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Le cure che si è disposti ad attuare quotidianamente per la propria orchidea, dunque, non sono l’unico importante fattore che ne influenza crescita e sviluppo: tali piante devono poter trovare nel vaso che le ospita una dimora accogliente e adatta a dimensioni ed esigenze specifiche. I vasi devono essere naturalmente selezionati in base alle dimensioni della pianta e possono essere scelti in modo tale che i motivi decorativi riprendano quelli già presenti nello spazio nel quale l’orchidea verrà collocata, o comunque in modo tale da far risaltare lo spazio e impreziosirlo. Tuttavia, per l’orchidea il principale consiglio è quello di dirigersi su vasi forse meno appariscenti e decorativi, ma più utili allo sviluppo della pianta, ovvero i vasi trasparenti. E’ fortemente consigliato, infatti, l’utilizzo di vasi che permettano alle radici di essere esposte alla luce solare. Dal buono stato di salute delle radici e dalla loro collocazione in un ambiente ottimale dipende infatti lo sviluppo dell’intera pianta: se questo vale per ogni coltivazione, è ancor più vero per l’orchidea, in questo senso molto delicata. In questo modo sarà inoltre possibile controllare con facilità lo sviluppo delle radici e riconoscere il momento più indicato per effettuare un rinvaso in un contenitore più ampio. Ulteriore vantaggio del vaso trasparente è quello di poter tenere più facilmente sotto controllo il terreno, verificando che non ci sia presenza di ristagni idrici e che il terriccio non sia troppo umido oppure troppo secco, provvedendo in caso ad un intervento tempestivo che permetterà alla pianta di risentirne il meno possibile.
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La scelta del vaso nel quale collocare l’orchidea, però, deve tenere conto anche delle caratteristiche dell’ambiente nel quale essa troverà collocazione: per ambienti umidi, effettuare dei piccoli buchi eviterà i rischi di ristagno idrico, mentre se l’esposizione ai raggi solari è diretta e la cultivar lo permette, è consigliabile inserire la pianta in un semplice vaso scuro. Le dimensioni del vaso devono essere considerate con attenzione: le radici non hanno bisogno di molto spazio ma, al contrario, è necessario provvedere al rinvaso solamente quando le radici hanno occupato tutto lo spazio disponibile. Attenzione a fori troppo ampi: le radici potrebbero svilupparsi all’interno e fuoriuscire dal vaso, rendendo poi difficoltosa qualsiasi operazione di nutrimento e di rinvaso. Allo stesso modo, molte orchidee sono inadatte allo sviluppo nei vasi in terracotta, proprio perché le radici tendono ad attaccarsi a tale materiale fino a sgretolarlo. La soluzione ideale, dunque, è scegliere una possibile collocazione e un vaso adeguato a seconda del tipo di orchidea prescelto, facendosi magari consigliare dal rivenditore e affidandosi alla sua esperienza.
Una volta che le radici hanno occupato tutto lo spazio a disposizione all’interno del vaso, è il momento di provvedere alla collocazione in un contenitore un po’ più ampio, sempre tenendo conto che gli spazi per le radici dell’orchidea non devono mai essere eccessivi. Il rinvaso va effettuato quindi in caso di crescita della pianta, di substrato deteriorato e di presenza di parassiti nel terreno. Il periodo più indicato è quello post fioritura, quando iniziano a nascere le nuove radici e un nuovo ciclo vegetativo ha inizio. Prima di procedere si consiglia di immergere il vaso in acqua tiepida per circa 20 o 30 minuti, in modo tale da favorire il distacco delle radici dal vaso senza dover forzare l’operazione, che potrebbe danneggiarle. Il terreno ideale avrà un’alta componente di acidità e dovrà garantire il corretto drenaggio e passaggio dell’aria: si ricorda che l’orchidea si sviluppa prevalentemente in substrati boschivi. La presenza di sfagno nel terreno garantirà una composizione efficace. Attenzione alla ripresa dell’innaffiatura e dell’uso del concime: se è stato necessario tagliare qualche radice, meglio aspettare una settimana per dare il tempo alle ferite di cicatrizzarsi.
Nel caso in cui risulti necessario procedere al rinvaso, occorre preparare anche il substrato adatto al tipo di pianta che si desidera travasare. Il primo passo da compiere è la realizzazione di uno strato drenante con piccoli pezzetti di coccio da porre sul fondo del vaso per evitare di ostruire i fori di scolo. Un consiglio è quello di forare anche la parte laterale del vaso con un chiodo per esempio, per permettere all’orchidea di “respirare” meglio. Dopo aver compiuto questa operazione, potrete passare allo strato di coltivazione da porre sui cocci anteriormente posati e poi adagiarvi l’orchidea. Per permettere alla pianta di mantenersi eretta, coprite il restante spazio vuoto con altro substrato senza ricoprirlo eccessivamente fino all’orlo. Un errore da non compiere è quello di annaffiare subito la pianta: occorre invece vaporizzare le foglie due volte al giorno per circa una settimana o dieci giorni. Questa regola non vale per le orchidee Paphiopedilum e le Phragmipedium che vanno annaffiate subito dopo il rinvaso.
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