Orchidea selvatica

Origine e descrizione dell'orchidea selvatica

L'orchidea selvatica è una pianta appartenente al genere delle orchidaceae. Si tratta di piante erbacee perenni, presenti in Italia allo stato selvatico con ben 29 generi diversi, da cui nascono quasi 200 distinte sottospecie, mentre nel mondo si contano addirittura 600 generi e oltre 20.000 specie. Le orchidee selvatiche si dividono in due gruppi principali: le orchidee rustiche e le orchidee esotiche. Le prime sono delle piante spontanee che vivono generalmente nelle zone dal clima temperato e sviluppano dei fiori di piccole dimensioni, i quali si fanno notare per via delle loro accattivanti forme. Le orchidee esotiche sono, invece, originarie delle zone tropicali e producono dei fiori di dimensioni più grandi e più colorati rispetto alle orchidee rustiche.
Orchidea selvatica di palude

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Le più note orchidee spontanee in Italia

Orchidea selvatica Brassia Per quanto l'Italia non sia la nazione con il clima più adatto per la crescita spontanea delle orchidee, sono comunque diffuse diverse specie dal bellissimo aspetto estetico anche nel 'Bel paese'. Una delle più celebri è l'Orchis Italica, estremamente diffusa in Sicilia, la quale si presenta con dei fiori di colore rosa con striature di tonalità più scura. Altro genere abbastanza comune nel territorio italiano è la Oprhis Apifera, dotata di una forma davvero particolare che ricorda la parte centrale dell'ape. La pianta presenta una colorazione tendente al verde scuro, con delle macchie nere. Un'orchidea selvatica molto apprezzata è la Brassia, soprannominata 'ragno' per via della sua somiglianza con l'aracnide ed è colorata di giallo, con piccole macchie scure.

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    Esposizione e innaffiatura delle orchidee selvatiche

    Orchidea selvatica del Monte Antola Le orchidee selvatiche, di qualsiasi genere, amano i luoghi luminosi, ma soffrono se esposte ai raggi diretti del sole. Le orchidee si adattano perfettamente all'interno degli appartamenti e non risultano in grado di resistere né al freddo, né all'eccessivo caldo. Altro nemico delle orchidee selvatiche è rappresentano dall'umidità, che potrebbe causare la comparsa di alcune macchie sui fiori se troppo elevata, oppure provocare degli ingiallimenti delle foglie nel caso contrario. Per quanto riguarda la coltivazione in ambito domestico, l'innaffiatura delle orchidee deve avvenire 2-3 volte la settimana durante i periodi caldi e una volta la settimana durante l'inverno. Mentre si esegue l'operazione, è necessario evitare il ristagno dell'acqua, il quale spesso provoca dei danni irreparabili alla pianta.


    Orchidea selvatica: Rinvaso e concimazione delle orchidee selvatiche

    Orchidee coltivate in vaso Il terreno più adatto per la coltivazione delle orchidee selvatiche è di tipo acido, preferibilmente povero di elementi minerali. La composizione ideale del terriccio è costituita da torba, da foglie e da terra di bosco. Il rinvaso dell'orchidea è un'operazione da compiere solo in determinati casi: quando il vaso risulta troppo piccolo per ospitare la pianta; quando si nota la presenza di parassiti o di funghi; quando il terriccio è deteriorato. Nel primo caso è preferibile rinvasare dopo la fioritura, mentre nelle altre evenienze è opportuno agire il prima possibile. Per ottenere il pieno sviluppo della pianta, è consigliata una frequente concimazione, utilizzando del concime liquido da versare lentamente sul terriccio. L'operazione va eseguita ogni due o tre settimane.



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