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L’Abete del Caucaso è originario delle zone montuose della Turchia e, appunto, del Caucaso. In Italia è presente solo a scopo ornamentale. Adattabilissimo in fatto di esposizione che può andare dalla più luminosa alla più ombrosa (nella quale però cresce più lentamente), preferisce i versanti settentrionali. Indifferente sia alla granulometria che alla consistenza del terreno che può essere da sabbioso a pesantemente argilloso. Anche il pH non costituisce un problema limitante salvo condizioni estreme, a differenza di molte altre conifere. Le sue preferenze potendo vanno a suoli umidi ma non fradici, argillosi, a pH debolmente acido. Adatto a climi montani con estati umide e fresche. Patisce l’inquinamento atmosferico, quindi non è adatto a zone molto trafficate.
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L’Abete del Caucaso si propaga per seme in serra fredda a febbraio o direttamente all’aperto in marzo, poi si attendono 6-8 settimane per vedere la germinazione che non ha una percentuale particolarmente elevata. In alternativa si può seminare subito dopo la raccolta in autunno, in contenitori all’aperto in modo da sottoporli a una naturale vernalizazione di qualche settimana. I semi possono essere conservati previa disidratazione del 5-10% per circa 5 anni a temperature che vadano da 0 a -5°C. E’ preferibile che i semenzali trascorrano il loro primo inverno in vasetti singoli stoccati in serra fredda. L’impianto avviene la primavera successiva o all’inizio dell’estate. In ogni caso è bene non trapiantare mai un Abete del Caucaso che sia più alto di 90 cm, pena la quasi totale mancanza di accrescimento negli anni a venire, oltre a una maggiore sensibilità ai venti dovuta a un ridotto sviluppo dell’apparato radicale. Volendo si può anche effettuare la semina direttamente a dimora, se si ha abbastanza semente e la possibilità di proteggere bene il sito dai roditori vari. L’Abete del Caucaso è una di quelle conifere che non è adatta ai giardini cittadini a meno che non si tratti di un ampio parco di montagna. Anche se potrebbe essere interessante allevarne un esemplare in giardino da decorare di scenografiche luminarie a Natale, è bene tenere conto delle dimensioni che la pianta è portata per sua natura a raggiungere, dell’ombra perenne che getta sempre più man mano che si alza (e ricordiamoci che non perde le foglie, quindi in inverno non lascia passare che radi sprazzi della poca luce disponibile nell’arco delle ore diurne) e del fatto che l’aspetto degli abeti non si sposa bene con le essenze latifoglie di un normale giardino di città, a meno che non lo si circondi di tanto prato libero oppure di un bellissimo quanto artificiale rock garden (ma ricordatevi che il rock garden vuole molto sole e l’abete fa molta ombra). Insomma, non è una pianta per tutti e per ogni luogo, ma se avete una casa sulle dolomiti potrebbe fare al caso vostro, magari circondato da geranium, sassifraga e rododendri oppure accostato a altre conifere dalle sfumature di colore della chioma in contrasto. In caso contrario si può optare per la varietà prostrata.
Viene attaccato da Adelges tsugae, afidi, falene, cocciniglie e ragnetti rossi. Anche i daini lo danneggiano.
Tra le cultivar segnaliamo:
“Pendula” a portamento piangente“Prostrata” a portamento strisciante“Golden Spreader” prostrata ad aghi Dorati.
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