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A seconda delle caratteristiche ambientali, l’oleandro può essere coltivato in terreno aperto oppure richiedere una adeguata protezione: non sopporta, infatti, l’esposizione a temperature inferiori ai cinque gradi. Nel periodo che va da aprile a ottobre l’arbusto deve essere annaffiato abbondantemente, mentre nel corso del periodo invernale sarà sufficiente inumidire il terreno. L’esposizione consigliata è quella che permette all’oleandro di ricevere i raggi diretti del sole il più a lungo possibile nel corso della giornata. Si tratta di una pianta in grado di adattarsi a qualsiasi tipo di terreno, ma se si vuole rendere ancora più rigogliosa si consiglia di provvedere, nel corso del periodo primaverile e con cadenza quindicinale, alla distribuzione di un concime granulare e di sangue di bue. Le principali minacce per l’oleandro sono le cocciniglie cotonose o brune, che possono diffondersi soprattutto in caso di clima caldo e secco. La soluzione consiste nell’utilizzo di un prodotto anticoccidico e nell’asportazione degli eventuali parassiti presenti utilizzando un batuffolo di cotone impregnato di acqua e alcol.
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Gli oleandri si moltiplicano per seme oppure per talee nel corso del periodo estivo. Le talee possono essere messe a radicare all’interno di un apposito cassone da moltiplicazione, accuratamente riempito con torba e sabbia. Il terreno deve essere mantenuto costantemente umido e posizionato in luogo nel quale venga garantita una temperature non inferiore ali 15 gradi. Le talee verranno ricavate dai germogli semimaturi prelevando porzioni lunghe dai 5 agli 8 cm. In alternativa, le talee possono essere messe a radicare anche in acqua, purchè le condizioni di luce e temperature siano adeguate a favorire lo sviluppo della pianta. Una volta che la radicazione è avvenuta le talee possono essere posizionate in vaso oppure nel terreno. L’oleandro necessita inoltre di periodica potatura: occorre intervenire in seguito alla fioritura, dimezzando i rami fioriferi e riducendo di circa 10 cm di lunghezza dalla base gli altri rami. Dal momento che l’oleandro presenta una crescita vigorosa, la potatura riveste particolare importanza e deve essere compiuta con altrettanta decisione, evitando di effettuarla nel periodo precedente la fioritura, quando invece potrebbero venire eliminati i rami già portatori di germogli.
La vasta diffusione dell’oleandro, dunque, non si lega solamente alla relativa semplicità di coltivazione, ma anche al suo elevato potere decorativo. La coltivazione e la cura devono però essere accompagnate da una particolare attenzione, in quanto si tratta di una pianta velenosa. Le operazioni di potatura o di innaffiatura devono quindi essere effettuate tramite l’utilizzo di guanti, mentre occorre fare attenzione affinché i bambini non ingeriscano accidentalmente fiori o foglie. Un infuso contenente estratti di oleandro potrebbe infatti provocare aritmia cardiaca e, se il veleno viene ingerito in grandi quantità, causare il decesso. I glicosidi responsabili dell’aritmia sono contenuti in ogni parte della pianta: da qui la necessità di fare attenzione e lavorare rigorosamente con i guanti per ogni operazione. In caso di avvelenamento, è necessario contattare al più presto il più vicino centro antiveleno, per provvedere alla somministrazione di un antidoto che, se utilizzato in tempo e proporzionalmente alla quantità di veleno con il quale si è entrati a contatto, risolverà la situazione. Allo stesso modo, la tossicità della pianta può presentarsi anche utilizzandone il legno per creare un fuoco o cuocere alimenti alla griglia, in spazi aperti. Meglio evitare, inoltre, di utilizzare per qualsiasi scopo acqua che è stata a contatto con parti della pianta.
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