, si può valutare la potatura della pianta, che non è strettamente necessaria ma permette comunque di contenerne lo sviluppo e di tenerlo sotto controllo, attribuendo anche alla pianta la forma preferita, da
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Facile da coltivare, l'aucuba è una pianta che può anche essere facilmente riprodotta, per dare vita a più coltivazioni all'interno dello stesso spazio o magari creare ampie siepi dalle screziate foglie. I metodi più comuni per la riproduzione dell'aucuba sono per talea oppure per seme: il primo caso sarà consigliato se si desiderano risultati più rapidi, mentre la coltivazione per seme darà soddisfazioni a tutti coloro che preferiscono vedere germogliare, spuntare e crescere giorno per giorno la propria piantina di aucuba. La tale può essere prelevata nel periodo di riposo della pianta, tra settembre e febbraio, tagliando un ramo di almeno 20 cm appena sotto uno dei nodi principali. Occorrerà fare attenzione ed utilizzare coltelli sterilizzati, effettuando tagli netti e precisi per evitare infezioni o lo sfilacciamento dei tessuti, in modo tale che le ferite si possano facilmente rimarginare. Una volta effettuato il taglio, la talea può essere posizionata all'interno di un terreno rizomatoso per favorire la radicazione e in seguito trasferita in un terriccio ricco di sostanze organiche e torba, dando di fatto vita alla coltivazione di quella che sarà in futuro la nuova pianta e provvedendo al riparo nel corso del primo inverno, per poi passare al primo travaso quando le radici iniziano a crescere. per la coltivazione a partire dai semi, invece, si consiglia di interrarli in autunno, posizionandoli in un composto di terriccio e sabbia e mettendoli ad una profondità di circa un paio di cm. In questo composto i semi verranno tenuti per due o tre mesi, coprendo il vaso con un cellophane per mantenere costante la temperatura ma provvedendo a far circolare l'aria ogni giorno e umidificare il terreno. Dopo la germogliazione le piantine potranno piano piano essere posizionate nei vasi più adatti alle loro dimensioni.
L'aucuba non è una pianta particolarmente soggetta a malattie o ad attacchi parassitari, tuttavia occorre fare attenzione all'eventuale presenza di cocciniglia bruna o cocciniglia bianca, riconoscibile grazie alla presenza di macchie sulla pagina inferiore della foglia: se l'infezione è agli stadi iniziali si potrà provvedere rimuovendo tutti i parassiti con un batuffolo imbevuto di cotone, mentre se invece l'infezione è più estesa sarà necessario intervenire con appositi antiparassitari: senza il debellamento, i parassiti tornerebbero entro poco tempo a proliferare portando alla morte della pianta stessa. L'aucuba può segnalare inoltre sofferenze di diverso genere proprio attraverso le sue foglie: se appaiono bruciacchiate significa che l'esposizione al sole è eccessive, mentre se presentano delle macchie necrotiche è possibile che ci si trovi di fronte ad un attacco di muffa grigia: in questo caso è necessario provvedere con un adeguato anticrittogamico ed eliminando le parti infette.
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